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Cronaca

Decapitata la "banda dei lingotti d'oro", un arresto a Forlì: si era nascosto dalla sorella per evitare la cattura

Nella città i mercuriale gli uomini dell'Arma hanno assicurato alla giustizia un 26enne di nazionalità albanese

Per sfuggire all'arresto si era nascosto a casa della sorella. E quanto si trovato di fronte i Carabinieri non ha nascosto un certo stupore. E' stata interessata anche Forlì dall'operazione coordinata dalla Procura di Monza, che ha permesso di sgominare un sodalizio specializzato nei furti in abitazione e nel riciclaggio e ricettazione della refurtiva. Nella città i mercuriale gli uomini dell'Arma hanno assicurato alla giustizia un 26enne di nazionalità albanese.

Su di lui pendeva un'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di “riciclaggio in concorso”. Il provvedimento è stato eseguito dai militari della Sezione Operativa al termine di un'attività investigativa. In particolare, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l'uomo aveva un ruolo chiave nel riciclaggio dell'oro. All'arrivo dei militari, il 26enne si è mostrato stupito, convinto probabilmente di trovarsi al riparo da catture.

Ora si trova alla Rocca a disposizione della magistratura. L'indagine ha portato all'arresto di 15 persone. Nel mirino sette albanesi, sei italiani e due egiziani). Secondo quanto appurato dai detective dell'Arma, c'era chi si occupava materialmente dei furti, chi aveva il compito di curare la prima fase di "gestione" del bottino e chi - in ultima battuta - era specializzato nel rimettere quello stesso bottino, anche se in forma diversa, sul mercato.

Il lavoro dei carabinieri di Sesto San Giovanni è iniziato nel maggio del 2018 e ha permesso di arrivare a Paderno Dugnano, dove c'erano due basi operative con a capo due cittadini albanesi dediti al riciclaggio dei gioielli rubati nelle case. Tra Milano e Monza, invece, i militari hanno rintracciato i gruppi che entravano in azione: tutti albanesi che pianificavano ed eseguivano i blitz nelle abitazioni di tutto il Nord Italia. Tra Milano e Savona gli investigatori hanno individuato due compro oro ed un negozio di bigiotteria che lavoravano l'oro fondendolo e spedendolo poi ai banchi metallo per trasformarlo in lingotti da vendere.

L'inchiesta si conclusa con quindici ordinanze di custodia cautelare (dieci in carcere e cinque ai domiciliari) emesse dal giudice per le indagini preliminari di Monza a vario titolo per "furti in abitazione", "ricettazione" e "riciclaggio" di monili preziosi e orologi. In arresto è finito anche un "wealth manager", un gestore del patrimonio che lavora "per una importante holding finanziaria", anche lui implicato nel giro di lingotti. Su disposizione dell'autorità giudiziaria sono stati sequestrati beni per un valore superiore ai 315mila euro.

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