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Solidarietà per l'Ucraina / Bertinoro

Un tetto per l'ospitalità: rientrata in Ucraina una delle cinque famiglie accolte dai coniugi Della Corna

Lo scorso 2 settembre è ripartita per l’Ucraina Tetiana coi tre figli. “La profuga – comunicano i Della Corna - ha valutato che ci fossero le condizioni per un ritorno a casa in piena sicurezza”

C’è una novità sul fronte dell’avventura caritativa targata Della Corna: è, infatti, rientrata in Ucraina una delle cinque famiglie accolte in via Bagalona. Ricordate lo straordinario gesto solidale di Francesco e Mariella, i coniugi di Santa Maria Nuova di Bertinoro, che dal marzo scorso sono riusciti ad ospitare sino a 19 profughi ucraini, poi “adottati” dall’intera frazione? Gli artefici del loro approdo nel cuore della Romagna furono alcuni volontari veneti, che li presero sul loro pullmino dopo avere trasportato alla frontiera polacca l’ennesimo carico di generi di prima necessità per conto della volontaria cesenate Roberta Cristaudo.

“Ora abbiamo 8 minori – scrive a fine aprile su ‘facebook’ il coordinatore del progetto, Mattia Della Corna – ma anche 5 nonne, 5 mamme e un babbo. Siamo al completo”. E’ un cammino umanitario importante e impegnativo: “Tanti uffici, ambulatori, datori di lavoro e istituti scolastici consultati, ma anche relazione e gestione delle emozioni”. L’ultima tassello del percorso solidale avviato dai Della Corna (i genitori Francesco e Mariella, coi figli Mattia e Samuele), risale al 2 settembre scorso: “Venerdì – comunica Mattia, sempre su ‘fb’ - è ripartita per l’Ucraina la prima delle due famiglie ucraine accolte”. Si tratta di Tetiana con i tre figli Daria di 17 anni, Alexandri di 12 e Mariia di 4. Giunti a Santa Maria Nuova il 23 marzo scorso, hanno deciso di rientrare a Ljuboml', al confine con la Polonia. Perché questa scelta? Forse che la guerra in Ucraina è finita? “No – risponde Mattia - Tetiana ha valutato che ci fossero le condizioni per un ritorno a casa in piena sicurezza”.

Per gli altri quattro nuclei familiari accolti, questo non è ancora possibile per diversi motivi: “C’è chi ha la casa distrutta e non possiede più nulla, chi non avrebbe alcuna fonte di sostentamento e chi rischierebbe la vita, perché risiede in territori dove ci sono combattimenti in atto”. E’ il caso di Inna con la madre Tetiana e la figlia Vladyslava di 11 anni, provenienti da Charkiv, tuttora in pieno fronte (anche se potrebbe essere stata ripresa dai soldati ucraini). Nel momento della partenza non c'era invidia negli occhi gonfi di chi restava, ma piuttosto un fortissimo richiamo nostalgico verso la propria patria. “Tatiana e i 2 figli più piccoli (Daria è già rientrata qualche settimana fa) sono ripartiti trepidanti, portando con sé le valigie (si, perché all'arrivo avevano uno zainetto, una sportina e le ciabatte ai piedi), il frutto del lavoro di questi mesi, una bicicletta e una pianta di fiori tipica della nostra terra”.

Anche il ritorno in Ucraina, al pari dell’arrivo in Romagna, a marzo, è stato reso possibile dall’aiuto dei volontari, benefattori e istituzioni, che hanno creduto nel progetto e in coloro che tutt'ora lo sostengono e portano quotidianamente la speranza nel cuore di queste persone. Mattia Della Corna conclude il suo “post” di commiato da Tetiana e i figli, guardando avanti e preoccupandosi di non far mancare nulla a chi rimane: “Attualmente il compito più difficile è la ricerca di appartamenti. Alcune delle famiglie rimaste hanno infatti espresso il desiderio di essere indipendenti, ma non riescono a farlo a causa del costo eccessivo degli affitti a livello locale”. L’appello alle tante persone di buon cuore, non solo di Santa Maria Nuova, è ufficialmente lanciato. 

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