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Cronaca

Elezioni politiche, l'appello al voto del vescovo: "Seguiamo con responsabilità il nostro Paese"

"Andiamo a votare, tutti, impegnandoci a seguire con maggiore responsabilità il nostro Paese”. Domenica 18 settembre, alle ore 20.30, nel teatro parrocchiale di Vecchiazzano, incontro sul voto e confronto fra candidati del territorio, promosso dall’associazionismo cattolico"

“Andiamo a votare, tutti, impegnandoci a seguire con maggiore responsabilità il nostro Paese”. Ad una settimana esatta dalle elezioni politiche del 25 settembre, in cui circa 51 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (con la recente riforma costituzionale, i deputati da eleggere scendono da 630 a 400, e i senatori da 315 a 200), si alza perentorio l’invito del vescovo mons. Livio Corazza a recarsi al voto. Per il suo appello, il presule friulano, a Forlì-Bertinoro dal 2018, si avvale delle pagine del periodico diocesano “Il Momento”. “Condivido in pieno – esordisce - l’intervento del Comitato scientifico organizzatore delle Settimane sociali della Conferenza Episcopale italiana, pubblicato su Avvenire il 29 luglio scorso. Ho letto e condiviso anche i testi dell’Azione Cattolica, di Comunione e Liberazione, delle Acli. Nei prossimi giorni (domenica 18 settembre, alle ore 20.30, nel teatro parrocchiale di Vecchiazzano, n.d.r.) promosso da alcune nostre associazioni e movimenti, si terrà un confronto pubblico con alcuni candidati alle elezioni politiche, durante il quale verranno loro sottoposte domande che ci stanno particolarmente a cuore”. Mons. Corazza, che aveva invitato caldamente i forlivesi al voto anche nel 2019, in occasione delle amministrative per l’elezione del nuovo sindaco, esprime alcune considerazioni per motivare il suo appello: “Un cristiano, che milita in un partito politico, si sente un po’ straniero. Ci sono cose che condivide, altre meno, altre quasi niente. E questo capita in tutti i partiti, nessuno escluso. Come, d’altra parte, in ogni partito ci sono idee e programmi che condivide. In ogni partito ci sono semi di bene, che vanno coltivati nella speranza che portino frutti per questo tempo, per il futuro e per i più poveri in particolare”.

Altro aspetto sacrosanto, ribadito dal vescovo: “La Chiesa non si schiera con nessun partito. Non ci sono, e non ci saranno, inviti a votare questo o quel partito. La Chiesa non si mette dalla parte di nessun schieramento e non indica nomi di candidati da votare. In particolare, non lo fanno coloro che nella Chiesa ricoprono compiti di responsabilità: vescovi, preti, diaconi, religiosi e religiose. Così le associazioni e i movimenti si astengono dal sostenere uno schieramento in modo esplicito. Tutti, invece, ci impegniamo a far riflettere e diffondere i contenuti della Dottrina sociale della Chiesa, che è parte integrante dell’evangelizzazione”. Quando un cristiano va a votare non difende solo legittimamente i propri interessi, ma cerca di avere uno sguardo diverso, lo stesso sguardo di Gesù che si metteva dalla parte dei più deboli e poveri. “E’ uno sguardo – continua il pastore d’anime forlivese - che riflette sulle conseguenze di alcune scelte di oggi per le future generazioni. Votare per chi non vota. Per chi ancora non c’è. Votare pensando a difendere e custodire il creato, dono di Dio che corre il rischio di essere rovinato per sempre. Votare pensando alla pace, che non può essere frutto dell’ingiustizia, della disuguaglianza, dell’arroganza, del rifiuto dei più poveri”. Dulcis in fundo, ecco il punto nodale dell’appello episcopale: “Andiamo a votare. Se qualcuno è tentato di non farlo perché non sa cosa e chi scegliere, rifletta ancora, ma a votare bisogna andare. Con responsabilità. Votando con la testa e non con la pancia. Sapendo che il voto è un punto di arrivo e di partenza per un impegno serio e sereno della vita sociale e cristiana. Ma andiamo a votare, tutti, impegnandoci (ma quante volte lo abbiamo detto), a seguire con maggiore responsabilità il nostro Paese. Che è frutto anche del nostro impegno o del nostro disimpegno”.

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