Disastro ambientale lungo 3 chilometri di fiume: imprenditore forlivese a processo
Approda in Tribunale a Ravenna, per la sua prima udienza, il complesso processo a carico di 8 imputati per il dissesto ambientale delle sponde del fiume
Approda in Tribunale a Ravenna, per la sua prima udienza, il complesso processo a carico di 8 imputati per il dissesto ambientale delle sponde del fiume Savio, causato secondo le accuse, nel 2015-2016, dall'attività della centrale idroelettrica realizzata a Mensa Matellica nel 2015. Tra di loro c'è il forlivese Daniele Tumidei e due ravennati, Claudio Miccoli e Andrea Bezzi.
Le accuse sono sostenute dal pm Lucrezia Ciriello. Il processo è iniziato martedì mattina con l'esame del maresciallo dei Carabinieri Forestali di Ravenna che aveva svolto le indagini. E' stata un'udienza molto complessa e quindi si è conclusa nel tardo pomeriggio con il rinvio alla successiva udienza del 10 gennaio, sempre per l'esame di altri testi del Pubblico Ministero.
Il forlivese Tumidei, in particolare, è stato il legale rappresentante fino al 2017 della società proprietaria della centrale idroelettrica realizzata sul fiume Savio, mentre Miccoli era all'epoca dei fatti il geologo-dirigente e Bezzi il funzionario che hanno gestito la pratica amministrativa dell'impianto, entrambi all'ex Servizio Tecnico di Bacino dei Fiumi Romagnoli.
I tre romagnoli devono rispondere, assieme al progettista per lo studio di impatto ambientale Franco Frosio e da Alessandro Di Stefano, responsabile del procedimento amministrativo regionale sulla valutazione di impatto ambientale, di aver causato plurime e progressive frane su entrambe le sponde su tre chilometri a monte della centrale elettrica. Bezzi è anche accusato di abuso d'ufficio e rivelazione di segreti d'ufficio.
L'impianto per la produzione di energia elettrica avrebbe quindi messo in dissesto le sponde del fiume, danneggiando un ambiente ricco di vegetazione e fauna, danno che poi si è protratto nel tempo - sempre secondo le accuse a dispetto delle prescrizioni via via impartite dalle autorità per mettere in sicurezza le sponde. Per questo si trovano imputati per disastro ambientale anche i legali rappresentanti della società che si sono succeduti nel tempo: da Daniele Tumidei ad Andrea Fradagrada, Lorenzo De Cesare e Federica Di Ruzza. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Lorenzo Valgimigli, Max Starni, Alessandro Melchionda, Luca Orsini, Marco Riponi, Daniele Vicoli, Niccolò Bartolini Clerici, Andrea Sticchi Damiani e Giulia Bongiorno.
Nel processo sono presenti anche 12 persone offese, cittadini residenti a Mensa Matellica, Casemurate, Cannuzzo, Castiglione di Cervia, che hanno subito il danneggiamento degli argini davanti alla propria proprietà, difesi dall'avvocato Massimiliano Nicolai di Ravenna.