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Consumo di alcol "a rischio" per un forlivese su 5. L'Ausl: "E' più diffuso tra i più giovani"

Nel "Profilo di salute" dell'Ausl Romagna viene specificato che "in Italia il consumo di alcol a “maggior rischio” resta una prerogativa dei residenti nel Nord Italia e anche l’Emilia-Romagna ha una prevalenza superiore a quella nazionale"

Più di un forlivese su cinque beve alcolici in un modo definito "a rischio". È analizza l'Ausl nel "Profilo di salute", uno studio realizzato dall'Igiene pubblica con la collaborazione di tutti gli ambiti territoriali della Romagna e che, come spiega la dirigente Raffaella Angelini nella premessa, "raccoglie e analizza alcuni dati e informazioni per fornire indicazioni sulle condizioni presenti nel contesto sociale e ambientale (determinanti di salute distali), sui comportamenti e stili di vita (determinanti prossimali) e sui principali indicatori di salute e malattia che sono presenti nella popolazione".

Secondo quanto emerso dall'approfondimento specifico in merito al consumo di alcolici, il 23% della popolazione forlivese tra i 18 ed i 69 anni beve troppo, o lo fa ingerendo grandi quantitativi in poco tempo. Ma non va bene nel resto del territorio. Rimini presenta la percentuale più alta con il 25%, seguita da Cesena col 24%, mentre Ravenna chiude con il 22%. Nello studio viene spiegato che "si considerano comportamenti a rischio tre modalità di assunzione di alcol: il consumo abituale elevato (maggiore di 2 unità alcoliche al giorno nell’uomo e 1 nella donna), il consumo abituale fuori pasto e il bingedrinking. L’unità alcolica corrisponde ad una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore". 

Letteralmente il bingedrinking rappresenta una "abbuffata di alcolici", indicando la tendenza a consumare 5-6 drink nella stessa serata e che può peggiorare le condizioni di salute di chi lo pratica anche a lungo andare. Un introito eccessivo di alcol è infatti in grado di "alterare" la pressione sanguigna (elevandola: ipertensione), i livelli di colesterolo (ipercolesterolemia) e di zuccheri nel sangue (iperglicemia): determinando così condizioni in grado di accrescere il rischio di eventi acuti a carico del cuore e del cervello, quali per esempio l'infarto del miocardio e l'ictus cerebrale.

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Nel "Profilo di salute" dell'Ausl Romagna viene specificato che "in Italia il consumo di alcol a “maggior rischio” resta una prerogativa dei residenti nel Nord Italia e anche l’Emilia-Romagna ha una prevalenza superiore a quella nazionale". 

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E quella di alzare troppo il gomito è un'abitudine che accompagna i giovanissimi. Viene specificato infatti che "il consumo di alcol a maggior rischio anche in Romagna è più diffuso tra i più giovani (51% nella classe di età 18-24 anni e 37% in quella 25-34 anni), tra gli uomini rispetto alle donne e nelle persone con alto livello di istruzione".

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