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Cronaca

Modena, una giornata col vescovo Erio in visita ai luoghi terremotati - FOTO

In attesa dell'evento spartiacque della sua vita, continua l'approccio del sacerdote-teologo con la comunità di fedeli (circa 500.000 persone) che andrà a servire da domenica 13 settembre

E’ a pieno regime la macchina organizzativa della Diocesi di Forlì-Bertinoro, coordinata dal vicario generale don Pietro Fabbri, in vista di uno degli eventi ecclesiali più importanti degli ultimi anni: la cerimonia di ordinazione episcopale di don Erio Castellucci, fissata per sabato 12 settembre all’interno del Palafiera. Il noto teologo, classe 1960 e parroco di San Giovanni Evangelista, è stato nominato arcivescovo di Modena-Nonantola il 25 maggio scorso dallo stesso Papa Francesco. In previsione dell’eccezionale afflusso di fedeli da Forlì e da Modena, è stata scelta una struttura in grado di ospitare 6.000 persone a sedere, con possibilità di allestire altri 800 posti all’interno di un padiglione della Fiera dotato di maxischermi.

Sarà garantito un servizio d'ordine per i parcheggi e per l'entrata al Palafiera: le autorità e i sacerdoti riceveranno un “pass” nominativo, mentre gli altri fedeli potranno accedere con ordine ai vari settori accompagnati dagli incaricati. Chi non potrà partecipare alla celebrazione potrà seguire la diretta che sarà trasmessa su Teleromagna. Su richiesta di don Erio, la cerimonia di consacrazione sarà presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi, che avrà accanto a se monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita. Dopo la celebrazione liturgica, è previsto un buffet per tutti nei padiglioni della Fiera. Per una consacrazione episcopale, la cerimonia e la tradizione richiedono la presenza di tre vescovi: nel caso di don Erio la regola è abbondantemente rispettata, visto che il 12 settembre al Palafiera si prevede la partecipazione di almeno 5.000 persone, fra cui 300 sacerdoti, 50 ministranti e ben 50 vescovi da tutt’Italia.

In attesa dell’evento spartiacque della sua vita, continua l’approccio del sacerdote-teologo con la comunità di fedeli (circa 500.000 persone) che andrà a servire da domenica 13 settembre. Mercoledì 26 agosto abbiamo accompagnato don Erio Castellucci in visita ai luoghi della sua nuova diocesi maggiormente colpiti dal sisma del maggio 2012. Il presbitero forlivese si è recato a Finale Emilia e a San Felice sul Panaro. La Soprintendenza ha calcolato in 109.000.000 euro il danno complessivo arrecato a 105 fra chiese ed edifici diocesani, quali canoniche, asili, scuole, ricoveri, strutture di accoglienza e sale di comunità. Epicentro della prima scossa del 20 maggio 2012, di magnitudo 5,9, Finale Emilia sconta ancora molti immobili lesionati, sia pubblici che privati. A tre anni dal cataclisma non è ancora stata avviata la ricostruzione del castello millenario, ma non se la passa bene neppure il Duomo, che presenta ampi squarci nella volta superiore.

Col vescovo Erio in visita ai luoghi terremotati (foto ForliToday.it)

“Non possiamo toccare nulla – si lamentano i tecnici incaricati dalla Diocesi – senza il placet della Soprintendenza, che chiede di ricostruire fedelmente tutto, utilizzando il materiale originario”. Se la Soprintendenza si muove nel solco imposto dal dettato normativo vigente, i denari offerti da Conferenza episcopale italiana (CEI), Stato italiano e Regione Emilia-Romagna, non bastano: la cifra cambierebbe, e di molto, se si potessero restaurare fedelmente solo gli edifici di maggior pregio storico-artistico, andando a ricostruire ex novo gli altri. Don Erio ha riscontrato uno scenario di distruzione ancor più grave a San Felice sul Panaro, la località che ha dato i natali all’attuale vescovo di Forlì-Bertinoro monsignor Lino Pizzi. Il centro storico cittadino, messo in sicurezza l’indomani delle scosse, presenta ancora molte abitazioni disabitate. Il Duomo dedicato a San Felice vescovo martire, è quasi interamente crollato: stanno però partendo i lavori per realizzare una struttura modulare interna in acciaio, in grado di garantire la visita in sicurezza dell’area (come fatto a L’Aquila con la basilica di Santa Maria in Collemaggio). Nell’area a fianco del cimitero è stata costruita la “new town” con tanto di chiesa parrocchiale, municipio e tutti i servizi essenziali. Don Erio Castellucci si è premurato di dare le prime indicazioni tecniche in vista degli incontri con le autorità.

Una volta rientrato a Modena, il parroco-teologo ha delineato anche i capisaldi della sua linea episcopale: “Un pastore d’anime deve prima di tutto incontrare le persone e saperle ascoltare, per poi curare la catechesi, le celebrazioni e i rapporti con le altre autorità in funzione del bene comune”. E’ un percorso mutuato in gran parte dalla preziosa esperienza pastorale maturata a Forlì, a partire dal 2009, come parroco di San Giovanni Evangelista. Don Erio Castellucci entrerà ufficialmente nella Cattedrale di Modena domenica 13 settembre, alle 17. Il giorno successivo farà l’ingresso anche nell’abbazia di Nonantola, l’altra partizione della sua nuova Diocesi di servizio.

Piero Ghetti

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