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Smartphone vietati in classe, ecco la circolare del Ministero. Il prof: "Servono progetti educativi dalle medie"

L'APPROFONDIMENTO - "Nel momento in cui si utilizza il cellulare occorrerebbe fare educazione, sin da piccoli, all'uso dello stesso anche a scuola, perchè non stiamo parlando di un mostro", afferma il professor Marco Susanna

Smartphone vietati in classe. È stata infatti diffusa alle scuole la circolare, firmata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che contiene le indicazioni sull’utilizzo dei telefonini e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi. È confermato il divieto di utilizzare il telefono cellulare durante le lezioni, trattandosi "di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti", come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale numero 30 del 2007. L’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere chiaramente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale e della “cittadinanza digitale”. 

Le linee guida già in vigore (e le sanzioni disiciplinari)

Quali sono queste disposizioni? Nella già citata circolare numero 30 del 15 marzo 2007 si legge che "l'uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando". Per questo chi usa lo smartphone in classe commette "un'infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell'istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi".

Il parere dell'insegnante

"Occorre fare una distinzione tra scuola secondaria di primo grado e quella di secondo grado - premette il professore Marco Susanna, docente alla scuola media di Castrocaro, Dovadola e Rocca San Casciano -. E' chiaro che alle superiori c'è molto abuso di questi dispositivi. Ho avuto modo di verificare di persona che c'è molta libertà nell'uso ed è un fatto negativo, motivo per il quale sono d'accordo con la circolare del Ministero. Il problema è un altro. Nel momento in cui si utilizza il cellulare occorrerebbe fare educazione, sin da piccoli, all'uso dello stesso anche a scuola, perchè non stiamo parlando di un mostro. Alcuni infatti lo hanno a disposizione già nelle scuole primarie, ma non sono tantissimi se andiamo a guardare in modo approfondito. Anche tra gli studenti di prima e seconda media il telefonino non è particolarmente diffuso, mentre già in terza ce l'hanno quasi tutti".

Susanna ricorda che già esisteva una circolare interna che vieta l'utilizzo dei cellulari se non autorizzato dai docenti per attività didattiche. "E' diverso il discorso per quanto si fanno gite scolastiche ed uscite didattiche - puntualizza il professore -. Lo scorso anno, ad esempio, siamo andati con tre classi di terza media di Castrocaro in Francia per un gemellaggio di cinque giorni e chiaramente si è dibattuto sull'utilizzo dello smartphone. Abbiamo quindi fatto stilare dai ragazzi, ben 54, un regolamento, con l'approvazione ovviamente degli insegnanti e della preside. E garantisco che è stata un'iniziativa di responsabilità, che tutti gli studenti hanno seguito. Avevano stabilito ad esempio delle fascie d'orario di utilizzo, dove poterlo utilizzare, vietandolo durante l'ora di pranzo, e disponendo il ritiro dalle 20. Un'esperienza bellissima perchè aveva aperto al dialogo faccia a faccia. Quando si condivide un percorso, questo diventa infatti altamente educativo".

Quindi, conclude Susanna, "non c'è a mio avviso la necessità del divieto assoluto, ma condividere percorsi che partano tuttavia dalla scuola media, perchè farlo dalle superiori è già tardi. Bisogna trattare questi argomenti nelle fasi sensibili dell'adolescenza, come si fa con i temi riguardanti il fumo e l'educazione stradale. Sono perciò necessari progetti specifici sulle nuove tecnologie a 360 gradi sin dal medie, educando ad esempio all'utilizzo dell'emoticons presenti per i messaggi, coinvolgendo i ragazzi in modo diretto, andando così a creare un rapporto tra docente ed alunno che coinvolge anche le famiglie. I giovani vanno guidati e quando sentono che l'adulto che trovano davanti è autorevole, ma non autoritario, nasce un rapporto speciale". 

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