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Cronaca Santa Sofia

Estate nera per il Forlivese, mai così tanti boschi bruciati: le indagini dei forestali

Tre giorni di incendio hanno lasciato sul campo 34 ettari di bosco ormai in cenere, una porzione di questo perfino all'interno dell'area protetta del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Tre giorni di incendio hanno lasciato sul campo 34 ettari di bosco ormai in cenere, una porzione di questo perfino all'interno dell'area protetta del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e quindi di particolare pregio paesaggistico. E' il bilancio dei due rovinosi incendi che hanno imperversato da mercoledì sera fino a domenica mattina nell'alta valle del Bidente. A distanza di due giorni, i vigili del fuoco sono ancora sul posto, a controllare che anche la più piccola brace non riattizzi le fiamme.

L'origine dei roghi 

Siccità, sottobosco secco, forte vento: questo il mix micidiale in cui sono partite le fiamme. Ma sono pur sempre concause, fattori che rendono la minima scintilla una fiamma robusta: tranne rarissimi casi non esiste l'incendio “naturale”, la scintilla iniziale che dà il via a tutto è sempre la mano umana, per desiderio distruttivo, per interesse, o anche solo per negligenza e imperdonabile disattenzione, come buttare fuori dall'auto in corsa un mozzicone di sigaretta ancora acceso.

Incendio al Corniolo: il video

Mai incendi così distruttivi

I carabinieri forestali hanno quantificato le dimensioni dei due incendi: ad Isola il rogo ha mandato in fumo due ettari di pineta, mentre alcuni chilometri più a monte, sempre nella valle del Bidente, in zona Corniolino, la tre giorni di incendio sedata solo grazie al ripetuto intervento di Canadair ed elicottero dei Vigili del Fuoco, ha distrutto molto di più: 32 ettari quelli perimetrati dall'ex Corpo Forestale dello Stato (ora confluito nei ranghi dei carabinieri), in parte anche all'interno dei confini del parco. Non si ricordano incendi di tale proporzione nel territorio forlivese negli ultimi anni. Se poi sommiamo l'incendio avvenuto a Montecodruzzo, nel Cesenate, lo scorso 6 agosto, che ha distrutto circa 40 ettari, la provincia di Forlì-Cesena tocca il suo record di sempre per quanto riguarda la piaga degli incendi boschivi.

Le indagini

I carabinieri forestali, comandati dal colonnello Giampiero Andreatta, stanno effettuando le indagini, a partire dalla ricerca dei punti di innesco. Sia ad Isola che poi soprattutto a Corniolo, le fiamme sono divampate in aree boschive facilmente raggiungibili dall'uomo, nelle vicinanze della strada provinciale della valle del Bidente. Per questo si ritiene che possa essere stato un comportamento imprudente di un utente della strada (una sigaretta, una sosta, la marmitta di un veicolo troppo vicino alla vegetazione) l'origini dei due incendi che dagli inquirenti non vengono ritenuti comunque collegati, vale a dire privi di una mano comune, ipotesi questa che sarebbe stata particolarmente inquietante. Non risultano inoltre particolari segni evidenti di dolo, mentre non ci sono riscontri su possibili azioni ritorsive, come vendette, minacce nei confronti di qualcuno. I carabinieri starebbero anche lavorando sulla base di alcune testimonianze, per individuare i primi fumi levati in cielo, e da lì l'inizio delle fiamme.

Incendio a Corniolo: intervengono l'elicottero e il Canadair

La lunga durata

Le stesse indagini dei forestali indicano poi le riprese dei roghi nei giorni successivi non come azione di una mano umana, ma come purtroppo possibili “ritorni di fiamma” dovuti a braci ancora ardenti e all'impossibilità, data l'area particolarmente impervia, di procedere ad una bonifica accurata del sottobosco, dal momento che in certi punti del Corniolino l'unico intervento possibile era solo dal cielo. E' proprio qui che si sono concentrati i principali problemi: pur partito da un'area facilmente accessibile, l'incendio specialmente nella sua ripresa di domenica mattina si è esteso in un'area a monte difficilmente raggiungibile dalle squadre di terra dei vigili del fuoco. Per bloccare l'incendio è servito il Canadair, nonostante il forte vento che ha spirato sull'area – assieme a piogge troppo deboli per essere risolutive. 

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