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Venerdì, 29 Settembre 2023
100 e maturi

Dario, diploma da centista dopo aver vissuto il dramma dell'alluvione: "Sono state giornate dure"

"Tra i valori del Canova ce n’è uno in particolare che la quasi totalità delle altre scuole non può vantare: la bellezza e la suggestività dell’ambiente in cui i ragazzi studiano", racconta Dario

Tra i centisti del Liceo Artistico e Musicale "Canova" di Forlì c'è Dario Battistini. Si definisce "un ragazzo curioso e appassionato di disegno, di storia dell’arte e filosofia. Riesco ad apprezzare varie forme d’arte: dalle più tradizionali a quelle più d’avanguardia". Nel suo percorso ha scelto l'indirizzo 'Audiovisivo Multimediale'. 

Dario, come è maturata questa scelta?
"Arrivato a fine del biennio mi trovai, come tutti, a dover affrontare la scelta dell’indirizzo. La scelta di frequentare il corso di 'Audiovisivo e Multimediale' affonda le sue radici nella scelta della scuola in sé. Già con il primo open day, all’età di 14 anni, mi resi conto che si trattava del corso più affine con la mia persona, nonostante io non fossi mai stato un portento in informatica (un ambito che non risulta di importanza fondamentale per il corso). Inoltre appariva ai miei occhi come l’indirizzo più proiettato verso il futuro e sul mondo lavorativo, una credenza diffusa ma pericolosa: i corsi del Canova non vogliono catapultare gli studenti direttamente nel mondo del lavoro e, una volta terminato il percorso di studi è del tutto possibile cambiare totalmente strada per seguire le proprie aspirazioni. Per questo risulta importante scegliere anche in base a quale corso si ritiene possa arricchire di più il proprio percorso e, perché no, divertire".

Quali sono le caratteristiche di questo corso?
"Questa risulta una domanda molto più complessa di quanto ci si aspetterebbe. Molti alunni del biennio (ancora indecisi su quale indirizzo percorrere) spesso non hanno ancora le idee chiare su cosa sia effettivamente il multimediale. Questa confusione deriva sicuramente dalla natura estremamente poliedrica dell’indirizzo in sé. Come dice il termine "multimediale" il corso si basa sull'idea che vengano coinvolti diversi medium espressivi all'interno di un unico progetto. La sua natura fluida lo rende anche l’indirizzo potenzialmente più in grado di fare esprimere l’interiorità dello studente nei modi più disparati, sia da un punto di vista tecnico che tematico. Ad una parte pratica di laboratorio tramite l’utilizzo di strumenti di editing (come Photoshop e Premiere) si affiancano una grande parte progettuale e il corposo programma di teoria: nel corso dei tre anni abbiamo studiato e approfondito la storia del cinema e della fotografia insieme a varie tecniche registiche è di inquadratura".

Ha già avuto esperienze formative in tal ambito? Cosa ha appreso?
"Singolarmente non ho ancora avuto alcuna esperienza ma, come classe, abbiamo partecipato a diverse iniziative volte alla realizzazione di progetti multimediali. Una di queste è stata la preparazione di due video, uno animato è uno in Live Action in memoria del Pedagogista Andrea Canevaro (1939-2022) e presentati a il Teatro comunale di Cervia il 15 aprile scorso. Io mi sono occupato, insieme a una parte della classe, al prodotto animato, facilmente reperibile su youtube e con il nome “I bambini perduti nel bosco”. Occupandomi della direzione artistica mi sono reso conto di quanto lavoro non visto si celi dietro a operazioni artistiche simili. E' stata comunque estremamente gratificante vedere il prodotto finito contando anche quanto mi aiutò nell’approfondire le mie vocazioni".

Si aspettava di diplomarsi col massimo dei voti?
"Ad essere sinceri durante la preparazione dell’esame era una prospettiva che non avevo minimamente calcolato. Non ho dato molta importanza al voto con cui sarei potuto uscire e il mio unico obiettivo era di coronare il mio percorso dando il meglio delle mie capacità per una questione di pura gratificazione personale. Non mi sarebbe dispiaciuto chiudere coi fuochi d’artificio, ma mai me ne sarei aspettati così tanti (ride, ndr)".

Qual è il suo giudizio del Canova?
"Il Canova, come ogni scuola ha i suoi punti di forza e i suoi talloni d’Achille. Mi limito a dire che, mentre altre scuole le si osserva fare costantemente a gara per quale sia la migliore da un punto di vista formativo, tra i valori del Canova ce n’è uno in particolare che la quasi totalità delle altre scuole non può vantare: la bellezza e la suggestività dell’ambiente in cui i ragazzi studiano. Smentendo subito che non si tratta di “una scuola dove non si fa niente”, il nostro Liceo Artistico riesce comunque a far passare un buon insegnamento senza prosciugare le energie e mortificare le vite private degli studenti che vivono il proprio percorso in un ambiente di non ostilità, accettazione delle diversità. La maggior parte dei problemi incontrati in questi 5 anni trovano le proprie radici nelle criticità generali dell’istruzione in tutta Italia, già largamente radicate nella gran parte degli istituti".

L'insegnamento più importante che ha ricevuto?
"E' sicuramente quello legato allo studio della filosofia, la materia che tra tutte mi ha lasciato di più anche da un punto di vista personale. La materia con la quale ho avuto anche l’onore e il piacere di partire durante il colloquio d’esame".

Il ricordo più bello degli ultimi anni?
"Uno dei tanti bei ricordi che mi vengono in mente è sicuramente molto recente ed è il viaggio di istruzione di quest’anno ad Atene. In Grecia abbiamo coronato la nostra esperienza scolastica uniti come classe e passando 5 giorni all’insegna della riscoperta della storia dell’arte classica, e non solo. Eravamo tutti consapevoli che, volenti o nolenti, sarebbe stata la nostra ultima grande esperienza come 5C e forse per questo motivo ricorderemo sempre quelle giornate passate in compagnia con grande affetto".

Cosa ne pensa della didattica a distanza incontrata nel periodo della pandemia?
"La didattica a distanza, nonostante le sue innumerevoli problematiche, ritengo sia stato l’unico modo in cui la scuola potesse, quantomeno sulla carta, proseguire senza che l’emergenza Covid la paralizzasse del tutto. “Innumerevoli problematiche” che, tocca ammetterlo, derivarono da noi studenti in primis. Del resto i professori non facevano altro che svolgere il proprio lavoro in modo regolare, semplicemente da remoto. Eravamo infatti noi alunni che, spesso e volentieri, decidevamo deliberatamente di non ascoltare le lezione per abbandonarci invece alla sofficità delle coperte. Si trattava in fondo di un periodo estremamente peculiare. Nel 2020 noi, ancora adolescenti, salpammo verso un contesto di totale insicurezza verso il nostro futuro e di grande instabilità politica e sociale. Immersi in un mare così burrascoso, non dispiaceva affatto l’idea di staccare il cervello, anche durante le famose video lezioni. Soprattutto con lo svolgimento di queste ultime, le diverse tentazioni di occupare il proprio tempo con altro, e soprattutto di stare tutto il tempo al cellulare, furono per noi come i canti delle sirene. Ne derivò un anno e mezzo di insegnamento in dad che non riuscì sempre a dare i frutti sperati lasciando non poche lacune a livello didattico". Detto ciò, a mio parere, il vero demone che si portò inevitabilmente con sé la didattica a distanza fu uno solo: la digitalizzazione dell’apprendimento.

Può spiegare questo interessante aspetto?
"Per molto tempo abbiamo sentito borbottare (anche da me stesso) frasi come “nell’ultimo secolo tutti i settori della vita pubblica si sono sviluppati tranne la scuola che è ferma al 700”. È innegabile che con il lockdown la scuola dovesse evolvere e, oltre all’introduzione di metodi per fare lezione da remoto vennero anche messe a punto applicazioni per portare a una vera e propria digitalizzazione della scuola (che garantirono un rapporto di comunicazione studente-insegnante possibile 24 ore su 24). “Perfetto, ora la scuola può continuare a mantenere i contatti a distanza e procedere regolarmente” direbbe chiunque con entusiasmo. Il problema (e qui sono del tutto sicuro nel definirlo un problema) è che questi strumenti siano stati mantenuti anche una volta abbandonata del tutto la 'dad'. In questo modo, nonostante noi studenti frequentassimo la scuola dal vivo 7/24h, come in un contesto normale, l’incombenza scolastica finiva per non abbandonarci mai. Anche nel pomeriggio, o addirittura di sera, rimase possibile l’invio, da parte dei docenti, di nuovo materiale, mail, annunci, compiti, spesso percepiti da me come una densa e calda alitata sul collo da parte del professore di turno anche quando la sera avevo di tutto per la testa fuorché la scuola. I compiti a questo punto, non erano più da consegnare, o semplicemente mostrare, la mattina dopo al professore ma andavano consegnati al computer direttamente all’insegnante entro le 23:59. Parlo al passato solo perché, nella mia condizione di maturando non avrò più a che fare direttamente con queste problematiche. Il pensiero è però rivolto a tutti gli studenti che a partire da settembre inizieranno la scuola dovendo sottostare a questo estrema burocratizzazione dell’insegnamento (al quale purtroppo sono sottoposti anche gli stessi insegnanti)".

Prima della maturità c'è stata l'alluvione. Come ha vissuto quei giorni?
"Purtroppo il mese di maggio è stato non poco problematico a causa dell’alluvione. Io stesso sono stato colpito pesantemente anche se in famiglia stiamo tutti bene, cane e gatto inclusi. Abitando direttamente al fianco ad un fiume, quella dell’allagamento, è stata una prospettiva della quale la mia famiglia è sempre stata cosciente, ma mai ci saremmo aspettati un disastro di tali proporzioni. Sono state giornate dure, ma quanto meno mi auguro che quanto avvenuto nella nostra Romagna risulti per tutti come una cartina di tornasole sull’emergenza climatica. Quanto già pronosticato da tempo da scienziati ed ecologisti sta già avvenendo e il tempo per limitare i danni si sta inesorabilmente esaurendo".

Darà seguito al suo percorso di studi o ha cambiato progetti?
"Desidero continuare gli studi verso l’ambito dell’illustrazione e della progettazione multimediale. Per farlo dovrò iscrivermi presso una qualche Accademia ma sto ancora testando il terreno per scegliere bene dove andare. Non voglio prendere una decisione dettata da superficialità o da fretta".

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