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Cronaca

Dopo un marzo da tutto esaurito, per aprile la Fiera strappa a Bologna il Festival dell'Oriente

La fiera di Forlì va verso il ritorno al pieno regime, dopo gli ultimi due anni di Covid, con il fermo delle attività e la riconversione di parte della struttura ad hub vaccinale

Forlì capitale della cultura orientale questo weekend e il prossimo: un evento che in Emilia-Romagna si è sempre tenuto a Bologna, ma che quest'anno vedrà la fiera di Forlì protagonista. La più grande rassegna d’Italia dedicata all’Oriente abbandona il tradizionale centro fieristico di Bologna e approda nei padiglioni di Via Punta di Ferro, per l’unica tappa in regione e un doppio appuntamento ricco di contenuti, culture e tradizioni.

Il Festival dell'Oriente prima del Covid metteva assieme anche 15-17 date all'anno, in giro per lo Stivale, riscuotendo in grande successo tra i tanti cultori dell'Oriente e della sua cultura, dalle arti marziali alle 'cerimonia del tè'. Ripartito dopo lo stop dovuto alla pandemia, Forlì rappresenta la sua seconda tappa dopo Torino e prima di Roma. Mostre fotografiche, bazar, gastronomia tipica, cerimonie tradizionali, spettacoli folkloristici, medicine naturali, concerti, danze e arti marziali si alterneranno nelle numerose aree tematiche dedicate ai vari paesi in un continuo ed avvincente susseguirsi di show, incontri, seminari ed esibizioni. In mostra terapie olistiche, le discipline bionaturali, lo yoga, ayurvedica, fiori di bach, reiki, massaggi, ci kung, tai chi chuan, shiatsu , erbe, tisane, spezie e tutto quel che ruota intorno al mondo della salute, del biologico e del benessere. 

“Ci saranno tre palcoscenici con spettacoli a ciclo continuo, con 60 artisti che si alternano. I paesi rappresentati in fiera sono 18”, spiega Alessandra Lombardi in rappresentanza del Festival che approda a Forlì per la prima volta. E aggiunge l'assessore Andrea Cintorino: “L’arrivo a Forlì di questa importante manifestazione è motivo di grande orgoglio. Con la direzione fieristica e il presidente Valerio Roccalbegni abbiamo lavorato a lungo e con grande impegno per intercettare gli organizzatori del Festival dell’Oriente e portarli in città, a discapito di Bologna e della lunga tradizione emiliana. Grazie a una preziosa sinergia di intenti e a testimonianza del valore e della qualità della nostra offerta fieristica, il festival si svolgerà per la prima volta a Forlì e sarà l’unica tappa in regione”.

La fiera di Forlì va verso il ritorno al pieno regime, dopo gli ultimi due anni di Covid, con il fermo delle attività e la riconversione di parte della struttura ad hub vaccinale per la città di Forlì e, sul retro, per il servizio tamponi “drive through”. Dal 1 di aprile cessa l'attività del centro vaccini che nel tempo si è allargato dalla Sala Europa a parte del padiglione A. Una struttura dove si è arrivati anche ad accogliere mille persone al giorno nei momenti più serrati della campagna di vaccinazione. “Abbiamo reso un servizio pubblico e non si può certo dire che la Fiera di Forlì si sia arricchita con l'affitto all'Ausl”, spiega Roccalbegni. 

“Nel mese di marzo abbiamo riempito tutti i weekend, mentre altre 4-5 manifestazioni si erano tenute dalla riapertura dello scorso settembre fino a febbraio. Fino a maggio il centro vaccini resterà montato, poi verrà smantellato per far tornare la Sala Europa alla sua vocazione di centro congressi”, aggiunge Roccalbegni. Lo stesso Festival dell'Oriente farà a meno del padiglione impegnato attualmente dall'hub vaccini, visto i tempi ristretti che non consentono smontare il percorso vaccinale e di allestire la fiera. Per questo l'ingresso resterà quello provvisorio delle ultime fiere e non la sala di accoglienza davanti alla Sala Europa. 

Col Festival dell'Oriente, conclude Roccalbegni, la Fiera di Forlì (“risanata dallo squilibrio di bilancio che si trascinava dietro da anni”, ricorda l'assessore Cintorino) torna alla sua missione, “che non è quella di organizzare eventi in prima persona, ma di intercettare da fuori organizzatori di eventi autosufficienti a cui affittare gli spazi per dare alla città un volano economico e turistico. Fin dall'annuncio dell'arrivo del Festival dell'Oriente siamo stati subissati di telefonate di visitatori interessati che chiedevano informazioni”, conclude Roccalbegni.

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