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Cronaca

Estate avara di piogge in Romagna: "Un esempio concreto di microclima che si presenta periodicamente"

L'alta pressione verrà insidiata da una circolazione instabile in approfondimento dall'Europa centrale verso l'Italia con maggiori possibilità di precipitazioni sul territorio che dovrebbero portare parziale ristoro

Durante il mese di agosto, il terzo più secco degli ultimi 65 anni dopo quelli del 1961 e 1962, il bacino del Po è stato interessato da rilevanti variazioni meteorologiche, presentando nel reticolo idrografico principale una sequenza di deflussi anche superiori alle medie storiche del periodo di riferimento, dovute alle forti piogge concentrate in Lombardia. "Sono stati molto numerosi i giorni con temperatura massima superiore a 30°C (i giorni molto caldi con temperature al di sopra dei 35° sono stati dodici) con punte fino ai 40°C - analizza il segretario generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – MiTE, Meuccio Berselli -. Un altro dato a cui prestare molta attenzione è il numero di notti tropicali, ossia con una temperatura minima maggiore di 20°C, notti che sono state abbondantemente al disopra delle medie. Le precipitazioni poi si sono concentrate solo su una parte del distretto considerato, quella Lombarda, purtroppo spesso a carattere temporalesco, generando così situazioni di allerta idrogeologica e lasciando sguarnito di precipitazioni e quindi soggetta a siccità la gran parte del territorio rimanente. Tali condizioni hanno tempi di ritorno di circa 7 anni".

La situazione attuale dello stato di severità idrica risulta ancora divisa in due aree distinte; una in condizioni pressoché normali a Nord del fiume Po, dove le pregresse precipitazioni di luglio e serbatoi in linea con le medie garantiscono un soddisfacimento idrico/irriguo pressoché complessivo. L’area a Sud del 'Grande Fiume' versa invece in uno stato costante sofferenza, ormai da più mesi, con zone in forte criticità, dove non si registrano piogge significative da oltre 60 giorni. La carenza di apporti idrici dei torrenti Appenninici (in molti casi anche al di sotto dei valori di deflusso minimo vitale) non consente di poter derivare risorsa per scopi agricoli ed in alcuni casi si iniziano a segnalare anche i primi casi di attenzione con conseguenti limitazioni nell’utilizzo anche sull’idropotabile. Le Zone con criticità più marcata registrata in questi giorni sono Piemonte (areale di Torino, Alessandria, Novara e, in particolare, Cuneo), Emilia-Romagna (zona Romagnola e costiera) e Marchigiano.

La situazione delle portate

Sull’asta di Po le portate attuali del fiume sono in contrazione rispetto inizio mese, in particolare, nella giornata del 30 agosto la portata osservata a Pontelagoscuro risulta pari a 770 m3/s (-10% sulle medie). Le portate abbondanti del Po della prima parte del mese di agosto hanno però permesso di poter derivare ingenti quantità di acqua per sopperire all’assenza di piogge: come nel caso del Canale Emiliano Romagnolo con 60 milioni di metri cubi al secondo solo ad agosto (+50% rispetto la media) e con un record storico di prelievo di 281,21 milioni di metri cubi a questo punto della stagione (contro i 171,36 di media).

"Questo contesto, così diametralmente diversificato a distanza di pochi chilometri - sottolinea Berselli - palesa la rilevanza indispensabile della risorsa idrica del fiume più lungo d’Italia per le comunità e per l’intera economia del bacino del Po ma, dall’altra parte, impone una riflessione approfondita e non troppo lunga nelle tempistiche decisionali e nell’azione operativa, sulla necessità, dove mancano e laddove si rendano essenziali, di opere adeguate in grado di garantire l’approvvigionamento accessorio per tutte le utilità. Dal punto di vista ambientale fortunatamente i livelli idrometrici registrati hanno evitato condizioni di stress significativo degli habitat lungo tutta l’asta principale del fiume e questo fenomeno ha contrastato l’intrusione del cuneo salino sulla Costa Adriatica, rimasto a valori non particolarmente preoccupanti".

Le precipitazioni

Le precipitazioni del mese di agosto sono state caratterizzate da anomalie, con cadute in eccesso solo in Lombardia dove, tuttavia, essendo principalmente fenomeni a carattere temporalesco, si sono concentrate in eventi di breve durata, talvolta violenti a forte intensità, con ruscellamento superficiale e ad intervalli anche lunghi tra l’una e l’altra.

Il 'caso' Romagna

Nella parte sud del bacino la situazione è invece completamente differente; in Emilia dal primo al 29 agosto si stima siano caduti circa 20 millimetri (-51%), quantità non sufficiente nemmeno al contrasto dell’evapotraspirazione. Dal calcolo delle piogge da inizio marzo ad oggi risulta un deficit medio regionale sul clima 2001-2020, di circa 154 millimetri (-45%) e su vaste aree del settore orientale, particolarmente in Romagna, il deficit raggiunge i valori massimi con una percentuale tra il 50 e il 60% in meno. Lo testimoniano anche le più di 50 richieste di derivazione in deroga al deflusso minimo vitale presentate dai vari consorzi emiliano-romagnoli.

Nei territori della Romagna (non serviti dalle acque del Cana prelevate dal fiume Po) i laboratori agronomici del Canale Emiliano Romagnolo ad Acqua Campus hanno attestato come un giorno medio di precipitazioni, con una caduta stimata in 12-15 millimetri, arrivi a compensare esclusivamente l’impatto causato alle colture dall’incremento delle temperature (+2, +3 gradi) e questo in un contesto complessivo di totale mancanza di apporto costante di risorsa idrica. "Una condizione che palesa l’estrema difficoltà causata prevalentemente dall’assenza pressoché totale di precipitazioni che, nei territori considerati, prosegue dall’inizio della stagione estiva portando a considerare la possibilità di trovarsi davanti ad un esempio concreto di microclima che presenta periodicamente ed endemicamente queste caratteristiche, vista anche la frequenza del ripetersi del fenomeno negli ultimi anni", spiega Berselli.

Le previsioni

E' previsto un imminente cambiamento delle condizioni meteorologiche: nei prossimi giorni di settembre la presenza prolungata dell'anticiclone sul Mediterraneo, responsabile di questo lungo periodo caldo, arido e siccitoso verrà insidiata da una circolazione instabile in approfondimento dall'Europa centrale verso l'Italia con maggiori possibilità di precipitazioni sul territorio che dovrebbero portare parziale ristoro.

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