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"Dialogo, riconciliazione e cura del creato come strumenti di pace duratura"

Cattedrale di Forlì gremita per la celebrazione della Giornata mondiale della Pace 2022. Il vescovo mons. Livio Corazza ha consegnato alle autorità cittadine, fra cui il sindaco Zattini, copia del Messaggio di Pace di papa Francesco

“L’anno che inizia sia un cammino di speranza e di pace, non a parole ma attraverso gesti quotidiani di dialogo, di riconciliazione e di cura del creato”. Cattedrale di Forlì gremita, sabato 1° gennaio, per la celebrazione della Giornata mondiale della Pace 2022. Dopo un breve commento al messaggio di papa Francesco, dal titolo “Educazione, lavoro, dialogo tra le generazioni: strumenti per edificare una pace duratura”, sono seguite le testimonianze di alcuni operatori forlivesi del mondo della scuola e della didattica, fra cui quella di Yousif Fuseini, giovane imprenditore già allievo del Cnos-Fap salesiano di Forlì.

Giornata mondiale della Pace 2022

“Nel primo giorno dell’anno - esordisce il vescovo Corazza nell’omelia della messa - la liturgia celebra la Santa Madre di Dio, Maria, la Vergine di Nazareth che ha dato alla luce Gesù, il Salvatore. Quel Bambino è la benedizione di Dio per ogni uomo e donna, per i figli e figlie di Dio”. Gesù è venuto a portare la pace, per tutti. “Per questo - continua il celebrante - papa Paolo VI ha deciso, 55 anni fa, di dedicare il primo giorno dell’anno alla pace, alla consapevolezza e alla responsabilità dei singoli e delle Istituzioni verso la pace”. Il vescovo ripropone le tre vie di pace già idealizzate dal papa: “Anzitutto, il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi; in secondo luogo, l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo; infine, il lavoro, per una piena realizzazione della dignità umana. Si tratta di tre elementi necessari per «dare vita ad un patto sociale», senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente. Se diventiamo artigiani di fraternità, potremo ritessere i fili di un mondo lacerato da guerre e violenze”.

Nel Vangelo, i pastori sono nostri modelli di fede e di testimonianza. Di fede, perché credono senza vedere. Non vedono ciò che gli angeli hanno annunciato loro. Si mettono in viaggio, pensando di vedere un figlio di Re e trovano un bambino figlio di povera gente nato in un luogo di fortuna, in una mangiatoia, eppure se ne tornano lodando Dio per ciò che hanno visto e udito. Ecco, i pastori tornano a casa… “Tornando a casa, dovremmo girare le statuine del presepe perché il vangelo di oggi è il vangelo del ritorno a casa dei pastori. Non sono più inginocchiati davanti alla grotta, come a Natale, tornano a casa. Il loro posto lo prenderanno i Magi. I pastori oggi tornano a casa e fanno due cose: rendono lode a Dio, all’amore di Dio, alla sua misericordia e portano la pace ricevuta da Gesù”. Anche noi, come i pastori, siamo stati convocati, qui e ora, per vedere con i nostri occhi e sentire con le nostre orecchie le meraviglie del Signore. Il Signore ci ha chiamato perché vuole ripetere oggi ciò che era capitato ai pastori: la pace va portata concretamente da qualcuno. Ognuno è un artigiano di pace. “Anche noi usciremo da questo incubo del virus, se tutti faranno la loro parte. Impariamo da Maria che serbava-custodiva tutto nel suo cuore. Meditava e ci tornava su. Non sempre ciò che succedeva in lei e attorno a lei era immediatamente comprensibile, ma non perdeva una parola, un segno di quello che le succedeva… e vedeva la volontà del Signore realizzarsi, giorno per giorno”.

“Anche il sindaco Gian Luca Zattini, che prende la parola al termine della messa, si rivolge ai presenti con un invito alla pace e alla coesione, a partire da una politica di sostegno alla famiglia: “Dobbiamo ritornare a fare figli per dare un futuro alla nostra società”. Una comunità che ama la pace deve avere grande attenzione al mondo del lavoro, alla formazione e alla scuola”. Anche il primo cittadino, che prende la parola al termine della messa, si rivolge ai presenti con un invito alla coesione: “Al mattino ho portato i fiori alla madre del primo bimbo nato a Forlì nel 2022 (si chiama Gabriele): io credo che nelle nostre famiglie dobbiamo riscoprire la gioia di avere un bambino, che è poi una ricchezza per l’intera comunità”. Una società che ama la pace deve avere grande attenzione anche al mondo del lavoro, alla formazione e alla scuola". Dopo un plauso al 66° Reggimento Aeromobile Trieste di Forlì impegnato in Libano, Zattini esprime la sua preoccupazione per il covid, virus che si pensava in regressione. “Dobbiamo essere coesi anche su questo fronte, fare tutti la nostra parte per vincere la battaglia”. Da tanti piccoli gesti si crea la grande pace. 

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