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Ecomafia, in provincia in cinque anni 580 reati ambientali. Legambiente: “Occhi aperti sui fondi del Pnrr"

Ad una settimana dalla Giornata Contro tutte le Mafie, Legambiente Emilia-Romagna porta a Bologna la presentazione dei dati dello storico dossier dell’associazione, Ecomafia 2022

Ad una settimana dalla Giornata Contro tutte le Mafie, Legambiente Emilia-Romagna presenta i dati dello storico dossier dell’associazione, Ecomafia 2022, che monitora gli ecoreati in regione a 8 anni dall’entrata in vigore dalla Legge 68/2015. Dal quadro complessivo presentato da Enrico Fontana, responsabile osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente, emerge l’efficacia dell’apparato di controllo ambientale in regione, dato l’alto numero di asseverazioni e prescrizioni registrate: 458 nel 2021, il dato regionale più alto in Italia. Un dato, però, che conferma il contributo della nostra regione agli illeciti ambientali: l’Emilia-Romagna, infatti, oltre alla posizione di rilievo per gli illeciti di ordine amministrativo, risulta collocata al dodicesimo posto nella classifica generale dell’illegalità ambientale in Italia, avendo "accumulato” dal 2017 al 2021 oltre cinquemila reati ambientali (esattamente 5.184), con 4.497 persone denunciate, 1.520 sequestri e cinque ordinanze di custodia cautelare, segnalate dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto.   

Dal 2017 al 2021 nella provincia di Forlì-Cesena si sono contati 580 reati ambientali con 519 persone denunciate e un arresto, 153 i sequestri. Sempre in provincia, per quanto riguarda  l'llegalità nel ciclo dei rifiuti sono stati accertati 158 reati, 132 nel ciclo del cemento. In riferimento agli incendi, dolosi, colposi e generici sono stati accertati 84 reati con 34 persone denunciate. "I quasi 7 miliardi che stanno arrivando in Regione grazie ai fondi Pnrr, di cui quasi il 10% destinati alle aree montane e interne, rischiano di essere un esca per attività illecite sui territori - commenta Legambiente Emilia-Romagna -. Come mostrato dall’inchiesta, le infiltrazioni mafiose sono una realtà con cui il nostro tessuto sociale deve fare i conti. In questo contesto, bisogna saper affiancare i piccoli comuni che saranno sicuramente in difficoltà nella gestione corretta dei fondi europei. Servono dunque competenze e sostegno affinché il pacchetto aiuti dall’Europa possa davvero risollevare le sorti delle aree interne e non viceversa consegnarle dell’illegalità ambientale".

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