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Cronaca

La guerra in Ucraina colpisce l'economia: 51 lavoratori lasciati a casa all'Electrolux

Un cambio di rotta dettato da un calo degli ordinativi, ma non dall'approvvigionamento delle materie prime, che all'Electrolux sono tutte disponibili.

Allo stabilimento Electrolux di Forlì 51 lavoratori non si sono visti rinnovare il contratto a tempo determinato a causa delle cattive condizioni di mercato innescate dall'invasione della Russia in Ucraina. Ieri giovedì è stato l'ultimo giorno di lavoro per tutti e 51 (si valuta ancora per alcune figure di manutentori), mentre fino a poche settimane fa i piani dell'azienda, concordati con i sindacati, prevedevano di stabilizzare tutti. Un cambio di rotta dettato da un calo degli ordinativi, ma non dall'approvvigionamento delle materie prime, che all'Electrolux sono tutte disponibili.

Lo spiega Fabio Torelli, nuovo segretario della Fiom-Cgil: “Premesso che la produzione di piani cottura all'Electrolux è soggetta ad andamenti stagionali, tanto che si faceva cassa integrazione anche lo scorso anno di questo periodo, ci è stato comunicato che c'è stato un rallentamento degli ordinativi, sia dalla Russia che dall'Est Asiatico. Per cui a poche ore dalla scadenza dei contratti determinati siamo stati informati che non sono stati rinnovati”. 

Male anche per gli operai fissi. La cassa integrazione è stata allungata di altri due giorni, il 5 e 6 maggio. Ma potrebbe essere solo un assaggio. Una delle ipotesi sul tappeto, ancora non ufficiale, è che gli operai dello stabilimento di Forlì per i mesi di maggio e giugno potrebbero andare in cassa integrazione a zero ore ogni lunedì e venerdì. “Dobbiamo ancora approfondire – spiega Torelli -. In quest'ipotesi ci sarebbe una consistente decurtazione nelle retribuzioni”.

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