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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Dopo l'Unione dei Comuni Forlì fuori anche da Livia Tellus? Si infiamma il dibattito in Consiglio comunale

Il Comune di Forlì non ha ancora deciso sulla fuoriuscita da Livia Tellus Holding, la cassaforte delle partecipate sue e degli altri Comuni del comprensorio

Il Comune di Forlì non ha ancora deciso sulla fuoriuscita da Livia Tellus Holding, la cassaforte delle partecipate sue e degli altri Comuni del comprensorio. Ma la polemica con l'opposizione è sempre alta. Il tema è il convitato di pietra lunedì pomeriggio in Consiglio comunale della discussione sull'aumento di capitale a sei milioni di euro di Alea ambiente, la società in house che gestisce la raccolta dei rifiuti. Aumento approvato con 18 voti favorevoli (maggioranza) e 12 astenuti (Pd, M5S, Forlì e co, Iv). "Non vogliamo uscire a tutti i costi" dalla Holding, ma "la gestione delle partecipate può essere fatta in altra maniera. Una gestione al loro interno è secondo me più idonea", chiude il dibattito l'assessore al Bilancio Vittorio Cicognani, che in apertura, a precisa richiesta, si era rifiutato di illustrare nel dettaglio la delibera, già passata in commissione, anche perchè scocciato da una nota dei segretari del Partito democratico Daniele Valbonesi e Maria Teresa Vaccari che lo tira in ballo direttamente. Secondo i dem "l'obiettivo di svincolare sempre più il Comune dalle sue responsabilità di capoluogo nei confronti degli altri enti del territorio è una scelta spregiudicata e profondamente sbagliata". Basata su "una visione miope e figlia di un sovranismo municipalista assolutamente anacronistico e irresponsabile". Come se, attaccano proprio Cicognani, "passare dalla guida di un Comune di 10.000 abitanti a uno di 120.000 sia vissuta come una 'scalata societaria' per avere un budget di maggiore entità da gestire". Cicognani tira comunque diritto: "Così siamo ostaggi di Livia Tellus, non possiamo uscire nè noi nè gli altri Comuni", attraverso un percorso che sarebbe comunque "lunghissimo", e Valbonesi, sindaco di Santa Sofia, prosegue Vittorio Cicognani, ad Alea ambiente nemmeno partecipa.

 "Dovremmo essere in grado di prendere decisioni- manda a dire l'assessore- non subirle". L'aumento di capitale per Alea in ritardo di cinque anni, conclude, su cui l'attuale giunta poco c'entra, ha determinato le problematiche sulle garanzie. Il capogruppo di Forza Italia Lauro Biondi chiarisce sull'uscita dalla Holding: sono in corso "un'ulteriore verifica e approfondimento con il direttore per capire se ne vale la pena, oppure rafforzarla con delle decisioni"; e la stessa nuova presidenza potrebbe dare una mano in tal senso, chiosa il forzista. Di certo "l'astensione del Pd- termina- è inaccettabile e ci fa riconsiderare una serie di aspetti sulla gestione delle aziende". "Basita" dal voto dem anche Letizia Balestra della Lega, mentre il capogruppo di Forlì cambia, Elio Dogheria, ribadisce che "o Livia Tellus rimane così, con una funzione di mera gestione, oppure la si trasforma in una multiutility, le possibilità sono queste". Parere opposto in casa dem: "Il Pd è contrario all'uscita da Livia Tellus e alla distruzione di un modello di partecipazioni fin qui fruttuoso" sintetizza Jacopo Zanotti, mentre il capogruppo Soufian Hafi Alemani mette in luce che la Holding "sopperisce anche alle assenze di ruoli dirigenziali nelle partecipate", mentre della sua uscita si parla ormai da oltre due anni. Giorgio Calderoni di Forlì e co avverte: Unione dei Comuni, da cui Forlì è già uscito, Livia Tellus e Alea sono un sistema unico, "se si smontano gli elementi si pregiudica l'operazione e in mano ci ritroveremo il suicidio prefigurato della Holding e Alea ridotta a un'aziendina tipo municipalizzata". (Agenzia Dire)

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