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Cronaca

"Donne oltre le mura": l'arte urbana arriva in carcere con il murales di Pax Paloscia

Il soggetto scelto per l'opera di street art è una fenice mitologica e simboleggia l'auspicio di “rinascere dalla proprie ceneri”

E' stato inaugurato venerdì il murales di "Donne oltre le mura: arte urbana in carcere", il progetto a cura di Città di Ebla in collaborazione con il Centro Donna del Comune di Forlì e la Casa Circondariale di Forlì, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dalle imprese che hanno contribuito con il loro supporto materiale, con il patrocinio della Fondazione Dino Zoli. Il progetto – iniziato nel 2020 ma che ha avuto una sua battuta d’arresto a causa della pandemia Covid-19 – si basa su un percorso di sensibilizzazione alla parità tra uomo e donna, contro la violenza e la discriminazione di genere, attraverso la produzione di un murale a tema collocato in un punto particolare della Casa Circondariale di Forlì: il corridoio all'aperto che permette agli ospiti di visitare i/le detenuti/e. Il murale è stato realizzato grazie alla partecipazione di alcune detenute della Casa Circondariale di Forlì nell’arco alcuni giorni (13-17 giugno) coordinate da Pax Paloscia, artista il cui lavoro è influenzato dalla cultura di strada ed è una continua contaminazione di linguaggi che vanno dalla pittura alla fotografia e dai collage ai video.

Pax ha già avuto un’analoga esperienza con il progetto Outside/Inside/Out – Arte a Regina Coeli, dove alcuni detenuti hanno avuto la possibilità di lasciare un segno della loro creatività sulle pareti interne del carcere romano. La realizzazione dell’opera, oggi visibile, chiude idealmente un percorso iniziato da Città di Ebla nel 2017 e proseguito negli anni successivi con il ripristino di due murales cileni in città e la realizzazione di tre murales ex-novo nell’area dell’Ex Fabbrica Battistini, oggi Piazzetta delle Operaie. 

“Agire in questo contesto – dichiara Claudio Angelini, direttore di Città di Ebla – per noi significa portare la pittura muraria verso un’esperienza viva. Non è il risultato estetico, pur pregevole, che ci interessa, ma il processo a cui abbiamo dato vita nei diversi contesti. Nel caso dei murales cileni è stato attivato un percorso di coinvolgimento con gli studenti del Liceo Artistico e Musicale Canova di Forlì, per i murales realizzati all’Ex Fabbrica Battistini con gli attuali residenti della zona del centro storico ed infine, in quest’ultima situazione, con tre ragazze detenute insieme a Pax Paloscia, ideatrice del bozzetto e conduttrice dell’azione pittorica, e da Barbara Longiardi, coordinatrice del progetto. Pertanto per noi il precipitato su muro non è altro che la testimonianza di un percorso vivo e che da questa vitalità trae forza ”.

Il soggetto scelto, una fenice mitologica, riguarda l'auspicio di “rinascere dalla proprie ceneri”, ad indicare un periodo difficile ed infausto della vita. Grazie ad esso l’individuo si forgia per rinascere più forte di prima. La sua collocazione, nel punto di congiunzione fra il “dentro” e il “fuori” – siamo nel corridoio da cui entrano in carcere i visitatori dei detenuti – getta idealmente un ponte di collegamento affinché il tempo di detenzione sia il prodromo di un nuova vita le cui azioni seguano strade diverse da quelle che hanno portato le persone, le donne in particolare, all'interno di questa struttura.

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In foto l'esecuzione del murales

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