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Cronaca Santa Sofia

Archiviata l'indagine sul duplice suicidio di Spinello: nessuna responsabilità tra la comunità Ramtha

Non è emerso, negli atti di indagine, alcuna responsabilità, in particolare di induzione o condizionamento a compiere il tragico atto, dovuto invece probabilmente ad uno stato depressivo

E' stata disposta l'archivazione del fascicolo relativo alla morte di Paolo e Stefania, i coniugi che si tolsero la vita assieme, il 21 maggio scorso nella loro villa di viale dei Pini a Spinello, la frazione di Santa Sofia che una decina di anni fa venne "eletta" a rifugio del gruppo religioso Ramtha in vista di una fine del mondo data per imminente. Le chiavi della villa in cui si è verificata la tragedia, erano state già consegnate alle famiglia alcuni giorni dopo, terminati gli atti di indagine su questa inquietante morte. Il 67enne e la 65enne, ex dipendenti del Senato, si sono quindi tolti la vita all'unisono, nello stesso letto, con due pistole diverse da cui ad entrambe manca un solo colpo. Una vicenda tragica, ma dal punto di vista della giustizia penale senza alcun responsabile da perseguire. Da qui la scelta di mandare in archivio il fascicolo non è rubricato in Procura come indagine né contro noti, né contro ignoti, pertanto senza alcuna iscrizione di ipotesi di reato. Un informativa, più che altro, a cui allegare alcuni atti necessari come il sequestro delle due pistole.

Non è emerso, negli atti di indagine, alcuna responsabilità, in particolare di induzione o condizionamento a compiere il tragico atto, dovuto invece probabilmente ad uno stato depressivo, per quanto non certificato da un percorso terapeutico e peggiorato con le restrizioni Covid. Le testimonianze di parenti e conoscenti, l'esame dei telefono cellulari e altri riscontri non hanno portato neanche a evidenziare possibili responsabilità dei capi della comunità Ramtha, da cui i due coniugi romani si erano già allontanati da quasi dieci anni, pur continuando a frequentare Spinello, perché qui avevano preso la seconda casa di vacanze. Una casa col bunker, come altre decine della piccola frazione di Santa Sofia, ma con l'area protetta contro la fine del mondo che era stata nel tempo riadattata a normale camera di soggiorno.

Marito e moglie erano stati trovati sabato sera 21 maggio intorno alle 20, entrambi morti da oltre 24 ore, nella camera da letto al secondo piano della villa. In un bigliettino di poche parole  i due coniugi spiegano il loro desiderio di lasciare questo mondo negativo per uno migliore. Un annuncio che inizialmente aveva fatto ipotizzare una sorta di "suicidio rituale" indotto da una setta. Ma dai numerosi riscontri dei carabinieri della compagnia di Meldola, non è emerso niente di tutto questo. I carabinieri di Meldola hanno in custodia ancora alcuni oggetti die due defunti, come i telefoni cellulari e, soprattutto le due pistole. I figli, eredi di questi beni, in particolare dovranno decidere se ritirare le due armi, dopo però aver preso i titoli autorizzativi per detenerle legalmente, oppure cederle, oppure ancora scegliere di non ritirarle, mandandole così in confisca e alla distruzione.

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