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L'impresa

Elisa vince la sua sfida e attraversa lo Stretto tra tante insidie: "Ora ho più fiducia in me"

Dopo mesi di allenamenti la 36enne forlivese venerdì ha raggiunto l'obiettivo, manifestando tutta la sua felicità dalla sponda calabra del Mediterraneo

Attraversare lo Stretto di Messina per Elisa Tamburro non era una sfida contro il tempo, ma un'esperienza "per imparare a sfidare paure e limiti". Queste le parole pronunciate alcuni giorni prima della partenza. E dopo mesi di allenamenti la 36enne forlivese venerdì ha raggiunto l'obiettivo, manifestando tutta la sua felicità dalla sponda calabra del Mediterraneo dopo esser partita da quella sicula.

Il maltempo 

"E' andata benissimo", esclama, in un contesto climatico tutt'altro che favorevole ad un'attraversata: "Appena siamo arrivati in spiaggia che il cielo non prometteva nulla di buono ed infatti ha cominciato a piovere. In lontananza si vedeva persino una piccola tromba d'aria. Il mare era mosso, ma i marinai dicevano che le condizioni per attraversarlo c'erano". Condizioni che hanno messo a dura prova il fisico, ma anche la mente: "in due non sono riusciti a concludere nei tempi previsti, mentre in quattro hanno abbandonato".

Confidenza

Prima di tuffarsi in mare Elisa e le altre 49 persone pronte per l'attraversata hanno dovuto attendere un'oretta: "Il tempo era molto limitato proprio per il peggiorare delle condizioni meteo. Io sono stata inserita in un gruppo lento, perché il tempo che avevo fornito a fine maggio per i due chilometri all'epoca era di un'ora - racconta -. Ma nell'ultimo mese mi sono allenata duramente in mare, abbassando il mio tempo di quasi di 15 minuti". La 36enne ha subito trovato confidenza con le acque del Mediterraneo: "Appena partita ho dovuto rallentare perché lo spirito della traversata era quella di stare in gruppo e non potevo lasciare la mia compagna. Il problema è che non stavo nuotando e rischiavo di bere ogni volta in balia delle onde".

Velocità e timori

A quel punto, prosgeue il racconto, "gli organizzatori mi hanno quindi chiesto di raggiungere un altro gruppo poco lontano. Ma neppure con loro avevo trovato un giusto ritmo, nuotando così a rana per mantenere il loro passo e non allontanarmi troppo. Ad un certo punto ho sentito gli addetti dell'organizzazione che si trovavano a bordo di una barca avvicinarsi e comunicare per radio "La ragazza ha un'altro passo, la possiamo accompagnare noi da soli fino all'arrivo?"".

Ma Elisa confessa di aver "avuto paura di lasciare il gruppo e buttarmi in quelle acque blu profonde da sola. Mentre nuotavo ho visto tonni, e spero fossero solo tonni, e meduse ma non me ne sono molto preoccupata". A bordo di quella barca c'era uno dei suoi compagni di avventura, Adriano di Milazzo, che aveva già terminato lo stretto in un'ora ed un minuto e che era salito a bordo per supportare gli altri. "Mi ha spronato fin da subito e quando mi ha vista stanca, non ha esitato a rituffarsi e farsi gli ultimi 500 metri con me, motivandomi e tirando fuori la grinta dalla mia stanchezza". 

Il gran finale

A quel punto dell'attraversata Elisa ha dovuto lottare con se stessa: "Non potevo mollare proprio ad un passo dalla mia vittoria, ma nuotando in modo discontinuo non avevo fatto il fiato per l'ultima tirata - confessa -. Nonostante questo, ho messo la testa sotto e bracciata dopo bracciata, motivata anche dal nostro coach Daniele di Benedetti che era su una barca per supportarci, ho toccato lo scoglio calabrese urlando il mio numero di gara, il numero 7, dopo 1 ora, 40 minuti e 34 secondi". 

La lezione

Elisa ha vinto la sua sfida: "Questo Stretto mi ha lasciato forza di volontà, mi ha ricordato che tutto ciò che facciamo è straordinario, che non dobbiamo dare niente per scontato, che siamo capaci di tirare fuori forze che non pensiamo di avere. Mi ha ricordato le mie capacità, che spesso in passato avevo messo in dubbio, e mi ha dato più fiducia in me. È stata un'esperienza straordinaria che avrei voglia di rifare, per gustarla con un altro spirito, magari più competitivo". 

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