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Dai racconti di guerra del padre Sergio e del nonno Domenico il nuovo libro di Maurizio Casali

"Sergio Casali - spiega il giornalista Pietro Caruso, che ha curato la prefazione dell'opera - non è stato un personaggio di secondo piano in quei racconti perché fece parte della 28a Brigata Garibaldi comandata da Arrigo Boldrini"

Un libro pensato dal forlivese Maurizio Casali, artista ed attore teatrale, che è da un lato un omaggio ai nonni e ai genitori, ma nello stesso tempo un modo per tornare a descrivere il clima ideale ed affettivo della Resistenza in Romagna. L'opera s'intitola "Mo i tira a te. Racconti di guerra e di famiglia" di Maurizio Casali, con prefazione di Pietro Caruso, Minerva Edizioni 2022. Il filo rosso è quello che ha consentito di scrivere dei racconti filtrati dalla narrazione che tanti anni prima avevano fatto il padre Sergio e il nonno Domenico di quegli avvenimenti.

"Sergio Casali - spiega il giornalista Pietro Caruso, che ha curato la prefazione dell'opera - non è stato un personaggio di secondo piano in quei racconti perché fece parte della 28a Brigata Garibaldi comandata da Arrigo Boldrini, il leggendario “Bulow”, fu non solo un combattente, ma anche un giornalista di guerra, un redattore dei fogli clandestini della Resistenza e poi della stampa democratica della ricostruzione fino al 1948.Quando a Conselice, ogni anno, il mondo giornalistico italiano commemora i tipografi uccisi dai nazifascisti nel 1944 perché lavoravano nella clandestinità per fare uscire i giornali della Resistenza non dobbiamo mai dimenticare che vi furono rari redattori come Casali, che ne consentirono la stesura e l’approfondimento".

"Nei racconti di Maurizio Casali non c’è appunto solo la memoria paterna delle imprese di guerra da Alfonsine a Rovigo, ma il legame identitario dell’autore che scava nelle proprie radici familiari e così si disvela un trisnonno romagnolo che ha partecipato alla Terza guerra d’indipendenza e un bisnonno di origini campane che si chiamava Antonio ed è menzionato come un combattente garibaldino - prosegue Caruso -. Un legame che attraversa le generazioni ma è saldamente ancorato alle lotte per la giustizia e la libertà. Il quadro che emerge dal libro di Casali è una serie di episodi, conosciuti solo da una cerchia di familiari ed amici, che riprendono vita dopo anni alla luce della grande lezione di umanità che si ricava da queste narrazioni".

"La forza della lotta antifascista e partigiana sotto questa lente non si ammanta mai di crudeltà verso il nemico, una buona dose di ironia ed autoironia accompagna anche i momenti più drammatici - conclude -. L’ansia della speranza che la Liberazione comportò per quei ragazzi combattenti a venti anni, non nasconde di lì a pochi anni, la delusione per la svolta che la politica assunse nel realismo spesso cinico del Dopoguerra. Vale la pena davvero di leggere questo libro, corredato di immagini, articoli e testi che costituiscono un altro grande capitolo nel romanzo, mai completo, della Resistenza del nostro Paese".                         

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