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Il lutto / Bertinoro

Francesco e Mariella Della Corna, genitori di Elia: dal loro amore una casa famiglia capace di ospitare fino a 19 persone

Il punto di incontro di questa straordinaria famiglia votata alla carità è sempre stata la grande casa di via Bagalona, a S. Maria Nuova di Bertinoro, che non a caso, da circa un anno, ospita una decina di profughi ucraini

Elia e Sara sono stati presi in affido da Francesco e Mariella Della Corna che avevano pochi mesi, nel 1987. L’aria che si respira nella casa famiglia di Santa Maria Nuova, è talmente carica d’amore e gratuità, che i due gemelli, una volta raggiunta la maggiore età, hanno deciso di rimanere coi genitori adottivi, aggiungendo al cognome Meta anche quello del padre Francesco. I 5 fratelli Della Corna si erano ritrovati tutti insieme per le ultime festività natalizie.

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Elia era rientrato appositamente dalla Valle D’Aosta assieme alla moglie Chiara e al figlioletto di 4 anni, per riabbracciare fratelli e genitori. Il punto di incontro di questa straordinaria famiglia è sempre stata la grande casa colonica di via Bagalona, che non a caso, da circa un anno, ospita una decina di profughi ucraini. Per chi non conoscesse Mariella e Francesco, basti sapere che la loro unione, foriera di così tanto amore per il prossimo e per i più poveri, è esploso nella seconda metà degli anni ’60 in Africa, per la precisione in Ciad, dove entrambi operavano come missionari laici per le rispettive diocesi. Se lei proviene da San Martino in Villafranca, nel forlivese, lui è originario del mantovano. Rientrati in Italia nel 1973, mettono su famiglia a Santa Maria Nuova, con la chiara intenzione di aprirsi alla vita e alle persone bisognose.

Nasce un’oasi d’amore cristiano, in cui, oltre ai 3 figli naturali Samuele, Lorenzo e Mattia, arrivano ad accudire fino a 19 persone tutte assieme: giovani in affido, anziani rimasti soli, tossici, disabili, minori in fuga da ambienti difficili. Francesco, agricoltore provetto ma anche gigante di carità, nel 1994 fonda la sezione forlivese dell’Avo e per questo nel 2014 sarà insignito dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. In casa, al piano superiore, hanno una cappellina col Santissimo: “Ci siamo sempre affidati al Signore – commenta Mariella - toccando continuamente con mano la sua grazia”. Come quando il figlio maggiore Samuele, nel 2009, per i postumi di un grave incidente stradale subito nel 2002 ad Haiti, è costretto alla dialisi. A Natale 2010 i medici curanti annunciano a Samuele che, contro ogni previsione, può mettersi in lista per il trapianto. Il fratello Mattia si fa avanti da solo, senza incertezze: massima compatibilità di parametri con “Samu”.

Francesco condivide la straordinaria solidarietà fra i suoi ragazzi: “Samuele è figlio di tutti, delle tante persone da tutt’Italia che ci consentirono di salvarlo quando stava morendo. Mai delegare: ognuno di noi deve fare tutto quello può, per sé e per gli altri”. Nel maggio di quattro anni fa, i coniugi Della Corna hanno celebrato i 50 anni di matrimonio. Al termine della messa nuziale officiata a S. Maria Nuova dal vescovo di Cesena - Sarsina, mons. Douglas Regattieri, hanno festeggiato con semplicità la loro unione, invitando figli, amici e parenti, ovviamente nella grande casa di via Bagalona. Nessun stupore per le tante persone accorse da ogni dove, convinti di aver fatto semplicemente la loro parte di cristiani. Come adesso, che Chiara, la moglie di Elia, ha chiamato in Val D’Aosta Mariella e Francesco, oltre ai fratelli dello scomparso con le rispettive famiglie, per essere aiutata a sostenere l’immenso dolore provocato dalla perdita del marito.

“Elia era consapevole delle difficoltà del suo lavoro - dichiara Francesco - e quando gli raccomandavo prudenza, lui rispondeva che stava svolgendo un corso per imparare a mettere in sicurezza le persone in montagna”. Proprio quel corso di soccorso alpino in cui, improvvisamente, quel pomeriggio di una timida primavera alpina, ha trovato la morte. E’ lo stampo dei Della Corna: il prossimo, la cura degli altri sino in fondo, sino all’ultimo, come appreso nella grande casa di via Bagalona. “Elia rimarrà sempre con noi, anche ora che è nella pace del Signore”. 

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