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Salute

Come proteggere il fegato dopo gli eccessi delle vacanze, il primario: "No a diete "fai da te" e digiuni prolungati"

Le funzioni del fegato possono essere compromesse da uno stile di vita malsano, dall'eccessivo consumo di alcolici e da una dieta ricca di cibi grassi, zuccheri e calorie

Mettersi "in riga" dopo gli eccessi delle vacanze estive - tra grigliate, dolci e qualche bicchiere di troppo - per proteggere il fegato, tra gli organi più importanti del nostro organismo. Sono diverse infatti le funzioni fondamentali svolte dal fegato, tra cui quella di sintetizzare le proteine necessarie al processo di coagulazione del sangue, produrre circa la maetà del colesterolo presente nell'organismo, sintetizzare la bile, produrre energie e aiutare la depurazione dalle sostanze nocive e dalle tossine. Il fegato, quindi, ha un ruolo essenziale per diverse funzioni vitali e, per questo, è necessario preservarne la salute con attenzione attraverso una dieta corretta. Le funzioni del fegato possono infatti essere compromesse da uno stile di vita malsano, dall'eccessivo consumo di alcolici e da una dieta ricca di cibi grassi, zuccheri e calorie. 

Paolo Muratori, primario di Medicina Interna all'ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì e professore associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell'Università di Bologna, lei è esperto in malattie del fegato. Durante l'estate, si sa, ci si allarga a qualche eccesso di troppo a tavola. Cosa occorre fare per salvaguardare le funzionalità di organi deputati all'eliminazione di scorie, quali fegato, reni e intestino, sovraccaricati da comportamenti alimentari scorretti?
Innanzitutto direi che si dovrebbe cercare di evitare di sovraccaricarli proprio per evitare di dover correre poi ai ripari in modo spesso incongruo. Diciamo che sempre più varrebbe il discorso di prevenire i comportamenti scorretti rispetto al fatto di cercare di “curarli” in un secondo momento, soprattutto in una stagione come l’estate quando il caldo che dobbiamo sopportare amplifica anche le problematiche legate ad una cattiva alimentazione in senso lato

Quanti "sgarri" sono concessi?
Più che il numero di sgarri metterei l’accento sul fatto di minimizzare l’impatto degli stessi attraverso una costante idratazione soprattutto in questa fase estiva e cosa non meno importante cercare di prediligere l’attività aerobica nelle fasi più fresche della giornata

Sfatiamo un errore che viene comunemente commesso da tanti: per disintossicarsi non è necessario alcun digiuno, anzi...
Assolutamente, da evitare quelle diete “fai da te” in cui si fa un digiuno prolungato sperando di amortizzare in qualche giorno gli eccessi alimentare di una vacanza; piuttosto essere costanti in una fase in cui prediligere verdura fresca, frutta astenendosi da bevande alcoliche e cibi ipercalorici….

Ricorrere ad una dieta detox, priva di carne, può essere utile?
Tenere bassa la quantità settimanale di carne consumata rappresenta sempre una buona scelta, ma come tutte le cose tenderei a non estremizzarla.

In sintesi, al fine di sostenere la funzionalità renale quali sono le corrette abitudini da osservare?
Per quanto riguarda il rene in sé direi che la cosa più importante sia fornire un adeguato apporto idrico, non inferiore ai 2 litri soprattutto nella stagione calda e se non vi sono controindicazioni legate a condizioni di scompenso cardiaco che ne impongono una limitazione.

Al di là delle grigliate, l'alcol resta il nemico numero uno per il fegato?
Senza dubbio, un uso costante ed in quantità incongrue può portare il fegato a processi infiammatori prima e fibrotici poi che sul medio lungo periodo portano alla compromissione della sua capacità funzionale, allo sviluppo di cicatrici permanenti, alla cirrosi epatica ed alle complicanze ad essa correlate.

Quanti sono nel Forlivese i pazienti alle prese con problematiche di fegato?
Considerando che grazie alle nuove terapie l’Epatite C rappresenta ormai un problema residuale in termini epidemiologici, la gran parte dei pazienti epatopatici attuali e del futuro sarà rappresentato da pazienti con infiammazione epatica legata al cosiddetto “fegato grasso” che può creare infiammazione e progressione di malattia. Gli studi popolazionistici ci dicono che il 20-25% della popolazione dei paesi occidentali ha un quadro di steatosi epatica (fegato grasso) e un quinto di questi pazienti ha anche un quadro di infiammazione (la cosiddetta steatoepatite non alcoolica); facendo quindi un rapido calcolo possiamo assumere che il 2-4% della popolazione generale abbia una infiammazione epatica legata anche allo stile di vita ed all’igiene alimentare. Rapportando il tutto sulla popolazione di Forli possiamo dire di essere fra i 3000 e 4000 potenziali pazienti. Più che in aumento cambiano le cause che sottostanno alle epatopatie; se prima le malattie di fegato erano sostenute da virus epatotropi (Epatite B ed Epatite C) adesso stanno prendendo il sopravvento cause di malattie di fegato legate al metabolismo.

Una disfunzione del fegato che squilibri può portare nel tempo?
Le malattie croniche di fegato hanno generalmente un andamento molto lento e subdolo, che però se non gestite tendono ad evolvere, indipendentemente dalla causa che le genera verso un quadro di cirrosi epatica, che rappresenta la descrizione di un fegato martoriato dalle cicatrici. A sua volta la cirrosi epatica rappresenta una condizione che espone il paziente ad una serie di potenziali complicanze (emorragie, ascite, encefalopatia epatica, sviluppo di neoplasie) che rendono il paziente fragile e dunque soggetto a molteplici ospedalizzazioni inficiando la qualità e la quantità di vita.

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