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Cronaca

"Effetto serra, effetto guerra": i giovani alzano la voce contro le bombe e in difesa del clima

Una Forlì soleggiata e primaverile ha accolto venerdì mattina il primo sciopero per il clima del 2022, allegramente chiassoso quanto allo stesso tempo colorato e ricco di contenuti

Una manifestazione che coniuga le richieste per fermare il cambiamento climatico con quelle per fermare la nuova corsa agli armamenti e per dire basta alla guerra in Ucraina e a tutte le guerre. Una Forlì soleggiata e primaverile ha accolto venerdì mattina il primo sciopero per il clima del 2022, allegramente chiassoso quanto allo stesso tempo colorato e ricco di contenuti: no alla guerra e liberarsi delle fonti fossili di energia "per liberarsi della crisi climatica e dei ricatti di un dittatore guerrafondaio come Putin".

VIDEO - La manifestazione dei ragazzi

I giovani di Fridays for Future, alla presenza dei referenti Giacomo Zattini e Agnese Casadei, affiancati da Nadine Finke, rappresentante dei 'Parents for future', si sono ritrovati in Piazzale della Vittoria. Il nutrito corteo di giovani, aperto dallo striscione "Effetto serra-Effetto guerra" e seguito da cartelli con slogan contro il conflitto in Ucraina, si è incamminato lungo Corso della Repubblica, per poi arrivare al Campus, dove hanno preso la parola diversi relatori. In mezzo diverse bandiere arcobaleno della pace. La voce importante dei ragazzi, che chiedono ai governi e ai potenti della terra di investire più fondi per avviare davvero la transizione ecologica e di stanziarne meno per la guerra.

Le ragioni della protesta

Recita l'annuncio della manifestazione: “Non c’è un momento più opportuno per annunciare lo sciopero globale per il clima e chiedere con ancora più urgenza un mondo totalmente libero dalle fonti fossili: per questo il 25 marzo ritorniamo in piazza in tutto il mondo per chiedere un mondo a zero emissioni basato sulla giustizia climatica. Fare una seria transizione ecologica ed energetica, con rinnovabili e risparmio energetico, permette di tagliare velocemente le emissioni, ma è anche l’arma più efficace per non finanziare guerrafondai e dittatori, smettere di dipendere da loro e ridurre la bolletta energetica delle nostre famiglie alla fine del mese. Con i prezzi del gas che salgono alle stelle e i tubi che sono controllati da Putin, la nostra sicurezza energetica è a rischio. Serve la transizione ecologica, e serve ora”.

Ed ancora: “Le maggiori aziende italiane dell’energia elettrica hanno dichiarato di essere già ora in grado di mettere a terra 60GW di rinnovabili in Italia entro i prossimi 3 anni. Nel 2021 ne abbiamo installato solo 1 GW, mentre siamo sempre più alle dipendenze del gas russo. Infatti, il 40% del gas importato in Europa proviene dalla Russia,, e solo l’Italia spende ottanta milioni di euro al giorno che vanno a finanziare la macchina della guerra di Putin. Con quel denaro potremmo invece avviare una vera e rapida riconversione energetica. Basta volerlo”.

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