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Cronaca

Davide, centista in Accoglienza Turistica: "Turismo domestico? Un'opportunità per innamorarsi dell'Italia"

Davide Marzelli si è iscritto all'istituto alberghiero "Artusi" di Forlimpopoli, indirizzo Accoglienza Turistica, completando il percorso di studi col massimo dei voti

Da piccolo avrebbe voluto fare il cuoco. Una passione che non si è mai spenta col passare del tempo. Poi una problema di saluto l'ha spinto a seguire un altro ramo di cui ha nutrito sempre un particolare interesse, quello del turismo. E così Davide Marzelli si è iscritto all'istituto alberghiero "Artusi" di Forlimpopoli, indirizzo Accoglienza Turistica, completando il percorso di studi col massimo dei voti. Dice di sè: "Sono un ragazzo come tanti che abita nella periferia di Forlì, ad oggi quasi diciannovenne, che, oltre allo studio, ha amicizie ed interessi nonché sogni ed ambizioni che spera di realizzare. Mi piacciono la musica, l'informatica, leggere, organizzare uscite con gli amici, ma anche passare del tempo con la mia famiglia".

Come mai ha scelto l'indirizzo di Accoglienza Turistica?
In generale la scelta dell'Istituto alberghiero mi era chiara fin dalla scuola Primaria: infatti, ho sempre voluto fare il cuoco. Il mio rendimento scolastico è sempre stato buono quindi i professori della secondaria di primo grado mi spronarono ad "allargare" le mie valutazioni quando si stava avvicinando il tempo di decidere la scuola superiore, ma alla fine ho scelto di seguire la mia passione. Tuttavia, lungo il percorso ho scoperto che Accoglienza Turistica mi appassionava ed entusiasmava ugualmente, presentando risvolti che non conoscevo e non avevo mai considerato. Così, quando mi è stata diagnosticata una dermatite molto aggressiva alle mani, la scelta definitiva è venuta in maniera naturale e senza rimpianti.

Come si è trovato?
La mia esperienza è stata un continuo crescendo, più andavo avanti e più mi appassionavo. Tutto questo grazie ai contenuti da studiare e certamente ai professori che mi hanno accompagnato nei tre anni finali: infatti penso che senza di loro molti stimoli e opportunità non ci sarebbero stati. Ovviamente è stato in alcuni momenti difficile, ma credo che se ti piace ciò che studi e fai, la fatica è sopportabile e quello che veramente rimane è una grande soddisfazione.

Ha avuto esperienze lavorative in tal ambito?
Oltre a tre esperienze di alternanza scuola-lavoro nel territorio forlivese non ho avuto altro.

Quello del turismo è stato tra i settori più colpiti dalla pandemia da covid-19...
Il settore turistico nonostante tutto se l'è sempre cavata e sicuramente se la caverà anche questa volta. Diversi personaggi autorevoli e competenti hanno proposto varie idee a riguardo e la maggior parte opta per un turismo domestico e di prossimità con particolare attenzione, ovviamente, alla sicurezza (distanziamenti, igienizzazioni e pulizia) e anche alla natura, nonché la sostenibilità e la scoperta genuina delle destinazioni. Tutto ciò a parer mio è giusto, ma credo che interessi soprattutto il breve termine (quindi sicuramente quest'anno, e probabilmente alcuni tra i prossimi).

Può essere un'opportunità per scoprire le meraviglie d'Italia...
Certo, mi auguro che i turisti italiani che sceglievano l'estero prendano questa "opportunità" e si innamorino dell'Italia scegliendola anche in un più lontano futuro. Tuttavia credo che nel medio termine la situazione si ri-stabilizzi anche per l'estero, penso ai paesi extraeuropei, visto che per i paesi europei si stanno già facendo passi avanti; conosco alcuni amici che hanno intenzione di fare un viaggio, anche se corto, verso destinazioni nell'Unione Europea.

Cosa occorrerà?
Azioni di marketing, ponendo attenzione alla promozione e quindi la comunicazione, saranno necessarie. In conclusione, oltre quello che ho già detto e il superamento di problematiche di vario genere, sono convinto che la voglia e il desiderio di viaggiare che ognuno di noi ha, riemergerà e risolleverà il settore, superando la paura e le varie difficoltà. Tutto questo nell'ottica e nella speranza di un un'evoluzione sempre migliore della situazione pandemica.

Cosa le è mancato della scuola durante il lockdown?
Sicuramente mi è mancato il contatto con le persone, ma anche le esperienze e i ricordi che si vanno a creare a scuola. La classe in presenza è "viva", mentre da un computer è molto più passiva e la relazione più difficoltosa, sia tra studenti che con i professori.

E' stata una maturità diversa dalle precedenti. Secondo lei più facile o difficile?
Penso che se una cosa, qualunque essa sia, la si vuol far bene l'impegno e la difficoltà ci siano sempre. C'e' stata molta incertezza a livello organizzativo fin quasi all'ultimo e questo è stato per me molto stressante. Penso che, probabilmente, con un esame normale, fra noi studenti ci sarebbe stata più ansia ed emotività data dalla presenza fisica di tutti noi; ma è solo una mia supposizione.

Ora cosa farà?
Ora continuerò a studiare. Seguirò corsi di specializzazione e l'Università. 

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