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Cronaca

Disabilità, l'osservatorio: "Combattere l'inciviltà e garantire il diritto alla mobilità"

Il presidente dell'Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna fa alcune riflessioni in coincidenza con la Giornata internazionale delle persone con disabilità

Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna fa alcune riflessioni in coincidenza con la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Istituita nel 1983, diffonde e rinnova il messaggio che occorre sostenere l’inclusione delle persone con  disabilità in ogni ambito della vita e per abbattere ogni forma di discriminazione. Secondo stime dell'Unione Europea le persone con disabilità che vivono all'interno di quest'organizzazione di Stati sono quasi 120 milioni a causa anche del progressivo invecchiamento della popolazione. Il numero degli studenti disabili nelle scuole in Italia è in aumento costante, come in Emilia-Romagna. I dati del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Ufficio scolastico Regionale per l’Emilia Romagna evidenziano una crescita di alunni con disabilità. Nella provincia di Forlì-Cesena gli alunni con handicap sono 1237.

Ingente anche il numero di persone che restano disabili a seguito di incidenti stradali in Italia: 100 mila casi l’anno di invalidità permanenti, di cui 20mila gravi (tetraplegie, paraplegie, perdita di arti, fonte ania) L’incidentalità quasi mai è causata dalla fatalità, ma è principalmente è frutto di comportamenti errati umani, in primis la distrazione. Oggi in forte aumento per la pandemia che produce effetti devastanti sul tessuto sociale (perdita del lavoro, limitazioni della libertà personale) dando origine ad un mix letale con il  nervosismo stradale, i cui danni sono troppo spesso irreparabili.

"Desideriamo, ora, focalizzarci sul loro diritto alla mobilità da cui discende - sottolinea Sorbi - un dovere per gli enti proprietari della strada di allestire e mantenere apposite strutture per  consentire ed agevolare la circolazione e la sosta dei veicoli al servizio delle persone invalide. E di rispettare le esigenze di fluida e sicura circolazione pedonale anche in termini di eliminazione delle "fonti di pericolo" e delle barriere architettoniche, con riferimento alle differenti  situazioni possibili, in rapporto alle occupazioni dei marciapiedi, per i quali deve essere comunque prevista una larghezza minima transitabile, e delle aree pedonali".

"Vogliamo ricordare che il contrassegno H è personale e non cedibile e non può essere esposto  su veicoli che circolino senza il disabile a bordo - conclude -.Sta crescendo il fenomeno della maleducazione e dell'inciviltà di alcuni automobilisti che occupano gli stalli H pur non avendone diritto o usando impropriamente il contrassegno, senza minimamente curarsi del fatto  che questi posti sono stati collocati in luoghi appositamente studiati per avere lateralmente lo spazio necessario per poter agevolare la salita e la discesa sia dei guidatori che dei passeggeri, anche con  carrozzina al seguito. L’inciviltà va aggredita anche sotto l’aspetto culturale, ma anche con azioni repressive".

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