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Cronaca

Ercolani in diretta con Marco Di Maio e Vicini: "Sulle riaperture si è scelto un buon compromesso tra ripartenza e salute"

Da lunedì l'Emilia Romagna torna in zona gialla grazie al calo dei contagi: “Nell'ultima settimana abbiamo gli effetti delle restrizioni sugli ospedali - ha osservato Ercolani -. La pressione è andata riducendo, ma questo non vuol dire che abbiamo risolti tutti i problemi"

La crescita dei contagi da covid-19 come è ben noto ha avuto conseguenze nella riorganizzazione degli assetti ospedalieri. “Durante l'emergenza, tutto ciò che non era urgente è stato progressivamente ridotto”, conferma Giorgio Ercolani, responsabile dell'Unità operativa di Chirurgia Generale ed Oncologica dell'ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, intervenendo sabato pomeriggio nel corso della diretta Facebook di pubblica utilità a cura del parlamentare forlivese Marco Di Maio e del professor Claudio Vicini, direttore del Dipartimento testa-collo e otorino di fama internazionale.

Le ripercussioni sull'attività ospedaliera

In riferimento alle ripercussioni sull'attività ospedaliera della pressione data dai pazienti covid, Ercolani ha spiegato che “nel 2020, durante la prima ondata dell'epidemia, c'è stato un lockdown completo per quanto concerne esami, controlli e visite specialistiche per circa due mesi, che poi si è cercato di riprenderle non appena la situazione è migliorata. Nella seconda ondata le riduzioni sono state più ridotte, tra il 20 e il 30%”. In merito all'attività chirurgica, “per le patologie neoplastiche è stata minimamente toccata, in quanto si è cercato di preservarla a scapito di tutti gli interventi chirurgici per pazienti con patologie non neoplastiche, che invece inversamente sono state cancellate o slittate nei tempi, risentendo di ritardi per almeno un 20-30% durante l'anno”.

“Grazie alla riorganizzazione siamo riusciti a garantire che il 90% dei pazienti con patologie neoplastiche siano operati entro 30 giorni dalla diagnosi, rispettando i requisiti nazionali ed internazionali. In questo ultimi due mesi di restrizioni siamo riusciti a garantire interventi chirurgici tra i 12 e 15 pazienti ogni settimana. Ci sono state sicuramente delle branche e dei tipi d'interventi per patologia non neoplastica che hanno risentito”.

Inoltre c'è da considerare un altro aspetto: “Chi ha il covid ha complicanze maggiori nel post intervento, anche con rischio di mortalità. Per questo motivo ai pazienti positivi viene ritardata l'operazione. Salvo emergenze è quindi consigliato attendere 15-20 giorni”. La scorsa settimana, ha proseguito Ercolani, “c'è stato un incontro tra i primari di chirurgia e l'assessore regionale alla sanità Raffaele Donini per chiedere di condividere quali strategie adottare per recuperare tutti gli interventi saltati e prestazioni specialistiche, diagnostiche e radiologiche in questo periodo”.

Le restrizioni

Da lunedì l'Emilia Romagna torna in zona gialla grazie al calo dei contagi: “Nell'ultima settimana abbiamo visto gli effetti delle restrizioni sugli ospedali - ha osservato Ercolani -. La pressione è andata riducendo, ma questo non vuol dire che abbiamo risolti tutti i problemi e che siamo fuori da ogni rischio e pericolo. Sicuramente si è ridotto il numero di pazienti ricoverati. Da lunedì inoltre anche il nostro ospedale dovrebbe tornare ad un allestimento delle varie risorse, terapia intensiva e rianimazione, pressochè normale, rispetto all'ultimo mese e mezzo in cui abbiamo agito in emergenza, con ripercussione sulle attività programmate”.

Per la ripartenza “serve cercare un equilibrio, anche se non è facile. Quanto deciso è un buon compromesso. Se non ci sarà una nuova pressione, sono convinto che il governo emanerà un nuovo decreto con misure di maggiore libertà. E' intelligente che il governo lo faccia in modo ponderato e progressivo sulla base dell'andamento dei contagi”.

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