"Continuiamo la ricerca di risorse per il bene della chiesa e del territorio"
Sono sette le chiese del forlivese escluse dal Pnrr: il Duomo di Forlì, il Carmine e il campanile di San Mercuriale, il santuario di Fornò, la Badia di Sant’Andrea a Dovadola, la chiesa di San Donnino a Rocca San Casciano e infine la Cattedrale bertinorese di Santa Caterina
“Il patrimonio che vogliamo salvaguardare è insieme strettamente culturale e religioso. Continuiamo la ricerca di risorse per il bene della chiesa e del territorio, in comunione con le altre diocesi. La posta in gioco è importante”. Così il vescovo di Forlì-Bertinoro, Livio Corazza, in merito alla ristrutturazione dei luoghi di culto del Forlivese. Sono sette le chiese escluse dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza): il Duomo di Forlì, il Carmine e il campanile di San Mercuriale, il santuario di Fornò, la Badia di Sant’Andrea a Dovadola, la chiesa di San Donnino a Rocca San Casciano e infine la Cattedrale bertinorese di Santa Caterina. Per alcune la messa in sicurezza è indilazionabile: si provvederà con altre risorse, a cominciare dall’8xmille alla chiesa cattolica.
“Erano tutti studi di massima - dichiara il responsabile dell'Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, arch. Claudio Giannelli – e il loro inserimento all’interno del Pnrr sarebbe avvenuto alla luce delle valutazioni effettuate dalle Soprintendenze territorialmente competenti”. Nel complesso si è ipotizzato un importo lavori nell’ordine di 8 milioni di euro. La Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, in una nota ufficiale diffusa subito dopo la decisione del Governo, anche su sollecitazione dello stesso vescovo Corazza, esprime lo “stupore per il mancato finanziamento dei progetti presentati dalle diocesi romagnole per il recupero e il miglioramento antisismico di luoghi che possiedono un elevato valore religioso, culturale e che sono rappresentativi per le comunità e i territori di riferimento”.
Lascia perplessi anche il fatto che gli elaborati ritenuti meritevoli di attenzione e di finanziamento, riguardino solo le province emiliane. In attesa di capire le motivazioni della clamorosa esclusione, resta la necessità di intervenire urgentemente su alcuni edifici, utilizzando altre linee di finanziamento. Primo monumento della lista non può che essere la Cattedrale di Forlì: l’intendimento del vescovo è recuperare integralmente la chiesa madre dei forlivesi per il 2028, l’anno del sesto centenario del miracolo della Madonna del Fuoco. “C’è già un progetto unitario complessivo – continua Giannelli – che riguarda non solo la messa in sicurezza strutturale, ma anche gli apparati decorativi interni e il campanile, per un quadro economico che supera ampiamente i quattro milioni di euro”. Si era persino ipotizzato il rifacimento degli impianti audio e dell’illuminazione interna, che a questo punto andrà in subordine rispetto agli interventi strutturali, finanziati in gran parte con i proventi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. A parte il campanile di San Mercuriale, di cui sta per partire il cantiere di messa in sicurezza degli interni, l’altro grande “malato” vanamente ricompreso nell’elenco Pnrr, è il Carmine.
“Proprio in queste settimane – precisa il professionista – stanno rinascendo tetto e capriate dell’aula liturgica sotto la direzione dell’arch. Emanuele Ciani, ma subito dopo bisognerà intervenire anche sulle cappelle laterali e sul campanile, per consentire finalmente la sua riapertura al culto”. Giannelli esprime il suo rammarico anche per bisognosi l’esclusione del santuario di Fornò. A parte gli apparati decorativi interni e esterni, che necessitano di recupero e pulizia, la vera nota dolente per questa straordinaria chiesa circolare, edificata nel XV secolo dal misterioso eremita albanese Bianco da Durazzo, sta nell’umidità che la pervade da cima a fondo. “Fornò poggia su una falda d’acqua e bisogna procedere quanto prima per garantirne la piena messa in sicurezza”.