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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Festa di San Mercuriale con l'ambasciatore armeno della Santa Sede

La solennità 2021 di S. Mercuriale, in programma dal 25 al 26 ottobre presso l’omonima abbazia di piazza Saffi, vedrà l’apice lunedì, alle 18, con la partecipazione dell’ambasciatore della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede, Garen Nazarian

Sarà l’ambasciatore della Repubblica d’Armenia presso la Santa Sede, Garen Nazarian, l’ospite d’eccezione della festa di San Mercuriale, compatrono di Forlì, in programma dal 25 al 26 ottobre presso l’omonima abbazia di piazza Saffi. Il diplomatico, impossibilitato a partecipare lo scorso anno a causa degli scontri militari in corso nel Nagorno Karabakh, sarà finalmente presente il 25 ottobre, alle 18, su invito del parroco di San Mercuriale-Santa Lucia don Enrico Casadio.

Nazarian assisterà alla breve conferenza tenuta dall’antropologo fisico Mirko Traversari, che riepilogherà i risultati dell’esame autoptico operato sui resti del proto vescovo forlivese. Com’è noto, lo scheletro conservato da secoli nella cappella Mercuriali appartiene ad un uomo originario dell’Armenia, alto un metro e 60 centimetri, dell’età di almeno cinquant’anni, vissuto fra il II e il III secolo d.C. Altre analisi hanno permesso di conoscere la sua dieta, a base di cereali come il frumento, carne e latticini, la sua mobilità e gli spostamenti in vita.

Lo studio delle reliquie è stato realizzato grazie alla collaborazione tra ricercatori ed istituzioni. Protagonisti dell’iniziativa, oltre al prof. Traversari, responsabile del progetto, sono il gruppo Ausl Romagna Cultura e la Diocesi di Forlì-Bertinoro, con il contributo del Lions Club Forlì-Cesena Terre di Romagna. Alle 18.30 è previsto il ritrovo sul sagrato della basilica con le autorità religiose, civili e militari della città, finalizzato all’accoglienza della reliquia del cranio del compatrono, proveniente dalla chiesa della SS. Trinità. L’ambasciatore armeno parteciperà anche ai primi vespri solenni, cantati dal vescovo di Forlì-Bertinoro mons. Livio Corazza, che al termine rivolgerà il tradizionale Discorso alla città alla presenza delle autorità.

Martedì 26 ottobre, solennità propria di San Mercuriale, sarà celebrata la messa alle 8.30 e alle 10, quest’ultima presieduta dal vescovo Corazza. Ai secondi vespri solenni delle 18 guidati dal parroco uscente don Enrico Casadio (che il 13 novembre prossimo lascerà San Mercuriale per andare parroco a Meldola, in sostituzione di don Mauro Petrini destinato a Bertinoro), parteciperà anche il pastore della comunità forlivese ortodossa romena, padre Hanis Florin. Don Casadio comunica, altresì, che nella sala del chiostro di San Mercuriale è già operativo il mercatino di oggettistica, finalizzato alla raccolta fondi per il restauro del campanile.

La due giorni di festa del compatrono è contornata da due momenti musicali proposti in basilica: sabato 23 ottobre, alle 21, Elevazione spirituale “Voci di donne in musica” con Alessia Tocchetti al Violino e Pietro Cattaneo all’organo. Sabato 30 ottobre, alle 16.30, concerto in favore del Centro di Ascolto “Don Dario”, per i detenuti dentro e fuori dal carcere e le loro famiglie, offerto dagli artisti forlivesi Wilma Vernocchi, Elena Salvatori, Massimo Martino, Giulio Maltoni, Alessandro Spazzoli e il Quartetto di saxofoni dell’Istituto Musicale “A. Masini” di Forlì. Entrambi gli eventi saranno ad ingresso libero. La festa di San Mercuriale si celebrava inizialmente il 30 aprile, giorno in cui le autorità civili promuovevano persino un palio di cavalli dal Ronco fino alla Piazza Grande, l’attuale Piazza Saffi.

Per non sovrapporla a quella di San Pellegrino, che ricorre il primo maggio, la ricorrenza fu spostata al 26 ottobre, giorno in cui, nel 1601, le reliquie del proto vescovo, eccetto il cranio e la mano sinistra custoditi rispettivamente alla SS.Trinità e in Duomo, furono traslate nella cappella Mercuriali, in fondo alla navata destra della basilica. Avendo guarito da una grave malattia Alarico, re dei Goti, Mercuriale ottenne la liberazione di duemila e più forlivesi, che erano tenuti prigionieri dal re “barbaro”. Da qui l’origine del toponimo del quartiere Schiavonia. 

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