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Covid e assistenza a domicilio, due anni di Usca. E un futuro da 'braccio destro' dei medici di base

L'INTERVISTA - A fornire il quadro dell'attività svolta dalle Usca è Luigi Salines, direttore facente funzioni dell’Unità Operativa Cure Primarie a Forlì-Cesena

Era il 16 marzo del 2020 quando l'Emilia Romagna attivò, tra le prime Regioni in Italia, le Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Si stava affrontando la prima ondata dell'epidemia da covid-19, con l'assessorato alla Sanità della Regione che decise di istituire queste squadre speciali con l’obiettivo di dare assistenza domiciliare alle persone che avevano contratto il virus. "Persone isolate, affette da un virus di cui all’epoca non sapevamo praticamente nulla - ricorda l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini -. Era nostro dovere andare anche in loro soccorso, casa per casa.

In questi due anni le Usca hanno erogato in Emilia Romagna "quasi mezzo milione di prestazioni, 483.336 tra triage telefonici, visite e terapie a domicilio o presso le Case di Residenza per Anziani - spiega Donini -. Team che hanno operato, e operano tuttora, in stretta collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Un’esperienza nata da una situazione estremamente difficile e che, come Emilia-Romagna, abbiamo deciso di non disperdere". Per il territorio forlivese a fornire il quadro dell'attività è Luigi Salines, direttore facente funzioni dell’Unità Operativa Cure Primarie a Forlì-Cesena.

Dottor Salines, come sta evolvendo la situazione?
I contagi sono ancora elevati, anche se fortunatamente la situazione è decisamente migliorata rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda i sintomi. Si tratta infatti di pazienti che nella stragrande maggioranza dei casi non necessitano di ricovero, ma che possono essere monitorati a domicilio. 

Com'è organizzata l'attività delle Usca nel comprensorio di Forlì?
Abbiamo una squadra di medici, che si trova collocata all'ospedale "Morgagni-Pierantoni", che opera secondo una turnistica specifica e che consente di organizzare il servizio sette giorni su sette, dalle 8 alle 20. Stabilmente sono operativi due medici al mattino e due al pomeriggio, che in casi specifici possono essere affiancati da un infettivologo o pneumologo, come accaduto nella fase più critica della pandemia. Contattate dal medico curante del paziente positivo, oppure dai servizi dell'Ausl Romagna, le Usca svolgono attività di medicina generale ed assistenza a domicilio, con una strumentazione specifica per effettuare una valutazione clinica.

Ad esempio?
Si procede alla misurazione della temperatura, della pressione arteriosa, alla rilevazione della saturazione, mentre con un dispositivo è possibile effettuare un'ecografia semplice di primo livello per verificare eventuali polmoniti in atto.

Quante visite effettuate giornalmente?
L'attività si svolge in parte al telefono, in parte a domicilio e in parte nelle strutture per anziani. La media giornaliera è di una ventina, mentre durante il picco, nel mese di gennaio, era del doppio. 

Il virus quindi è meno aggressivo...
Esattamente. E sicuramente un importante contributo è stato dato dalla campagna vaccinale. I dati a disposizione ce lo confermano. Chi si vaccina non è esente dal rischio contagio, ma riduce notevolmente l'evoluzione negativa della patologia stessa, soprattutto in chi ha ricevuto la terza somministrazione. 

Quali sono i sintomi che prevalgono?
Un po' di febbre, tosse, raffreddore, diciamo sintomi simili a quelli di un'influenza. 

L'età media di chi necessita di un assistenza a domicilio?
Le richieste dei medici di medicina generale arrivano da positivi di ogni età. Quindi dal bambino all'anziano. 

Per quanto riguarda le cure?
Siamo impegnati nelle somministrazioni tramite flebo di anticorpi monoclonali, che possono richieste solo dai medici di base o anche dall'Usca stessa, e ci sono pazienti che possono ricevere due tipologie di farmaci in compresse secondo regole di prescrizioni ben precise. Per altri pazienti non esiste un farmaco o un antibiotico specifico standard da utilizzare. 

In un post su Facebook l'assessore regionale alla Sanità Donini ha sottolineato che le Usca saranno potenziate per la presa in cura e la sorveglianza attiva non solo dei pazienti Covid, ma anche dei pazienti fragili, cronici e affetti da patologie invalidanti...
Si fa riferimento al progetto di riforma di assistenza sul territorio, previsto anche nel linee guida del Pnrr, e che siamo in attesa di conoscere nel suo dettaglio. Le Usca in futuro non si occuperanno non solo di emergenze di malattie infettive, ma collaboreranno con i medici di medicina generale nella presa in carico di patologie in pazienti fragili.

Diventerete una sorta di 'braccio destro' del medico di base...
Sì, diciamo di sì. 

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