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Cronaca

Disobbedienza civile dei ristoranti, scatta la protesta anche a Forlì

Sta prendendo forma anche a Forlì e a Cesena l'iniziativa "#ioapro1501" nata sui social e che prevede l'accensione di bar e ristoranti il 15 gennaio in tutta Italia.

Sta prendendo forma anche a Forlì e a Cesena l'iniziativa "#ioapro1501" nata sui social e che prevede l'accensione di bar e ristoranti il 15 gennaio in tutta Italia. Una forma di protesta pacifica che vuole lanciare un grido di allarme al governo per la grave situazione che stanno vivendo i ristoratori e i gestori di bar e locali. Ad aderire per ora, tra Forlì Cesena, per ora, sono diversi locali. Nella città malatestiana in prima linea  ci sono i locali del centro storico, da Roovido alla Muccigna, dallo Chalet a Welldone, da Alex del Corso allo Zampanò, oltre a vari bar e una palestra. Per quanto riguarda l'area del forlivese attualmente - ma le cose sono in continua evoluzione per via della modalità della protesta - potrebbero aderire Il Giardino dei Sapori e altri esercizi pubblici.

"Non possiamo più andare avanti così: chiusi, aperti, chiusi a metà, asporto solo a pranzo... - spiegano i gestori de "Il Giardino dei Sapori" di Forlì - Non riusciamo più a starci dietro. Chi riesce a fare l'asporto un po' di spese riesce a pagarle, ma chi come noi lavora più che altro la sera e ora si vede bloccato anche l'asporto dopo le 18, cosa deve fare? Noi chiediamo di ripristinare le norme che c'erano quest'estate, fino alle 22 con il giusto distanziamento, magari anche con tavoli solo da 4. Per la protesta di venerdì sicuramente saremo accesi sia a pranzo che a cena, non so se faremo entrare la gente. Dobbiamo ancora accordarci sulle modalità, ma è importante che il governo capisca che le cose non vanno per niente e qui stiamo rischiando tutti il nostro futuro". 

 "Ogni giorno che passa - spiegano i gestori di Roovido, in piazza del Popolo a Cesena - vediamo i costosi investimenti anticovid fatti durante l'estate andare in fumo; siamo costretti ad affrontare dipendenti disperati che, in attesa di una cassa integrazione di 500 euro non ancora incassata, cercano di cambiare lavoro (quando lo trovano...). Noi cerchiamo di anticipare la cassa integrazione ai nostri dipendenti ma fino a quando saremo in grado farlo? E come facciamo con tutti i prodotti da buttare via perché scaduti? Avere un locale significa programmazione. Non riusciamo più a stare dietro ai colori, agli orari di chiusura, all'asporto vietato o permesso... E' un vero delirio. Eppoi bisogna ricordarsi che dietro a ogni locale ci sono famiglie che non vedono più un euro da mesi e piccole imprese che stanno per chiudere. E' un intero sistema produttivo che sta crollando".

"Non sappiamo ancora le modalità dell'iniziativa - concludono i gestori del Roovido - ma quello che vogliamo far arrivare al governo è che abbiamo bisogno di lavorare in piena sicurezza, seguendo le regole e senza provocare una crescita dei contagi. Siamo noi che chiediamo di essere controllati dalle forze dell'ordine anche una volta al giorno, e magari di aumentare il distanziamento dei tavoli, ma quello che vogliamo è poter riaprire e tornare alla nostra attività, altrimenti per molti di noi non ci sarà futuro".
 

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