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Cronaca

E’ in pieno svolgimento il Campo di Sappada dalla parrocchia forlivese di San Paolo Apostolo

Col suo carico di 100 partecipanti, fra cui 40 ragazzi diversamente abili, rimane un’esperienza indimenticabile

“Dove siamo noi, siano anche loro”. E’ in pieno svolgimento il Campo di Sappada, condivisione estiva coi disabili promossa dalla parrocchia forlivese di San Paolo Apostolo. Anche se lo scorso 24 gennaio è venuto meno uno dei pilastri fondativi dell’evento, il popolare don Mino Flamigni, il campo di Sappada, col suo carico di 100 partecipanti, fra cui 40 ragazzi diversamente abili, rimane un’esperienza indimenticabile. Il grosso degli iscritti, provenienti da tutte le parrocchie della diocesi, ma anche da realtà limitrofe, è approdato sulle Alpi Carniche nel primo pomeriggio di sabato 28 luglio. Altri arriveranno successivamente: per tutti il riferimento cronologico è domenica 5 agosto, giorno del ritorno in Romagna. Per l’undicesimo anno consecutivo, ad accogliere i partecipanti alla singolare vacanza caritativa che bandisce ogni forma di assistenzialismo, è il “Villaggio Dolomitico” di Piani di Luzza. Dotato di ben 600 posti letto a due passi dalle sorgenti del Piave, il sacro fiume degli italiani, è attrezzato per ogni tipo di sport con un grado di accessibilità pressoché assoluto. Rispetto all’esperienza di Borca, proposta per oltre trent’anni consecutivi nel cuore del Cadore, rimangono inalterati formula e spirito. Sugli scudi si staglia sempre quel singolare “imput” d’amore, scattato quando ancora la chiesa di via Pistocchi esisteva solo sulla carta. Fedele alla proporzione di tre volontari per ogni diversamente abile, la vacanza di Sappada si dipana fra incontri, giochi, passeggiate ed animazione.

Come nelle migliori storie, un bel giorno dell’estate 1971 i sacerdoti don Mino Flamigni e don Amedeo Pasini, rispettivamente parroco e cappellano dell’allora neonata San Paolo, girarono alla già nutrita comunità di fedeli addossata su viale Roma, un dubbio più che legittimo: “Per quale motivo ad agosto si sospende ogni attività, fra cui anche l’accoglienza ai disabili? Capimmo che non era giusto parcheggiare quelle persone, ma condividere anche le ferie estive. Da noi non si fa assistenza, ma si vive l’amicizia”. Oltre al coordinamento materiale offerto dai responsabili Franco Casadei, Patrizia Neri e Franca Albonetti, Simona Casadio e Daniele Casadei, il campo si regge sull’impegno di una sessantina di volontari e sulla presenza continuativa dei due seminaristi Filippo Foietta e Francesco Agatensi, nonché, a turno, dei parroci don Massimo Masini, don Stefano Vasumini, don Gabriele Pirini e don Andrea Carubia. “A metà degli anni ’70 – si legge sul sito web della parrocchia di San Paolo Apostolo - dopo alcune esperienze insieme all’Associazione Papa Giovanni XXIII, don Amedeo, entusiasta di quanto provato, propose ai giovani della parrocchia un soggiorno in compagnia di amici che non avrebbero avuto altrimenti la possibilità di fare vacanza. L’obiettivo era trascorrere un periodo in amicizia e di rompere quelle barriere di menefreghismo, disinteresse e incomprensione che in genere esistono nei rapporti quotidiani”. Da lunedì 30 luglio a giovedì 2 agosto salirà a Sappada lo stesso vescovo monsignor Livio Corazza: per il nuovo pastore d’anime di Forlì-Bertinoro, friulano d’origine, sarà anche un ritorno a casa. Sulle 40 persone diversamente abili che prendono parte al campo, spiccano alcuni nomi presenti ininterrottamente dal 1981: Gilberto Olivucci e Gianfranco Beoni. “Dio – amavano ripetere don Amedeo e don Mino - non distribuisce i suoi doni in modo che chi ha molto se lo tenga e chi non ha niente si arrangi. Dio dà di più ad alcuni, ma solo per metterli in condizione di amare e condividere”.

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