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Cronaca

Il cyberbullismo colpisce pure qui: una ragazzina vessata. Più di 200 studenti nel camion della Polizia

Il cyberbullismo è una piaga spesso tanto grave quanto invisibile. Diffusa nel mondo degli adolescenti, molto raramente passa la cortina che divide gli adulti dal mondo dei giovani

Il cyberbullismo è una piaga spesso tanto grave quanto invisibile. Diffusa, in diversi gradi, nel mondo degli adolescenti, molto raramente passa la cortina che divide gli adulti dal mondo dei giovani. E in questo mondo a volte fa consumare veri e propri drammi personali che non sempre arrivano in superficie. Per abbattere questa barriera, che è prima di tutto psicologica e generazionale, ha fatto tappa a Forlì il camion di "Una vita da social", la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato sui temi dei social network, del cyber bullismo, dell’adescamento on line e sull’importanza della sicurezza della privacy.

L'INIZIATIVA - Il camion è stato presente mercoledì mattina in Piazza Saffi, a partire dalle 8,30, e ha visto la visita di oltre 250 studenti delle scuole superiori che a grazie al personale specializzato in divisa della polizia hanno imparato a riconoscere il fenomeno e a ribellarsi ad esso. Presenti anche i vertici istituzionali del territorio, con il questore Loretta Bignardi a fare gli onori di casa: “Una Vita da Social è un progetto indirizzato principalmente ai giovani che sono i principali fruitori della Rete, l'iniziativa, in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e con il patrocinio del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, vuole fare in modo che internet possa essere vissuto come un'opportunità e non come un pericolo. Il divario fra la conoscenza digitale dei giovani e degli adulti è enorme ed è per questo indispensabile fornire loro tutti quegli strumenti utili ad evitare le insidie che la rete può nascondere. Accanto a quest'iniziativa non dimentichiamo anche le tante occasioni in cui il personale della Polizia di Stato è entrato nelle scuole a spiegare le insidie di questo fenomeno”.

Cyberbullismo, il camion della Polizia

Di quali insidie si tratta? A spiegarlo efficacemente è il vicesindaco di Forlì Lubiano Montaguti: “Quando andiamo a chiedere a questi ragazzi 'Ma voi fareste entrare nella vostra cameretta i vostri genitori a mettere le mani nel vostri cassetti, nel vostro diario segreto?', subito ci rispondono di no. Ebbene, allora noi diciamo 'Allora perché sui social network, su internet, permettete addirittura a sconosciuti di entrare nelle vostre cose, accedere alle vostre foto? Non è la stessa cosa, se non peggio?'. Con questo vogliamo stigmatizzare il mezzo, ma insegnar loro un uso consapevole di esso”.

UN CASO A FORLI' - Esistono, poi, alcuni fenomeni come il cosiddetto “ritiro sociale”: alcuni adolescenti bersagliati dal cyberbullismo si sottraggono dalla vita sociale, non vogliono più andare a scuola, la lasciano non appena è finita quella dell'obbligo, non frequentano più amicizie. Casi che non si verificano solo nelle grandi città, ma anche a Forlì. La Polizia di Stato, per esempio, ha lavorato qualche tempo fa sul caso di una ragazzina che ha vissuto una serie di vessazioni su internet fino appunto a chiudersi in sé stessa. Essendo un'adolescente di corporatura robusta, era proprio il suo aspetto fisico il “grimaldello” con cui i bulli online hanno agito, fino a farle fare assenze da scuola, perfino scappare di casa. In questo caso, la Polizia, oltre a perseguire gli eventuali reati e segnalarli alla giustizia minorile, è in grado allestire anche una rete psicologica. Un messaggio da mandare è che la Polizia, con le sue strutture è attrezzata per reprimere e documentare queste problematiche.

I DATI - Sul fronte della lotta al cyberbullismo in Emilia-Romagna nel 2016 sono stati trattati della Polizia 2 casi di diffamazione online, 11 casi di ingiurie e molestie, 3 casi di furto d'identità su social network e 6 casi di diffusione di materiale pedopornografico, per un totale di 22 casi perseguiti.

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