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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Urta col camion aziendale e l'azienda addebita al dipendente i 529 euro di danno al paraurti: protesta la Fiom-Cgil

Arriva la protesta della Fiom Cgil per la scelta di un'azienda di Predappio di addebitare ad un suo lavoratore il costo di riparazione del camion aziendale a causa di un piccolo incidente stradale.

Arriva la protesta della Fiom Cgil per la scelta di un'azienda di Predappio di addebitare ad un suo lavoratore il costo di riparazione del camion aziendale a causa di un piccolo incidente stradale. Si tratta di 529 euro, una cifra modesta per l'azienda, ma che invece rischia di impattare in modo significativo sulla retribuzione del lavoratore, circa 1.300 euro. Mentre l'azienda impiega oltre 40 dipendenti e vanta un fatturato che dai 4,5 milioni di euro del 2021, che è salito a 8 milioni nel 2022. L'incidente è avvenuto per una manovra in retromarcia del camion, che ha urtato un’auto di passaggio. Se i danni a terzi sono stati coperti dall'assicurazione, è rimasto scoperto il danno al proprio mezzo, un piccolo colpo al paraurti.

L'addetto è uscito dall'azienda per cui la trattenuta è stata applicata sul conguaglio di chiusura della posizione lavorativa. La Cgil, in una nota, parla di un precedente anche per tutti gli altri lavoratori: “L'azienda realizza impianti elettrici, fotovoltaici civili e industriali del nostro territorio. L’episodio in questione riguarda la grave, a nostro avviso, mancanza di assunzione di responsabilità e di tutela da parte dell’azienda nei confronti dei dipendenti”.

E spiega la Cgil: “Infatti questi operano costantemente e giornalmente anche nella manutenzione dell’illuminazione pubblica, dove utilizzano un camion con cestello elevatore per lavorare in quota e procedere così alla riparazione dei corpi illuminanti stradali. Come possiamo immaginare, e come ci capiterà sicuramente di vedere, questo mezzo dalle dimensioni importanti è costretto a posizionarsi e a lavorare ai bordi delle strade, strade che possono essere strette, larghe, e più o meno trafficate, con auto parcheggiate subito sotto, di lato ecc. Chiaramente lavorando tutto il giorno per otto o anche più ore, al freddo di inverno, al caldo d’estate, può capitare prima o poi un imprevisto: una manovra sbagliata, un angolo cieco, un attimo insomma per avere un incidente, sia esso di lieve entità oppure anche più grave”.

La domanda che pone la Fiom-Cgil è cosa succederebbe se il danno fosse ingente: “Fortunatamente in questo caso parliamo di un incidente di lieve entità: “La prima considerazione che balza alla mente è la differenza di peso specifico che 529 euro hanno nelle finanze di un dipendente peraltro sempre a nostro avviso non correttamente inquadrato a livello retributivo per le mansioni svolte (ma questo riguarda un discorso a parte), rispetto al peso che questa cifra ha nelle casse di una azienda che fattura 8 milioni di euro. La seconda considerazione, e questa è ben più grave, riguarda la freddezza con la quale un’azienda di queste dimensioni scarica le responsabilità sui lavoratori, responsabilità che in caso di incidente più grave impatterebbe su questi ultimi in maniera assolutamente non affrontabile”.

E domanda: “Come è possibile infatti porre la responsabilità di un mezzo che può costare oltre 100 mila euro a carico esclusivo di un dipendente che di euro ne prende 1.300 mensili? Come può un lavoratore dipendente assumersi il rischio di poter trovarsi a risarcire un danno per rifondere il quale impiegherebbe mesi o anni? In quale condizione psicologica può doversi trovare a lavorare un operaio sapendo che in caso di incidente, i successivi mesi o anni di lavoro serviranno solo a risarcire il proprio datore di lavoro? Da due mesi ormai stiamo discutendo con l’azienda, esortandola a non applicare la trattenuta, che costituirebbe un gravissimo precedente per i suoi dipendenti”. 

Ed infine: “Per noi questo comportamento è assolutamente inammissibile. Basterebbe davvero poco ad una azienda per farsi carico di questa responsabilità, per esempio stipulando una polizza kasko che, con poche centinaia di euro in più all’anno solleverebbe i lavoratori da questo insostenibile rischio, e consentirebbe di mantenere intatta l’alta reputazione di cui gode”.

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