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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cristiani perseguitati, il parroco si mobilita: "Ramoscelli d'ulivo su tutte le porte"

Il parroco dell'unità pastorale San Mercuriale-Santa Lucia don Enrico Casadio, è perplesso. "Visitando le famiglie per la benedizione, così come in tanti incontri, percepisco la crescente inquietudine e lo smarrimento per le orribili stragi compiute in nome di un islam radicale e fondamentalista"

“La Pasqua sia tempo di preghiera e di mobilitazione per la pace”. Il parroco dell’unità pastorale San Mercuriale-Santa Lucia don Enrico Casadio, è perplesso. “Visitando le famiglie per la benedizione, così come in tanti incontri, percepisco la crescente inquietudine e lo smarrimento per le orribili stragi compiute in nome di un islam radicale e fondamentalista”.

Dopo il massacro di Parigi c’è stata, giustamente, una reazione, tradottasi in una manifestazione contro il terrore e a difesa della libertà di espressione. Invece, dopo i massacri di cristiani, uccisi solamente perché cristiani, senza dimenticare yazidi, ebrei e membri di altre minoranze, anche islamiche, poca roba. Don Enrico è categorico: “Non possiamo non reagire”. L’abate, che è anche Vicario episcopale del Centro storico e responsabile del Centro diocesano per il dialogo interreligioso, propone di trasformare l’angoscia e lo sconcerto innanzitutto, in preghiera, come Gesù nell’orto degli ulivi, così da non cedere alla paura e all’odio. “Da un gesto di preghiera deve iniziare la nostra mobilitazione, perché si metta un argine alla violenza e perché si affermi il diritto alla libertà religiosa, che, calpestato là dove si è massacrati per il proprio credo, pare dimenticato anche da noi, in quell’Occidente che ha tanto cara la libertà di espressione”.

"Questa mobilitazione dovrà divenire anche impegno serio di confronto e dialogo con le comunità islamiche del nostro territorio, così da porre le basi di un convivere rispettoso e pacifico". A questo punto, il giovane sacerdote propone anche un gesto concreto e immediato: “Perché non porre sulla porta di casa il ramo di ulivo della Domenica delle Palme?”. L’ulivo è simbolo universale di pace ed è, per noi cristiani, richiamo alla Passione di Gesù, che continua in tanti, troppi uomini e donne. “L’ulivo benedetto – continua l’abate - ci ricorda anche che troppo rapidamente passiamo dal clamore degli Osanna o dello sdegno all’indifferenza verso chi è ingiustamente crocifisso. L’ulivo segni le nostre porte dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Risurrezione”.

Accanto al ramoscello don Enrico propone infine di porre anche una scritta: “Libertà e pace per i cristiani e per tutti i perseguitati!”

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