Ci sono i soldi, ma manca la pratica dell'Inps: i lavoratori attendono gli ultimi stipendi da 5 anni
Pur essendo stata recuperata della liquidità di denaro nel corso del fallimento, non è possibile pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori che stanno aspettando da 5 anni
Pur essendo stata recuperata della liquidità di denaro nel corso del fallimento, non è possibile pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori che stanno aspettando da 5 anni: una situazione paradossale di apparente mala-burocrazia quella che presentano i sindacati dei metalmeccanici, con una nota di Riccardo Zoli (Fim-Cisl), Giovanni Cotugno (Fiom-Cgil) e Valerio Garattoni (Uilm-Uil).
Spiegano i sindacalisti: ?L?8 febbraio 2017 falliva la Cclg, azienda forlivese che occupava più di cento dipendenti, dopo una vertenza sindacale durata mesi. Il fallimento ovviamente produsse disagi e sofferenze economiche, con numerose retribuzioni rimaste non pagate, coperte in minima parte dalle anticipazioni dei TFR da parte dell?INPS di Forlì. Il resto del credito rimase intrappolato nelle complicazioni della procedura fallimentare e nonostante il recupero di quote ingenti di liquidità, la curatela tardò nella predisposizione di un piano di riparto che potesse soddisfare il credito degli ex dipendenti?.
Il problema è tutto burocratico, a quanto pare. ?Finalmente, dopo numerose sollecitazioni da parte delle organizzazioni sindacali, l?11 novembre 2021, 5 anni dopo la dichiarazione di fallimento, la curatela inviò il progetto di riparto parziale, dando speranze a chi aspettava le proprie retribuzioni arretrate. La gioia durò pochissimo e le speranze vennero ben presto disilluse dal momento che il 24 novembre, la curatela rinunciò al riparto adducendo una motivazione a dir poco kafkiana: l?Inps di Forlì, nonostante i richiami della curatela, non aveva ancora inviato alla stessa le insinuazioni in surroga al credito anticipato agli ex dipendenti, procedura senza la quale la curatela non può suddividere i soldi in suo possesso spettanti ai lavoratori?.
Per Cgil, Cisl e Uil ?l'Inps di Forlì non ha quindi adempiuto ad un suo diritto, ma anche ad un suo dovere non solo nei confronti dei lavoratori, ma anche dei cittadini. Dopo alcuni mesi la curatela, interpellata da noi, ha detto di essere ancora in attesa. La situazione, insostenibile e al limite dell?imbarazzante, il 24 febbraio ci ha indotto a contattare per le vie ufficiali direttamente il Direttore dell?Inps di Forlì, pregandolo di sollecitare l?invio delle surroghe. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta: né di supporto alla nostra legittima richiesta, né di incontro per valutare le difficoltà semmai ce ne fossero, sebbene il principio di trasparenza nella pubblica amministrazione esigesse quantomeno una risposta?.
Fim, Fiom e Uilm ritengono che questo comportamento ?sia assolutamente da stigmatizzare perché rappresenta la totale indifferenza dell?Istituto nei confronti dei cittadini contribuenti in un momento di grande difficoltà?. Ed ancora: ?Ci auguriamo che l?istituto si adoperi per dare soluzione al problema da loro stessi innescato. Sarà nostra cura monitorare costantemente la situazione, come fatto fino ad oggi ed attivare tutti gli strumenti legali e giuridici utili alla definizione delle pratiche fino a quando ogni singolo lavoratore non avrà quanto gli spetta sul proprio conto corrente?.