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Gli studenti del "Ruffilli" volano in europa con il programma Erasmus+: "Un'opportunità stimolante"

Assia Rida, frequentante la 4G, indirizzo Servizi Commerciali, Logistic Import Export, racconta il suo programma Erasmus a Vilnius, in Lituania

Dall’Istituto Professionale “Ruffilli” di Forlì si vola in Erasmus. Sono sempre più numerosi sono gli studenti che risultano vincitori di borse di tirocinio all’estero nei vari indirizzi dell’Istituto: nell’anno scolastico in corso, ben cinque studentesse della classe quarta dell’indirizzo “Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale” hanno svolto nel mese di ottobre 2022 tre settimane di tirocinio a Siviglia (Spagna) e La Force (Francia), mentre altre quattro partiranno il primo febbraio alla volta di Saragozza (Spagna). Recentemente altre due sono risultate vincitrici di borsa con destinazione Lebork (Polonia) e Siviglia (Spagna).

"La professionalità degli enti che supportano l’Istituto Ruffilli (la scuola collabora con enti impegnati nella progettazione di servizi per la mobilità europea quali Uniser, VolontaRomagna, Consorzio degli Istituti Professionali e Cooperativa Sociale Kara Bobowski, ndr) fa sì che le esperienze dei ragazzi siano sempre state di buon livello, consentendo, in alcuni casi, anche di proseguire un rapporto di lavoro con l’azienda del paese ospitante dopo la maturità - commenta la dirigente scolastica, Lorella Zauli -. L’obiettivo per l’anno scolastico 2023-2024 è, pertanto, quello di continuare a promuovere l’internazionalizzazione dell’offerta scolastica per gli studenti, i neo diplomati e anche per il personale docente: due professoresse sono, infatti, già state selezionate per svolgere entro l’anno 2023 cinque giorni di formazione job shadowing in Spagna, una imperdibile opportunità per un prezioso arricchimento professionale e culturale".

Assia Rida, frequentante la 4G, indirizzo Servizi Commerciali, Logistic Import Export, racconta il suo programma Erasmus a Vilnius, in Lituania. "Mi sono candidata perché volevo visitare altri posti ed Erasmus mi sembrava l’occasione perfetta", spiega. Nel corso dell'esperienza i punti di riferimento "sono stati la a professoressa che ci ha accompagnato in veste di tutor e anche i ragazzi che erano con me. Inizialmente non riuscivo a parlare inglese, mi ero bloccata. I ragazzi del mio gruppo che erano di altri paesi (Moldavia, Filippine) mi hanno aiutata a sbloccarmi ed interagire con loro. La prof mi ha aiutato tanto nella compilazione dei documenti richiesti dal progetto. La referente Uniser è stata molto gentile ed è stata la prima ad accompagnarmi in azienda e presentarmi al gruppo". Quanto all'esperienza lavorativa, "ho lavorato in un ufficio che gestiva un parco avventura a Vilnius. L’ufficio era in periferia in una zona industriale, quindi non quello che mi sarei aspettata. All’interno, però, erano tutti gentili e affiatati. Facevano colazione tutti insieme in ufficio ed erano molto allegri anche durante l’orario di lavoro. Questo permetteva di lavorare con tranquillità, nonostante i problemi che si presentavano. Ho conosciuto anche un gruppo di studenti spagnoli assegnati al mio stesso ufficio".

Nel corso dell'Erasmus, Assia ha stretto amicizie "con tutti i cinque ragazzi del gruppo, con la professoressa tutor, ma anche con alcuni ucraini e lituani che vivono a Vilnius. Dopo il lavoro ci ritrovavamo tutti in un centro sportivo dove giocavamo a basket (all’inizio io guardavo e basta, poi mi sono buttata) e lì abbiamo conosciuto gente del posto. Anche la mensa dell’ostello era occasione per fare nuovi incontri con ragazzi tedeschi e francesi, ad esempio". E' ricco il bagaglio formativo: "Ho migliorato notevolmente l’uso della lingua inglese. Questa è stata un’esperienza che ti aiuta a diventare più indipendente sia nella vita quotidiana che in campo lavorativo. Il fatto di conoscere altre culture ti apre la mente e ti lascia dei ricordi indelebili".

Nella valigia del ritorno, confessa, "ho messo dei “pensierini” per i miei fratelli ed i miei genitori. Ho fatto tanto shopping. Se parliamo di bagaglio mio personale come esperienza, è stata l’esperienza più bella della mia vita, mi ha dato un sacco di sensazioni positive. Ho avvertito molta voglia di vivere e lavorare nelle persone del luogo che incontravo, anche per strada. Mi sentivo la mente molto più libera, con meno stress. Ho versato tante lacrime al ritorno…ecco perché non vedevo l’ora di ricandidarmi". Cosa diretbbe ad un coetaneo per motivarlo a partire? "Direi che facendosi sfuggire un’opportunità del genere, se ne pentirebbe sicuramente - conclude -. E’ un’opportunità che ti fa vedere il mondo da un altro punto di vista, più coinvolgente e stimolante. Ti cambia la mentalità. Impari a non giudicare prima di conoscere".

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