Entro l'estate un nuovo e innovativo bando per dare in concessione Monte Maggio
Ci sarà un nuovo bando per assegnare l’area ricreativa e di ristorazione di Montemaggio. Lo segnala il blogger Davide Fabbri che ha avuto a riguardo contatti con il sindaco
Ci sarà un nuovo bando per assegnare l’area ricreativa e di ristorazione di Montemaggio. Lo segnala il blogger Davide Fabbri che ha avuto a riguardo contatti con il sindaco Gabriele Fratto. L’area, infatti, è di proprietà comunale e il Comune starebbe pensando ad un bando innovativo rispetto a quelli precedenti andati deserti. Intanto l’area, rileva Fabbri, “si è trasformata negli ultimi anni in un'area dismessa, dovuta essenzialmente all'abbandono dei luoghi”.
“All’interno dell’area ricreativa comunale di Monte Maggio non è più attiva l'arena discoteca, non è più aperta l’attività di pizzeria-osteria-ristorante, che negli ultimi anni aveva utilizzato anche gli spazi dell'antica biblioteca dei Padri Cappuccini”, sempre Fabbri. Il blogger ambientalista ricorda che “da quasi 70 anni il colle è dominato dal grande traliccio radiotelevisivo della RAI, uno dei primi installati nel nostro paese. Negli ultimi decenni sul sito di Monte Maggio numerose strutture tecnologiche radiotelevisive pubbliche e private sono coesistite con una struttura ricreativa, ora dismessa. Mi è sorto sempre il dubbio sull'effettiva compatibilità – sia ambientale che urbanistica - fra impianti per la trasmissione radiotelevisiva e un’attività ricreativa, dato che il rischio sanitario per i frequentatori dell’area non può essere trascurabile. Arpae a ASL su questo aspetto hanno sempre rassicurato il Comune e la popolazione sull’assenza di rischio sanitario legato all’intensità di campo elettrico e alle emissioni di inquinamento elettromagnetico in genere del sito radiotelevisivo di Monte Maggio”.
L’area dismessa comporta anche scarsità di manutenzione, con smottamenti e cedimenti di vecchi muri di contenimento. “L’obiettivo del sindaco Fratto è quello di avere il bando pronto entro questa estate”, rimarca Fabbri, che chiede conto di quanto il Comune intenda incassare con la concessione.