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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Decreto Sicurezza, Drei fa resistenza: "Nessun automatismo nelle cancellazioni di stranieri"

La nuova norma, infatti, prevede per i richiedenti asilo la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, ma non la residenza

Disapplicare il Decreto Sicurezza voluto dal ministro Salvini per quanto riguarda la non iscrizione dell'anagrafe comunale dei richiedenti asilo? Sul punto escono con un comunicato congiunto il sindaco di Forlì Davide Drei e l'assessore al Welfare Raoul Mosconi. La nuova norma, infatti, prevede per i richiedenti asilo la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, un documento valido come documento di identità, ma non l'iscrizione all'anagrafe come residenti con la conseguenza di non poter ottenere la carta d'identità vera e propria e una serie di servizi connessi alla residenza. Secondo alcuni l'accesso ai servizi è garantito dalla legge nel luogo di domicilio, secondo altri la mancanza di residenza e di carta d'identità renderà non agevoli numerosi servizi pubblici e privati dove viene richiesta una residenza.

Commentano Drei e Mosconi: “Come avevamo ampiamente previsto e richiesto, inviando un Ordine del Giorno deliberato dalla Giunta Comunale al Ministro dell'Interno e al Governo proprio nei giorni in cui si stava discutendo il Decreto Sicurezza sui migranti richiedenti asilo, con l'inizio del nuovo anno stanno emergendo tutti i limiti di questa normativa. Limiti che ora, alla luce degli effetti diretti misurati a partire da ciò che avviene negli Uffici Anagrafe, si stanno palesando con evidenza e in modo inequivocabile, sia rispetto alla vita delle persone ma anche rispetto alla azione di governo degli enti locali e territoriali, ai temi della sicurezza e dell'applicazione normativa”.

Il partito di sinistra 'Possibile' che fa capo all'ex Pd Pippo Civati, in un comunicato, ha già avanzato richiesta al sindaco Davide Drei di non applicare quella parte del Decreto Sicurezza che riguarda i servizi anagrafici, come ha già dato indicazione di fare il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, facendo scoppiare una bufera politica, con minacce di denunce da parte del ministro Salvini. Anche la Lega a livello locale contesta 'Possibile' e definisce il suo invito una “istigazione a delinquere”. Che cosa farà Drei? Sul punto la nota si limita a dire che “non prevediamo automatismi da parte dell'Anagrafe nelle cancellazioni di persone oggetto del decreto”, senza tuttavia definire meglio i criteri per le iscrizioni di richiedenti asilo.

Dal punto di vista politico Drei e Mosconi spiegano che “il risultato determinato dalla mancata iscrizione anagrafica di centinaia di persone che, sempre in virtù di quanto previsto dal provvedimento, continueranno a permanere sul territorio, creerà una fascia sociale di uomini, donne e bambini meno visibili, privi di documenti (ad eccezione del permesso di soggiorno), maggiormente vulnerabili sotto tanti punti di vista e la cui dimensione resterà sconosciuta e estranea alla classificazione dei fenomeni demografici. I problemi che si stanno registrando in tutto il territorio nazionale impongono che si faccia immediata chiarezza sulla legittimità costituzionale del Decreto Sicurezza rispetto ai diritti umani”.

“E' altrettanto necessario avere una risposta sui possibili conflitti normativi ingenerati dall'applicazione di quanto previsto dal decreto rispetto a norme e Codici vigenti perché, diversamente, l'unico risultato sarà quello di aver creato una situazione di precarietà strutturale. Pertanto il Comune di Forlì chiede a gran voce, unendosi a molti altri Comuni Italiani e nella prospettiva indicata dal Presidente dell'ANCI Antonio Decaro, la sospensione immediata del Decreto Sicurezza e l'apertura del confronto con i sindaci per una revisione del provvedimento coerente con la Costituzione, con le leggi, i diritti fondamentali dell'uomo e con la sicurezza effettiva delle nostre comunità”.

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