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Cronaca

Ancora una volta pesche in crisi, il sindaco: "Più trasparenza nella filiera"

"Serve un'operazione virtuosa e di trasparenza dei costi della filiera agroalimentare. Non solo. E' necessario dar vita a una nuova collaborazione che veda da una parte le istituzioni territoriali e regionali in questa fase di riordino"

"Serve un'operazione virtuosa e di trasparenza dei costi della filiera agroalimentare. Non solo. E' necessario dar vita a una nuova collaborazione che veda da una parte le istituzioni territoriali e regionali in questa fase di riordino, e dall'altra organizzazioni di categoria, distribuzione e produttori locali, perché un settore vitale della nostra economia e della nostra tradizione, come quello ortofrutticolo, possa risollevarsi".

Così il sindaco di Forlì, Davide Drei, che giovedì sera ha preso parte a San Martino in Villafranca alla quarta edizione di "Pesche in festa", in merito alla grave situazione di mercato che sta attraversando il comparto della pesca romagnola, eccellenza del nostro territorio. Nella serata organizzata dal gruppo di agricoltori e volontari del Comitato di Quartiere, il Sindaco di Forlì ha raccolto l'allarme lanciato dai produttori locali, messi in ginocchio da costi di produzione e di trasformazione che non consentono margini di guadagno sostenibili e dignitosi, e che temono pesanti ricadute occupazionali per quei giovani che hanno intrapreso l'attività agricola investendo risorse importanti.

Siamo in presenza di una situazione drammatica per il settore della frutticoltura e della produzione di pesche in particolare, da sempre fiore all'occhiello del nostro territorio. Basti pensare che il valore della produzione agricola nella Provincia di Forlì-Cesena si attesta sui 90 milioni di euro per quanto riguarda la frutta, e sui 43 milioni per gli ortaggi. Le principali criticità del settore sono legate al differenziale dei prezzi dalla base agricola al consumatore, differenziale che oscilla da un rapporto di 1 a 6 fino ad una forbice di 1 a 10, che tradotto significa 25 - 30 centesimi che vanno all'agricoltore, a fronte di un prezzo al consumatore che può superare i 2 euro.

"Ecco perché si fa sempre più stringente puntare sulla trasparenza delle filiere - rimarca Drei -. Un aspetto, quello della trasparenza, che comprende ma supera quello dell'etichettatura, che oltre a garantire origine e tracciabilità dei prodotti, concetti ormai entrati nella sensibilità dei consumatori e negli strumenti normativi, possa fornire un'informazione trasparente sui costi da monte a valle, dal campo alla tavola. Bisogna cioè passare dal chilometro zero del prodotto, al chilometro zero dell'informazione".

Di qui la richiesta del Sindaco, indirizzata alla Regione Emilia-Romagna e al Ministero delle Politiche Agricole, affinché "oltre a prospettare finanziamenti comunitari, istituiscano un Garante della Trasparenza dei costi della filiera agroalimentare. Se gli agricoltori, se ai nostri imprenditori agricoli verrà garantito un margine di guadagno giusto e dignitoso - conclude il Sindaco - non vi sarà bisogno di contributi, basteranno eque regole di mercato".

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