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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Caos mascherine, ogni città fa a modo suo: porta a porta, omaggio nei supermercati, punti di distribuzione e drive-thru

La distribuzione affidata ai Comuni crea situazioni disomogenee, rischi di assembramenti, di iniquità e di accaparramenti. Vediamo come si sono organizzate le diverse città principali della Romagna

E' la prima grossa fornitura di mascherine per la popolazione quella che è in fase di distribuzione sul territorio. La Regione ha acquistato 3 milioni di dispositivi di protezione, di cui un milione destinato a chi svolge un'attività lavorativa necessaria. Ci sono quindi 2 milioni di mascherine per 4,5 milioni di abitanti dell'Emilia-Romagna. Ma sono le modalità di distribuzione, affidate ai Comuni, che rendono tale distribuzione a macchia di leopardo, creando situazioni disomogenee, rischi di assembramenti e di accaparramenti. Vediamo come si sono organizzate le diverse città principali della Romagna. 

A Forlì si è scelta la strada della totale distribuzione al domicilio. Le 52mila mascherine arrivate dalla Regione (per circa il 42% della popolazione) sono state imbustate in buste chiuse da due pezzi e messe nelle buche delle lettere. Il numero non varia con i componenti del nucleo famigliare, in quanto – è il ragionamento – devono essere utilizzate non per uscire tutti assieme in famiglia, ma solo per chi ha necessità, in primis il membro della famiglia che si reca a fare la spesa. La distribuzione è avvenuta in circa due giorni (giovedì e venerdì), utilizzando  la matrice organizzativa della raccolta 'porta a porta' dei rifiuti. Il gestore del servizio Alea ha fatto da regia, avvalendosi del proprio personale, dei volontari della protezione civile, di associazioni del territorio (tra cui gli scout) e dei quartieri. Altre 50mila mascherine arriveranno martedì e verrà adottato lo stesso metodo di distribuzione, completando così distribuzione a tutte le utenze domestiche, secondo le previsioni del Comune. Tra le problematiche segnalate ci sono alcuni furti dalle buche delle lettere (che rappresenta però un vero e proprio reato, per altro a volte sotto le telecamere dei sistemi privati di sorveglianza) e abbandono di mascherine in strada in quei condomini in cui le buche sono interne ai portoni e nessun condomino ha aperto al distributore.

Completamente diverso il sistema adottato a Cesena. Qui le 40mila mascherine sono in distribuzione venerdì e sabato in 200 punti vendita di alimentari, tra supermercati e negozi. A rifornire i punti vendita è stata la Protezione civile comunale. Bisogna quindi recarsi in una di queste strutture per avere una mascherina, il cui uso – viene spiegato – è indirizzato principalmente allo scopo di fare la spesa, e quindi una mascherina per acquirente. Per questo motivo per avere la mascherina gratuita della Regione sarà necessario effettuare un acquisto in uno dei punti vendita (viene quindi meno la gratuità, ma diventa più che altro un 'omaggio' al cliente). A Cesena ci saranno in media mascherine per il 42% della popolazione. Se tutti i cesenati l'andassero a prendere, circa la metà di essi la troverebbero esaurita. In base a questo sistema di distribuzione il carico di ogni punto vendita è di circa 500 persone, con una concentrazione media di circa 25 persone ad ora per punto vendita come assembramento potenziale. Un carico sufficiente a mantenere il distanziamento personale, tenuto conto che non tutti andranno a ritirarle, anche se ci potrebbero essere problemi all'ora di punta nei supermercati, che si potrebbero tradurre in file esterne più lunghe del solito. Il sindaco ha invitato ad evitare l'accaparramento ma di fatto non ci sono possibilità di controlli effettivi su un'equa distribuzione.

Un metodo intermedio è stato adottato dal Comune di Rimini. Qui sono arrivate 67mila mascherine, vale a dire per il 45% della popolazione. Circa 9mila mascherine vengono distribuite dalla Protezione Civile a livello domiciliare agli over 65 anni, in buste chiuse nella misura di una mascherina per famiglia. Questo sistema sgrava i soggetti più a rischio, gli anziani, di doversi sobbarcare di lunghe file ai punti di distribuzione (supermercati o farmacie) per avere la mascherina gratuite della Regione. I rimanenti 58mila pezzi vengono distribuiti davanti a 91 punti vendita del territorio, supermercati e farmacie. La distribuzione è a cura di squadre della protezione civile davanti ai negozi (una mascherina per persona), per cui a differenza di Cesena non è necessario effettuare acquisti o entrare all'interno delle strutture, e c'è un maggior controllo sull'equità della consegna. Per quanto riguarda la concentrazione di persone, se tutti i riminesi sotto i 65 anni le volessero (ma circa 6 persone su 10 le troverebbero esaurite) ogni punto di distribuzione ha in media un carico di 1.500 soggetti, circa 90 persone per ora, meno di una al minuto. C'è quindi un certo rischio significativo di assembramenti e di difficoltà a mantenere le distanze interpersonali nei punti più frequentati e nelle ore di punta. Un sistema misto simile è stato annunciato dai Comuni della Bassa Romagna (ma solo limitatamente alle farmacie e non ai supermercati), con modalità da definire dopo Pasqua.

Ancora diversa la modalità decisa per la distribuzione a Faenza. Qui le mascherine disponibili sono 26mila. La protezione civile ha individuato due grandi aree di sosta, dove le mascherine verranno consegnate ai conducenti delle auto incolonnate, dal finestrino, senza la necessità di scendere e di avere contatti interpersonali. Non sarà data la mascherina a chi si presenta a piedi o scende dal veicolo. Si è previsto di consegnare così 6mila pezzi in 4 ore di servizio per punto di distribuzione. Il calcolo, però, è di 750 veicoli per ora, vale a dire un veicolo ogni 4 secondi. Un ritmo molto serrato e rischi di ingorghi stradali. Le altre mascherine saranno distribuite dai quartieri, con punti di distribuzione sul territorio, ma non a porta a porta, secondo un calendario ancora da definire, e a partire da martedì.

Il Comune di Ravenna, infine, non ha annunciato tempi e modalità di distribuzione. Come criterio generale, il sindaco ha fatto sapere che il Comune ne distribuirà direttamente la metà alle persone nelle condizioni di maggiore fragilità, ad esempio anziani non autosufficienti o famiglie in difficoltà economica. In questo caso la dotazione sarà proporzionata a seconda dei componenti del nucleo familiare. La restante metà delle mascherine sarà in distribuzione con il supporto della rete delle farmacie.

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