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Dalla violenza su donne e bimbi alle guerre: al Liceo Classico il progetto "In-vulnerabili"

Sono state poste alla attenzione dei partecipanti alcune toccanti testimonianze lette ed interpretate dalla professoressa Stefania Polidori.

La sala Icaro del Liceo Classico "Morgagni" di Forlì ha ospitato un appuntamento di sensibilizzazione del mondo della scuola sul tema della violenza. L’incontro, introdotto dal dirigente scolastico Marco Lega, si è svolto alla presenza di alcuni rappresentanti del Lions Club Forlì Giovanni de Medici” (il presidente Claudio Cortesi, Mauro Casadio e Marina Monti Farolfi) da sempre sostenitore sensibile e convinto del progetto.

Il gruppo di progetto “In-vulnerabili” costituito da rappresentanti del mondo sanitario, universitario, della scuola e dell’arte, ha offerto agli studenti ulteriori spunti di riflessione su un fenomeno quanto mai diffuso, poliedrico nelle sue manifestazioni e purtroppo sempre attuale in considerazione anche dei recenti eventi politici e di cronaca. Davide Conti, storico, consulente della Procura di Bologna (processo ai mandanti della strage 2 agosto del 1980) ha in particolare fornito una lettura della violenza sulle donne e delle sue espressioni attraverso gli eventi bellici a partire dalla Prima e Seconda Guerra Mondiale fino all’attuale conflitto russo-ucraino con riferimenti anche al vissuto delle donne afgane e curde. A tal fine sono state poste alla attenzione dei partecipanti alcune toccanti testimonianze lette ed interpretate dalla professoressa Stefania Polidori. 

Il gruppo di progetto "In- vulnerabili" al Liceo Classico

Tiziana Iervese, dirigente medico al Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, ha invece affrontato il problema della violenza nei confronti di donne, bambini e persone “fragili” e delle gravi conseguenze sulla salute psico-fisica dell’individuo, conseguenze che possono riflettersi negativamente anche sulle future generazioni. Ha inoltre sottolineato la rilevanza di ampliare la conoscenza del fenomeno e la sensibilità nel riconoscerne i fattori di rischio e i primi segnali per poter promuovere interventi di prevenzione primaria. 

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