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Cronaca

Esselunga, ancora polemica politica. Sinistra contro la maggioranza: "Una crociata ideologica"

Continua a permanere la polemica politica sulla variante urbanistica da 2.500 metri quadrati che la giunta di Forli' vuol portare in Consiglio per il nuovo polo commerciale di via Bertini

Continua a permanere la polemica politica sulla variante urbanistica da 2.500 metri quadrati che la giunta di Forli' vuol portare in Consiglio per il nuovo polo commerciale di via Bertini, un'area destinata secondo i progetti ad ospitare l'insediamento di Esselunga in città. 'Il Fatto quotidiano' ha pubblicato delle presunte registrazioni in cui il vicesindaco con delega all'Urbanistica Daniele Mezzacapo, esprime giudizi sulla partita urbanistica in una riunione con i consiglieri comunali della Lega. Mezzacapo, parlando di Conad come "la cassaforte del Partito democratico", spiega che "alla prima volta che ci siamo messi contro Conad ci ha rovesciato addosso, per nostra ingenuita' amministrativa, un mare di merda". Poi dice ai suoi perche' Esselunga si sarebbe fatta avanti proprio ora: "Come e' cambiata l'aria a Forli', Esselunga si e' riattivata, perche' era gia' stato bocciato il progetto una volta". E poi ancora aggiunge: “Io in realta' non li ho mai incontrati". Tra i temi a supporto dell'arrivo di Esselunga e quindi della variante urbanistica, va detto che Mezzacapo pone anche il fatto che la societa' "porterebbe 36 milioni di euro di opere", e "dunque 500 posti di lavoro". 

Reazioni politiche a sinistra

L'indiscrezione ha fatto commentare Daniele Valbonesi, segretario territoriale del Pd forlivese, che col suo partito (ma anche con M5s, associazioni di categoria e cittadini), si e' messo contro la variante: "Ora - attacca il dem - si spiegherebbe molto chiaramente la genesi della variante lampo che permettera' l'arrivo di Esselunga a Forli' in una superficie di 2.500 metriquadrati". Infatti, "secondo quando riportato dal Fatto quotidiano, emergerebbe chiaramente che non si tratta di una operazione commerciale, ma di una vera e propria 'crociata ideologica' contro qualcuno, per di piu' fatta sulla pelle dei commercianti forlivesi e dei cittadini, che in campagna elettorale la Lega si fregiava di voler valorizzare e difendere", affonda Valbonesi. Insomma, "si tratterebbe di una manovra politica per favorire qualcuno penalizzando volutamente altri, per motivazioni solo ideologiche". Il segretario dem, poi, punta il dito contro le parole del vicesindaco, bollandole come "diffamatorie e inaccettabili, sia nei confronti di Conad, gruppo commerciale all'avanguardia che da decenni da' lavoro a migliaia di persone in questo e in altri territori, che del Partito democratico". Per tutte queste ragioni il Pd forlivese chiede "immediatamente chiarezza sulla questione alla Giunta di Forlì”.

Anche il gruppo consiliare di Forlì e Co, invita Mezzacapo a fare chiarezza: "Qualora quanto e' riportato dall'articolo corrispondesse a verita', saremmo di fronte ad un fatto molto grave", manda a dire la lista. Perche' "una scelta di politica urbanistica fondamentale per determinare lo sviluppo commerciale e occupazionale della nostra citta' sarebbe portata avanti non sulla base di valutazioni rispetto agli interessi della collettivita' forlivese, ma facendo scendere in campo il Comune al fianco di un attore privato della grande distribuzione in lotta contro altri concorrenti di mercato, ed in particolari contro i principali player gia' presenti sul nostro territorio". Sul tema, tra i partiti politici anche Articolo 1: “Noi di Art1 preferiamo riportare l’attenzione del dibattito sui punti più rilevanti per altri interessi, quelli della nostra città.  Il cambio di destinazione d’uso di quell’area fu a nostro avviso un errore, fino a quel momento il sito era destinato a piantumazione nella logica di ampliamento di aree verdi come bilanciamento ecologico di una zona sede di numerose attività produttive e tale riteniamo sarebbe dovuto restare. La prima variante però destinava l’area a medie superfici commerciali e non ad una ulteriore cattedrale nel deserto come quella ora prevista. L’amministrazione afferma che questa scelta porterà svariate centinaia di nuovi posti di lavoro nel settore commerciale -previsione smisurata che supera persino il numero degli occupati dell’attuale Iper di via Punta di Ferro- omettendo però che, in assenza di nuovo indotto nei consumi, ogni presunzione di aumento occupazionale in realtà costituisce un semplice spostamento del medesimo”.

Anche i Verdi sull'argomento: “Emerge anche uno scenario inquietante di concorrenza tra privati giocata sulle vicinanze politiche. Per questo, lo ripetiamo ancora una volta, i verdi sono stati coerenti e fermi su tutti gli interventi messi in atto sul territorio, senza fare distinzioni. E non a caso contro l'ulteriore dilagare del cemento abbiamo proposto una moratoria per i nuovi insediamenti di centri commerciali e supermercati la cui proliferazione  uccide definitivamente il centro storico e il piccolo commercio. Siamo stati praticamente i soli a muovere critiche ferme e circostanziate nei confronti di un modo di gestire il territorio che cozza contro gli interessi della città e ciò ha provocato l’irosa risposta del vicesindaco e di taluni componenti la maggioranza, come nel caso della progettata variante per il centro storico, frutto di incompetenza unita alla volontà di soddisfare richieste clientelari di chi non sa misurarsi con l’antico tessuto storico della città. La soluzione non sta né nelle varianti "a la carte" né nel raddoppio di tutte le superfici cementificate: non è questo un modello di sviluppo sostenibile per il territorio, dal punto di vista ambientale ed economico”.

Le associazioni dei commercianti

A prendere la parola, infine, anche le associazioni dei commercianti, con una nota congiunta di Confcommercio e Confesercenti: “Il vicesindaco dà ad intendere ai suoi colleghi di partito, che come associazioni siamo stati, sulla vicenda, coinvolti dal Conad, contro l’amministrazione. Allo smemorato amministratore, ricordiamo e, a questo punto, intendiamo rendere noto, che viceversa il 18 maggio, prima di prendere qualsiasi presa di posizione pubblica, anzi il giorno precedente l’esame in commissione consigliare della variante, la prima iniziativa delle due associazioni, attraverso i sottoscritti Direttori di Confcommercio e Confesercenti, è stata quella di richiedere ed ottenere un incontro con il sindaco Zattini, proprio sui contenuti della variante, appena appresi. Nel corso di quell’incontro, nel quale fin da subito abbiamo evidenziato le motivazioni tecniche che rendevano a nostro parere inaccoglibile la variante,  era presente lo stesso vicesindaco”.

Ed infine: “L’incontro con il sindaco Gian Luca Zattini si collocava in un contesto, quello delle relazioni delle nostre associazioni ed amministrazione comunale, sino a quel momento caratterizzate da un’ottima e produttiva interazione, tanto è vero che nel momento in cui, di li a pochi giorni, lo stesso Sindaco ha acconsentito al rinvio dell’esame della variante in consiglio comunale, lo abbiamo incoraggiato nuovamente ad approfondirne i contenuti ed auspicabilmente a prenderne le distanze. Cosa sinora non avvenuta, ma per la quale non rinunciamo ad adoperarci. Le risposte, oltre a questa imbarazzante vicenda della registrazione, sono giunte a  mezzo stampa nelle settimane scorse e, francamente, sono state, ad oggi, deludenti”, concludono Alberto Zattini (Confcommercio) e Giancarlo Corzani (Confesercenti).

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