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Cronaca

False pratiche per l'emersione da lavoro irregolare: ben 43 denunce

Ben 39 gli extracomunitari denunciati a piede libero (sette bengalese, sette senegalesi, sette cinesi, tre tunisini, tre marocchini, tre pakistani, due ucraini, due moldava, un domenicano, un macedone, un egiziano, un algerino ed un ivoriano).

E' di 43 denunce il bilancio di un'indagine della Squadra Mobile di Forlì, focalizzata sulla regolarizzazione degli stranieri nel mondo del lavoro. Su 649 domande presentate negli uffici della Prefettura, ben il 20% (circa 130) non ne sono state accolte. Le accuse per gli indagati sono di “falso materiale e falso ideologico”, e l'”utilizzo di documenti falsi o contraffatti”. Ben 39 gli extracomunitari denunciati a piede libero (sette bengalese, sette senegalesi, sette cinesi, tre tunisini, tre marocchini, tre pakistani, due ucraini, due moldava, un domenicano, un macedone, un egiziano, un algerino ed un ivoriano).

Tra gli indagati anche quattro datori di lavoro (tre italiani ed uno di nazionalità romena). Gli inquirenti, con la collaborazione del personale dell’ufficio immigrazione, hanno appurato come i cittadini stranieri, al fine di confermare la loro presenza in Italia secondo i termini previsti dalla legge, avessero fornito (in alcuni casi con la collaborazione del datore di lavoro stesso) false certificazioni mediche attestanti cure o prestazioni sanitarie in realta’ mai ricevute o mai erogate.

I documenti, con timbri di provenienza illecita, riguardavano in particolar modo certificazioni relative a cure mediche realmente erogate da strutture pubbliche o private, ma falsificate nei dati relativi al paziente. Nei confronti degli indagati sono state archiviate le relative pratiche di regolarizzazione, e sono seguite le procedure finalizzate al loro allontanamento dal territorio nazionale. Gli investigatori non hanno riscontrato elementi di collegamento tra i casi segnalati, tali da ipotizzare un'organizzazione da ricondurre la provenienza dei documenti contraffatti.

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