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Cronaca

"Un disastro annunciato", nelle sale crollo oltre il 60%: le nuove norme anti-covid mettono in crisi i cinema

"Grazie anche a questi nuovi decreti e al terrorismo dei media, il messaggio che passa è che i ristoranti sono sicuri, i cinema no", attacca Maurizio Paganelli, gestore di cinque sale cinematografiche

Il super green pass introdotto prima di Natale, che ha vietato l'accesso ai tamponati, ha influito sicuramente sul calo degli ingressi al cinema, ma, secondo i gestori delle sale, a incidere di più sono stati altri due fattori: primo, il terrorismo esercitato dalle tivù, e, secondo, il divieto di consumazione all'interno delle stesse sale. La paura di contrarre la nuova variante Omicron e il non poter sgranocchiare pop corn o bere una bibita mentre si guarda il film insieme a tutta la famiglia avrebbe convinto gli appassionati del grande schermo a restare a casa, davanti alla tivù, magari guardando le ultime novità sulle piattaforme televisive. A confermarcelo è stato Maurizio Paganelli, gestore di cinque sale cinematografiche: l'Aladdin di Cesena, il Cineflash di Forlimpopoli, l'Astoria, il Saffi di Forlì e una sala a Ferrara. 

"Il calo che abbiamo registrato oscilla tra il 65 e il 75% rispetto allo stesso periodo del 2020 - spiega Paganelli -. E' un disastro annunciato. Annunciato perché ormai è chiaro a tutti che ai nostri politici interessa poco o nulla della cultura. Altrimenti non sarebbe spiegabile un trattamento così differente tra la nostra attività e quella dei ristoranti. Perché in un ristorante, dove si trovano decine e decine di persone nel giro di pochi metri quadrati e i soffitti sono sicuramente più bassi (quindi circola meno aria) si può mangiare mentre in una sala cinematografica, dove attualmente c'è una persona ad almeno 2 metri dall'altra e c'è un ricambio di aria continuo, non si può nemmeno bere una coca cola? Questo me lo devono spiegare altrimenti non lo capisco".

"Invece, grazie anche a questi nuovi decreti e al terrorismo dei media, il messaggio che passa è che i ristoranti sono sicuri, i cinema no - attacca -. Vi assicuro che non è così negli altri Paesi. In Russia e in Inghilterra, dove sono stato per presentare il mio film "Est" nelle ultime settimane, le notizie sul covid, nonostante i numeri di contagi fossero più alti che in Italia, sono notizie sempre secondarie. Non ci aprono tutti i giorni il telegiornale come, invece, facciamo noi in Italia. La paura che inoculano ai cittadini più le prescrizioni  incomprensibili scritte da persone che non vanno al cinema e non amano la cultura, diventano un connubio esplosivo".

Oltre al calo degli ingressi al cinema i gestori hanno un'altra brutta bestia con cui combattere: l'aumento dei costi di energia e gas. "Pensi che da sempre, nel passato, le settimane natalizie erano il periodo più proficuo per i cinema. Si faceva legna per i mesi estivi, quelli in cui normalmente non si lavora - continua Paganelli -. A Natale si realizzavano gran parte degli incassi. Ora invece non si riescono più nemmeno a coprire le spese. E' un vero disastro. Io spero solo che il governo decida di proseguire con gli aiuti al nostro settore perchè altrimenti nei prossimi mesi sono sicuro salteranno molti cinema". 

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