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Cronaca

Colpito da ischemia cerebrale quando vennero ad arrestarlo all'alba, dirigente di polizia assolto da tutte le accuse

La vicenda dai contorni drammatici prese inizio da un'inchiesta di Trento del 2019 che portò a 9 custodie cautelari. Nel mezzo ci finì anche lui, che fino a qualche mese prima aveva vestito la divisa della Polizia di Stato per oltre trent'anni

L'incubo per lui, poliziotto di lungo corso e dirigente della Polizia autostradale di Forlì da poco in pensione, era iniziato all'alba del 18 gennaio 2019, quando si trovò i Carabinieri forestali alla porta della sua casa di Gatteo con un mandato di arresto. Pochi istanti dopo quella sveglia di soprassalto e quella perquisizione fu colpito da un grave malore, una doppia ischemia cerebrale che lo portò non in carcere, ma ad un ricovero all'ospedale Morgagni-Pierantoni, un episodio acuto da cui non si è più ripreso del tutto, anche a causa di uno stato di depressione che è seguito. E l'incubo durato tre anni per Alessandro Cincini, 61 anni, è terminato giovedì mattina in tribunale a Ferrara. Assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”.

La vicenda dai contorni drammatici prese inizio da un'inchiesta di Trento del 2019 che portò a 9 custodie cautelari. Nel mezzo ci finì anche lui, che fino a qualche mese prima aveva vestito la divisa della Polizia di Stato per oltre trent'anni, anche con funzioni direttive alla sottosezione di Forlì della Polizia Stradale dell'A14. Cincini in particolare venne coinvolto nelle vicende giudiziarie di un gruppo di soggetti romagnoli che si dedicavano all’uccellaggione e bracconaggio nelle zone del Delta del Po  e che avevano la base operativa nella Provincia di Forlì-Cesena. Indagato per gravi reati quali l’associazione a delinquere finalizzata al furto venatorio aggravato, ricettazione e favoreggiamento personale,  con pene edittali  massime sino a 10 anni di reclusione, si trovò quindi all'alba i carabinieri alla porta con l'ordine di condurlo in carcere. Non solo: nell'atto delle perquisizione vennero trovate varie armi – pistole e fucili – che vennero considerate detenute in modo illecito e per questo partì anche un'altra denuncia a suo carico. Una serie di eventi che lo fecero tracollare di salute.

Negli ultimi tre anni il funzionario di Polizia ha però ottenuto una serie di vittorie in tribunale: difeso dall'avvocato Nazzarena Barbarossa, aveva impugnato l’ordinanza di custodia cautelare e il Tribunale del Riesame di Bologna annullò per assenza di gravità indiziaria il provvedimento restrittivo. E' stato poi assolto dal Tribunale di Forlì per le armi, che erano tutte regolarmente detenute e con regolare porto d'armi, alcune ereditate dal padre, anche lui nella polizia, altre per la passione della caccia che non coltivava più. Giovedì mattina, infine, l'assoluzione più grossa, quella per l'associazione a delinquere: imputato dalla Procura di Ferrara, alla quale erano rimessi gli atti per competenza, nel processo ha spiegato che non aveva niente a che fare col gruppo dei presunti bracconieri (alcuni di loro hanno patteggiato). Dopo l'arringa finale della difesa dell'avvocato Barbarossa e dell'avvocato Giulia Versari, il Gup del Tribunale di Ferrara ha assolto con formula piena Cincini in un processo con rito abbreviato.

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