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Gli inquirenti: "Andava in trance e scacciava il maligno. Tutto questo nell'evoluta Romagna"

“Scoprire con quest'indagine che nell'evoluta e operosa Romagna ci fossero soggetti che praticavano la magia mi ha lasciato stupita”: è così che il Procuratore Capo Maria Teresa Cameli ha commentato l'inchiesta

“Scoprire con quest'indagine che nell'evoluta e operosa Romagna ci fossero soggetti che praticavano la magia mi ha lasciato stupita”: è così che il Procuratore Capo Maria Teresa Cameli ha commentato l'inchiesta che ha portato a sequestrare il “santuario” di via Bacilina che accoglieva i riti e le cerimonie di Mario Guerrini, esorcista-guaritore da oltre trent'anni in azione a Forlì. “Non è stata un'indagine facile, anche per le vittime parlare significava ammettere una propria sconfitta personale”, sempre il procuratore. Le indagini hanno accompagnato le testimonianze con intercettazioni ambientali in quella che esternamente è una modesta casa terra-cielo del centro storico, ma che dentro era un vero e proprio santuario, pieno di altari, statue della Madonna, di Padre Pio e Papa Giovanni Paolo II. 

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Uno dei fedeli che ha raccontato la sue vicissitudini si è trovato in quella comunità religiosa per quasi vent'anni dal 1997 al 2014, entrato in quel gruppo quando era ancora ragazzo. E anche minorenni, secondo quanto ricostruito dalle indagini, finivano per assistere alle cerimonie di purificazione dal demonio. La comunità era formata in modo trasversale, si andava dalla studentessa universitaria al libero professionista, dall'operaio all'impiegato, anziani e giovani frequentavano il “santuario” di via Bacilina. Anche un prete ruotò intorno a questo gruppo di preghiera. Dal martedì al sabato, secondo la Polizia, in una strada del centro storico era tutto un susseguirsi di superstiziosi riti di esorcismo impartiti da chi si definiva “profeta” e che nella sua comunità si presentava come un “incompreso” dalla gerarchia ecclesiastica, sostenendo che il papa avrebbe riconosciuto prima o poi i suoi poteri. 

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La domenica, invece, era il giorno della preghiera collettiva, una sorta di messa. “In tali cerimonie il soggetto andava in trance e si avvaleva di un 'tramite', un fedele particolarmente devoto che urlava e si mostrava come un riflesso della negatività che se ne andava”, spiega Mario Paternoster, dirigente della Squadra Mobile che ha seguito le indagini, sotto il coordinamento del pm Lucia Spirito. La Polizia ha sentito circa 40 testimoni, ma in pochi hanno definito tali pratiche come atti di superstizione dal punto di vista religioso o come messinscene dal punto di vista laico. “Molti ci credevano e ci credono tuttora”, sempre gli inquirenti. Ora questo santuario e tutto il suo arredo fatto di ceri, fiori e altari sono sotto sequestro. “Se l'attività ripartirà in altro luogo? Sorveglieremo”, è il monito del Procuratore capo Cameli.

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