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Agricoltura

Braccia "rubate" alla Romagna, la frutta rischia di marcire. Zattini: "Emergenza vera, condizioni da tempesta perfetta"

Le richieste del territorio sono per migliaia di lavoratori non specializzati e centinaia di specializzati, ma non si trovano

Rischia di marcire sui rami la frutta che sta maturando in Romagna. Manca chi la raccoglie, principalmente lavoratori extracomunitari legati ai flussi migratori, aumentati di tre volte quando le richieste sono 10 volte superiori. Ma anche trattoristi, agronomi, insomma la maestranza specializzata.
A lanciare l'allarme per "grave" mancanza di manodopera, in particolare quella che viene da extra Ue, sono le stesse aziende attraverso le associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e Cia. Le richieste del territorio sono per migliaia di lavoratori non specializzati e centinaia di specializzati, ma non si trovano. E il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, che la settimana scorsa ha verificato la situazione in loco facendo visita ad alcune imprese del comprensorio, raccoglie e rilancia l'sos.

"C'è un clima di grande preoccupazione", conferma questa mattina alla stampa il primo cittadino, con addirittura la possibilità che "il prossimo inverno vengano estirpati ettari ed ettari di frutteti". Le difficoltà, sottolinea, riguardano tutti i tipi di lavorazione, dalla diradazione alla raccolta, fino alla selezione. "Per noi è un dramma", ribadisce Zattini, moltiplicato da quello della siccità, per cui occorre "ricostruire un rapporto", soprattutto per quanto riguarda i flussi dall'estero.
"L'amministrazione- spiega- vuole fungere da facilitatore nel denunciare questo dramma a tutti i livelli e portare avanti la battaglia. L'agricoltura è un asset fondamentale per Forlì e per la Romagna, questa è una emergenza assoluta". Ci sono infatti "le condizioni per la tempesta perfetta", tra carenza di manodopera, aumento "spropositato" dei costi e difficoltà climatiche. Dunque, conclude, serve "uno sforzo comune e congiunto per non perdere un asset fondamentale". Dello stesso avviso l'assessore alle Politiche per l'impresa Paola Casara, per la quale occorre "lavorare per dare stabilità alle figure stagionali", puntando sulla collaborazione tra aziende, così come incentivare i lavoratori italiani a lavorare nei campi: la formazione deve avvicinare i ragazzi al lavoro agricolo dandogli "maggiore dignità". Vanno dunque attivate famiglie, associazioni di categoria ed enti di formazione. Nel dettaglio dei numeri della crisi entra la Coldiretti provinciale.

Rispetto alle 4.000 assunzioni del 2021, argomentano il vicepresidente Andrea Ferrini e la responsabile delle buste paga Eugenia Panciatichi, si registra un calo almeno del 15%, il 10% di extracomunitari, che rappresentano il 40% del totale, e il 5% di italiani. Insomma una "vera carenza strutturale", mette in luce Ferrini, dovuta a diversi fattori: i due anni di pandemia che hanno fatto traslocare molti braccianti verso altri comparti, in particolare quello della logistica; il boom dell'edilizia grazie ai vari bonus che ha creato una "domanda di lavoro importante con redditi e stabilità più elevata"; i cambiamenti climatici che "cambiano e velocizzano i processi produttivi". Le associazioni chiedono allora un tavolo nazionale per affrontare la situazione e "maggiore flessibilità nella regolarizzazione della manodopera". Per quanto riguarda nello specifico i flussi migratori, prosegue Panciatichi, quest'anno più che raddoppiano rispetto al 2021, sono 500 rispetto a 200, ma le richieste sono decuplicate. Solo Coldiretti ne chiede 800. I lavoratori che prima venivano in Italia, in particolare da Romani ae Polonia e tutto l'est Europa, scelgono altri Paesi, continua, o non si muovono affatto per la guerra.

E così "tantissime aziende forlivesi sono senza manodopera e non sanno a chi rivolgersi, con la raccolta di frutti e ortaggi a rischio. Serve- rimarca- sinergia tra associazioni di categoria, datori di lavoro e centri per l'impiego". Così da "velocizzare tempi e modi di assunzione", concorda Carlo Alberto Favoni Miccoli di Confagricoltura, segnalando la necessità di agire anche sul fronte del clima con regimentazione delle acque, raccolta delle piogge, bacini e sistemi di canali, in modo da diventare "un esempio per altri territori". Il problema della manodopera, ritorna a bomba Matteo Pagliarani di Cia, non riguarda solo gli extracomunitari ma anche quella specializzata e nel forlivese che è vocato alla frutta "si sente ancora di più".

Anche se anche la provincia di Ravenna registra un dato "importante" di aziende in crisi. "La frutta sta maturando, ma non ci sono persone per raccoglierla, il problema è anche di sicurezza alimentare", aggiunge rimarcando che "non c'è sfruttamento di manodopera sul territorio" e il suo "costo sociale" ricade sulle aziende. Mentre "il ruolo dell'imprenditore viene bullizzato mediaticamente". A tutto ciò si sommano poi "l'imprevedibilità ambientale e quella sociale". Servono dunque "accompagnamento e valorizzazione", anche perchè reddito di cittadinanza e sacrificio necessario per lavorare nei campi fanno preferire altri settori. La carenza di lavoratori stagionali riguarda anche altri comparti vitali per la Romagna, a partire dal turismo, per questo le associazioni caldeggiano una "interlocuzione permanente" con i sindacati così da introdurre "formule più flessibili" per gestire i picchi di produzione e le domande improvvise di lavoro, e un contratto collettivo che garantisca dignità salariale ai braccianti agricoli per le grandi raccolte. L'obiettivo è insomma portare la questione dal livello locale a quello nazionale. (fonte Dire)

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