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Cronaca

Ma è poi vero che l'acqua di Ridracoli viene "deviata" in riviera? Ecco da dove arriva la risorsa che esce dai nostri rubinetti

L'invaso di Ridracoli nel 2022 ha erogato a tutto il sistema idrico romagnolo 52,3 milioni di metri cubi di acqua, il ché significa che il 48% della Romagna si abbevera dalla diga

L’acqua della diga di Ridracoli finisce in gran parte alle località turistiche della Riviera lasciando Forlì e il Forlivese con l’acqua di minore qualità di altre fonti: è spesso un assunto che si sente ripetere in città. Ma è vero? A leggere i dati forniti da Romagna Acque e relativi al 2022 a quanto pare è un falso mito da sfatare. Romagna Acque è la società interamente pubblica che gestisce in modo unico tutte le fonti idriche a usi civili della Romagna: “produce acqua” che poi viene venduta all’ingrosso, in particolare ad Hera, che a sua volta gestisce la rete dell’acquedotto e la distribuzione fino al lavandino di casa.

Dai dati del 2022 emerge così che il 70,5% dell’acqua consumata nella provincia di Forlì-Cesena arrivava dalla diga di Ridracoli, acqua di montagna, più fresca e con alti livelli di qualità. Per l’esattezza da Ridracoli sono arrivati 25,4 milioni di metri cubi di risorsa idrica su un totale di 35,9 milioni di metri cubi consumati nel 2022 in provincia (dati preconsuntivo di Romagna Acque).
Il “gigante” che si trova nel bacino del Bidente, sopra Santa Sofia, sempre nel 2022 ha erogato a tutto il sistema idrico romagnolo 52,3 milioni di metri cubi di acqua, il ché significa che il 48% della Romagna si abbevera dalla diga, quasi la metà del suo fabbisogno.

La Romagna ha un sistema idrico complesso che va dalle civili abitazioni, a un sistema produttivo complesso e con un terziario molto evoluto fino all’imponente presenza turistica  in Riviera. Per quanto riguarda il turismo, in tutta la Romagna, sempre nel 2022 si contano 6 milioni di arrivi turistici e 26,4 milioni di pernottamenti, sommando i dati delle province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena. Numeri alti, in buona parte dislocati lungo la fascia costiera, ma quanto impattano sul consumo generale? Facendo il calcolo sui pernottamenti, i turisti sono l’equivalente di circa 72.000 romagnoli che vivono tutto l’anno sul territorio. Se si considera la popolazione totale delle tre province (circa 1 milione e 115 abitanti) emerge che l’impatto delle presenze turistiche è di circa il 6,5% rispetto alla popolazione residente. In sostanza, la grandissima parte dell’acqua “prodotta” in Romagna la consumano i romagnoli, tralasciando ovviamente il fatto che il turista non fa un consumo “a sbafo” di acqua, ma è l’elemento base di un indotto di economia e lavoro che dalla costa si irradia anche nell’entroterra, sviluppando ricchezza per il territorio.

Da dove arriva, infine, il 29,5% rimanente dell’acqua consumata in provincia di Forlì-Cesena? Quasi tutta dal Po, tramite il Canale Emiliano-Romagnolo, da cui attinge il nuovo potabilizzatore della Standiana, a Ravenna (il NIP2). Questa struttura produce il 29% del fabbisogno idrico romagnolo, vale a dire 30,9 milioni di metri cubi di risorsa, ed è la seconda fonte – dopo Ridracoli – per capacità di approvvigionamento. Alla provincia di Forlì-Cesena sono arrivati quindi 10,4 milioni di metri cubi nel 2022. Infine appena 150.000 sono i metri cubi che sono arrivati da altre fonti, in particolare l’acqua di falda tramite i pozzi (appena lo 0,4%).

Ma se la metà dell’acqua di Ridracoli “resta” in provincia di Forlì-Cesena, dove finisce l’altra metà? Della parte rimanente, sempre dai dati di Romagna Acque, emerge che fanno fifty-fifty le province di Rimini e Ravenna (13,7 milioni di metri cubi alla provincia di Ravenna e 12 milioni di metri cubi a Rimini). La provincia di Rimini, dove si concentra più della metà della turisti in Romagna (14,4 milioni di pernottamenti  sul totale di 26,4), in altre parole ha ricevuto la metà dell’acqua di Ridracoli rispetto alla provincia di Forlì-Cesena. E il turismo di Rimini in media ha contribuito a "prosciugare" l'invaso della diga per circa il 2,8%, contro il 48,4% del territorio provincia di Forlì-Cesena.

Da dove attingono, dunque ,la gran parte della loro risorsa idrica le province vicine? Quella di Ravenna dai suoi potabilizzatori, in primis il NIP2 (20,3 milioni di metri cubi, pari al 58% del fabbisogno provinciale totale del 2022) e quella di Rimini da ‘altre fonti’, principalmente 90 pozzi organizzati in 13 centri idrici: da questa fonte la provincia di Rimini attinge 20,7 milioni di metri cubi, vale a dire il 63,1% del suo fabbisogno. Se quindi in provincia di Forlì-Cesena l'acqua che esce dai rubinetti è per due terzi di Ridracoli, a Ravenna e provincia proviene per più della metà dal potabilizzatore e a Rimini per quasi i due terzi dalle falde sotterranee. 

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