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Cronaca

Tornare all'Ausl di Forlì? Frenata dal centro-destra in Consiglio comunale. Il sindaco: "Non ho mai pensato ad Ausl diverse"

Il tema, messo sul tavolo del dibattito politico da Fratelli d'Italia nelle scorse settimane, vede una serie di frenate nel corso del consiglio comunale di giovedì pomeriggio tutto sul tema della sanità

Nessun ritorno all'Ausl di Forlì, con l'uscita dall'Ausl unica della Romagna. Il tema, messo sul tavolo del dibattito politico da Fratelli d'Italia nelle scorse settimane, vede una serie di frenate nel corso del consiglio comunale di giovedì pomeriggio tutto sul tema della sanità, alla presenza del direttore generale dell'Ausl Romagna Tiziano Carradori e dell'assessore regionale alla Salute Raffaele Donini.

E a “tagliare la testa al toro” ci ha pensato infine il sindaco Gian Luca Zattini, in chiusura del dibattito: “Nessuno in questa amministrazione pensa ad Ausl diverse dall'attuale, ero sindaco di Meldola quando iniziò il percorso di fusione ed eravamo consapevoli che era un percorso difficile e lungo, ma che ci porta benefici”. Ed aggiunge: “Con l'amico Carradori il rapporto è costante e giornaliero”.

Nel corso del dibattito, non sono mancate, però le frizioni, specialmente quando il capogruppo Pd Soufian Hafi Alemani ha incalzato il primo cittadino: “Non capisco le forze politiche che chiedono il ritorno all'Ausl di Forlì, mentre il sindaco dice 'Noi siamo contrari', dato che non si capisce chi si intenda con il 'noi' della sua maggioranza”. D'altra parte, ha rilevato Alemani, “il sindaco di Forlì siede nell'ufficio di presidenza della Conferenza socio sanitaria territoriale, ed è lì che si dovrebbe trovare una discussione. Ma a leggere i verbali dell'ufficio di presidenza non si trova una posizione contraria del sindaco”. Sul tema dell'automedica 'Mike 42', invece, per il capogruppo dem “roboanti comunicati hanno ingenerato la preoccupazione tra i cittadini che se c'è un emergenza non ci sono medici che vadano a soccorrerli”.

Massimiliano Pompignoli, capogruppo della Lega critica: “Nel 2014 l'Ausl Romagna è stata imposta dalla Regione, eppure questa linea non è stata tenuta nel resto della regione. Non dico che dobbiamo tornare indietro, ma ragionare da dove siamo partiti con l'Ausl unica. Lo scopo era razionalizzare i costi e dare maggiori servizi? Veniamo a sapere che c'è un deficit sanitario in Emilia-Romagna di 880 milioni e poi iniziano a mancare dei servizi, come l'automedica di Meldola. Si tolgono i servizi, ma poi si assumano direttori, con un modello organizzativo che fa acqua da tutte le parti. Con l'Ausl unica bisogna razionalizzare la spesa e dare più servizi al cittadino e questo non sta avvenendo. Bisogna quindi chiedersi come si spendono i soldi”.

Eros Brunelli per il M5S giudica “una scelta molto sbagliata cancellare la Mike42, una scelta da ridiscutere nel più breve tempo possibile”, anche perché se togliere l'automedica è “per dare personale al pronto soccorso, questa non è che una toppa temporanea”, dato che “in pronto soccorso ci sono turni massacranti con responsibilità altissime, e questo spiega la poca attrattività del lavoro al pronto soccorso”. 

Trovati i fondi per ampliare il pronto soccorso

Lauro Biondi (Forza Italia) chiede di andare avanti con l'Ausl unica: “L'Ausl Romagna è una scelta che per noi resta strategica, il problema non è tornare indietro, ma migliorarla. Anzi il modello deve essere esportato nel resto della Regione, se gestito bene può portare vantaggi sul piano della qualità e dei costi, va distribuito su tutta la regione”. Va all'attacco Federico Morgagni,capogruppo di Forlì & Co: “La destra a livello locale fa la paladina della sanità, ma al governo fa il contrario. Il sottofinanziamento della sanità è stato trasversale a tutti i governi, ma quello attuale sta facendo del suo meglio per superarli tutti con un modello di fisco non progressivo”. Ed infine: “Riaffermiamo il valore dell'azienda unica che ci ha fatto crescere e rendere autosufficienti, mentre prima non lo eravamo”. 

Fabrizio Ragni, in rappresentanza di Fratelli d'Italia va all'attacco: “Non possiamo non evidenziare la disparità di trattamento che penalizza Forlì. Nel corso degli anni a Ravenna, Faenza e Lugo i Pronto soccorso sono stati ampliati o ristrutturati, per Cesena i fondi sono stati già stanziati, c'è il progetto del nuovo ospedale. E a Forlì? Nulla. L'eliminazione dell'automedica a Meldola, con penalizzazione del servizio nel comprensorio forlivese. S'è interrotta la fondamentale importanza della 'catena di soccorso' in cui ogni anello gioca sempre un ruolo fondamentale per il buon esito del soccorso alle persone in difficoltà. Parliamo della differenza che passa dalla vita alla morte. I dirigenti di Ausl Romagna hanno deciso di procedere con l’eliminazione della Mike 42 - senza una preventiva discussione con le Istituzioni locali, Comune di Forlì incluso – avviando una riorganizzazione che ha penalizzato di fatto soltanto il territorio forlivese”.

E sempre nell'ambito del centro-destra, la lista 'Centro-destra per Forlì' spiega, per bocca del consigliere Francesco Lasaponara che “tornare indietro per noi resta un slogan e una remota possibilità”, però “il caso della Mike42 di Meldola ci deve portare a una riflessione super partes e allargata ai temi della sanità: occorre una lucida rivisitazione delle risorse, con misure serie per assumere medici di base e territorializzare l'assistenza sanitaria”. 

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