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Cronaca

Due morti alla Zangheri in poche ore. La protesta: "Mi hanno detto 'Sta bene', poi la triste notizia"

Intorno alle 17 di mercoledì è spirato un uomo di 78 anni, che fino alla scorsa settimana era completamente autonomo, godeva di buona salute, guardava la tv e colloquiava con i parenti

Due drammatiche morti nel giro di poche ore alla casa di riposo Zangheri, che vede 74 casi di Coronavirus accertati in pochi giorni e un intervento massiccio dell'Ausl per mettere in piedi un reparto Covid all'interno della storica struttura, che ospita più di 300 anziani tra autosufficienti e non autosufficienti, nonché altre 150 persone circa tra personale e altri addetti che ruotano intorno alla cittadella di via Andrelini. Dopo il decesso di due anziani coniugi, che hanno fatto da spia del contagio in corso, altri due ospiti sono peggiorati nel giro di poche ore e peggiorati fino alla morte

Intorno alle 17 di mercoledì è spirato un uomo di 78 anni, che fino alla scorsa settimana era completamente autonomo, godeva di buona salute, guardava la tv e colloquiava con i parenti. Il figlio, Roberto Grassi, imprenditore del settore del mobile imbottito, appena il giorno precedente aveva avuto notizie positive dal medico della struttura, che lo definiva “in buono stato”. Grassi martedì aveva segnalato a ForlìToday il disservizio che non venivano effettuate le videochiamate tra gli ospiti e i parenti all'esterno e che solo in una sua chiamata casuale al medico, e non il contrario, aveva ricevuto dopo richieste pressanti la notizia che il padre era positivo al Coronavirus. “Altrimenti non l'avrei neanche saputo”, lamenta il parente. Lo stesso medico aveva rincuorato il figlio parlando di un caso addirittura “asintomatico”. Solo dopo la sua protesta pubblica Grassi è riuscito a vedere il padre in videochiamata. E qui lo choc: “Altro che in buone condizioni: era in stato vegetativo, con la bocca spalancata e incapace neanche di parlare”. Appena la settimana prima il 78enne era lucido e parlava con tutti i parenti. “Sono rimasto choccato”.

I sindacati: "Il Comune e Ausl prendano in mano la situazione"

Intorno alle 17.45 di mercoledì arriva la notizia del decesso, nella stessa casa di riposo, senza il trasporto in ospedale. “Non è stato neanche tentato di intubarlo? Mi rivolgerò ad un avvocato non per prendermela con qualcuno ma per capire cosa è successo. La struttura ha sempre dato un'ottima accoglienza a mio padre, il personale è ottimo e non ce l'ho con loro. Ce l'ho con la gestione della casa di riposo in questa situazione. Che mio padre fosse a forte rischio se avesse preso il Coronavirus, avendo già pregressi problemi polmonari, ne ero consapevole, ma non capisco se ci siano stati tentativi di minimizzare o oscurare le informazioni all'esterno, mi dovevano dire le sue reali condizioni”. Infine la storia di Grassi è la storia, come purtroppo tante altre, di un lutto che non è possibile neanche elaborare: “Non ho neanche potuto salutare mio padre, sarò fuori dal cancello della camera mortuaria e ho chiesto alle pompe funebri di poter rallentare passando dal cancello per poter vedere almeno la bara chiusa”. 

Il sindaco spiega quanto fatto finora

E a richiedere più trasparenza e informazioni puntuali giorno per giorno è anche la nipote di un'altra donna di 92 anni che è morta poche ore dopo, intorno alle 20 di mercoledì: “Aveva 92 anni, non era autosufficiente ed era assistita nelle sue necessità di base, ma ci riconosceva e parlava fino a quando siamo riusciti ad andare a visitarla, nonostante una lieve demenza senile. Se non fosse stata positiva al Coronavirus tuttora sarebbe viva, magari moriva fra un mese o un anno per cause naturali, quindi ritengo che se non avesse contratto il virus ora sarebbe ancora in vita. Noi parenti in un certo senso ci sentivamo tranquilli pensando 'meglio lì dentro che fuori'. Sarà difficile determinare le responsabilità e sinceramente ora non serve più a nulla, però visto che a noi parenti, per sicurezza o prevenzione, hanno vietato l'accesso da oltre un mese, ovviamente per non rischiare di portare il virus all'interno della struttura, ci domandiamo come è stato possibile? Chi è stato a portare nella struttura il virus? Tutte domande che non avranno mai risposta e noi piangeremo in silenzio”.

Anche da questa seconda testimonianza arriva richiesta di maggior informazioni: “Non la vedevamo  dal 12 febbraio, assecondando la richiesta di non avere contatti. L'ultima volta che l'abbiamo vista non stava male. Poi non ce l'hanno fatta più vedere in queste settimane, neanche una videochiamata per capirne le condizioni come pure era possibile. Solo ieri, ai piedi del letto, una veloce videochiamata, una situazione non bella”. 

La replica della Zangheri

Per la casa di riposo, però, in una nota della presidente Wilma Vernocchi "in base alla legge tuttora vigente per le informazioni sanitarie, i parenti devono assolutamente rivolgersi al loro medico di base che ha il compito esclusivo di dare informazioni. E’ vietato al personale non medico della Casa di riposo "Pietro Zangheri", dare informazioni sui “dati sensibili” dell’anziano, vale a dire tutte le informazioni private che riguardano la salute della persona. Ci teniamo a rassicurare tutti i parenti e l’opinione pubblica, che gli anziani della Casa di Riposo Pietro Zangheri di Forlì, nonostante l’angosciosa situazione coronavirus, non sono abbandonati a loro stessi, ma ricevono cure e maggiori attenzioni da parte del personale. Per i 302 ospiti, si continuano ad attivare le video chiamate che si organizzano in base al programma giornaliero stabilito. Responsabili di questo servizio sono Barbara Camporesi, psicologa (email barbaracamporesi@residenzapietrozangheri.it) con l’aiuto della animatrice Michela Cavagnuolo. Gli operatori socio sanitari, gli infermieri e le fisioterapiste, durante il loro turno di lavoro pur di esaudire il desiderio degli anziani, si adoperano anche con i propri cellulari per favorire il contatto con i parenti". Attualmente sono stati allestiti tre reparti riservati esclusivamente agli ospiti che risultano positivi. La ditta Formula Servizi è stata chiamata per sanificare la struttura con l’ausilio dei due apparecchi ad ozono ozono nelle stanze".

Di Maio (Italia Viva)

E' critico Marco Di Maio, deputato di Italia Viva: "A Forlì tardivamente chi ha ruoli decisionali si è reso conto della situazione esplosiva della casa di riposo "Pietro Zangheri" (decine di contagiati e anche due vittime) annunciando "un nuovo ciclo di visite" a tutti gli ospiti. Bene, in fondo era una delle cose che avevamo chiesto tramite Massimo Marchi nel Consiglio comunale di lunedì (dove si è parlato di tutto fuorché dell’emergenza) ricevendo come risposta che i quesiti erano "troppo specifici" e dunque non si potevano affrontare. Speriamo non fossero ritenuti anche troppo scomodi. Bene dunque, ma non basta: bisogna assicurare controlli periodici in tutte le strutture per anziani e nei centri di sostegno socio-assistenziali che sono presenti sul territorio, garantendo la stessa misura di prevenzione anche a tutti gli operatori che lavorano in queste strutture. Questi sono i soggetti più esposti al rischio di contagio e a cui vanno assicurate attenzioni e protezioni. Vanno garantite poi la massima tempestività delle informazioni e il coinvolgimento delle famiglie degli ospiti, che sono legittimamente molto preoccupate. L’emergenza non riguarda solo una parte ma tutta la città e in questi termini andrebbe gestita, con il coinvolgimento di tutti. Così non è, ma questo non farà venir meno lo spirito costruttivo di sempre".

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