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Cronaca

Tre milioni di euro per riaprire la Ravegnana: la Regione stanzia risorse dopo il crollo della diga di San Bartolo

I fondi per riaprire la viabilità si aggiungono ai 460 mila euro che sono stati destinati alle prime opere di messa in sicurezza, già concluse, e ai rilievi tecnici sulle condizioni dell'argine del Ronco

Uno stanziamento di 3 milioni di euro da parte della Regione Emilia-Romagna per riaprire la Ravegnana. La strada di collegamento tra Ravenna e Forlì è interrotta dal 25 ottobre scorso in seguito al crollo della diga di San Bartolo sul fiume Ronco, incidente in cui perse la vita il tecnico della protezione civile regionale, Danilo Zavatta. I fondi per riaprire la viabilità si aggiungono ai 460 mila euro che sono stati destinati alle prime opere di messa in sicurezza, già concluse, e ai rilievi tecnici sulle condizioni dell'argine del Ronco. 

“Le priorità della Regione sono state chiare da subito: massima rapidità di intervento, con la garanzia di tutte le risorse necessarie fino all'ultimo euro, per riattivare la viabilità in un tratto strategico della rete regionale - spiega l’assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo, intervenendo in Assemblea legislativa -. Per questo, nell'arco di soli due mesi dal crollo si sono resi disponibili 3 milioni e mezzo di euro e, grazie alla grande professionalità delle strutture regionali, sono stati conclusi in poche settimane sia la barriera in palancole per evitare ulteriori erosioni dell’argine sia i complessi rilievi tecnici sulla sua stabilità: nei prossimi giorni, i risultati degli approfondimenti verranno presentati al Tavolo tecnico istituito presso il Comune di Ravenna, per valutare le varie ipotesi in campo e procedere a una rapida progettazione degli interventi risolutivi con azioni correlate che riguarderanno l'intero sistema rappresentato dall’argine, dalla strada, dalla chiusa e dal fiume Ronco”.

Gli studi, in particolare, hanno compreso indagini geoelettriche e georadar per valutare la distribuzione delle acque sotterranee, attraverso l'impiego di correnti elettriche fatte circolare nel terreno. E, in aggiunta, le prove geognostiche necessarie ad esaminare le condizioni dell'argine fino a 35 metri di profondità, mediante sondaggi e carotaggi, e rilievi topografici di dettaglio di tutta l'area. “È evidente, per la Giunta regionale, l'assoluta rilevanza di ristabilire la viabilità nella piena sicurezza: quando la magistratura avrà chiuso l’indagine, agiremo in rivalsa dei costi su chi sarà accertato responsabile-  conclude Gazzolo-. Al momento, però, la Regione assicura l'intero finanziamento necessario per far partire il cantiere con rapidità, perché la Ravegnana è una strada vitale per i cittadini, il sistema economico e l'intero territorio ravennate e romagnolo”. 
 

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